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giovedì 4 ottobre 2012

Pdl addio? Dirigenti da manicomio criminale, simpatizzanti da carcere duro, festaioli da patibolo. Quello che resta del Partito delle Libertà (loro).

Antonio Piazza

L’ultima in ordine di tempo è di oggi, anche se il fatto in questione è accaduto parecchi giorni fa. Dunque. Antonio Piazza, pidiellino di spicco e presidente dell’Aler di Lecco, una mattina si reca al lavoro a bordo della sua Jaguar. Davanti all’ufficio l’unico posto libero per parcheggiare è quello riservato ai portatori di handicap. Sapete quei posti auto che perfino un cieco vedrebbe così tinti di giallo e pieni di indicazioni orizzontali, verticali, a strapiombo, luminescenti, a volte perfino sonore? Proprio uno di quelli. Il nostro Piazza però ha fretta, deve andare al lavoro, e cercare un posto anche solo qualche metro più in là, non si confà al suo rango. Allora guida la Jaguar fino a fermarsi nel parcheggio riservato. Sfiga vuole che il solo autorizzato a parcheggiare in quel posto, l’automobilista disabile, vede la scena e s’incazza come una iena marocchina in calore. Chiama i vigili urbani che non possono fare altro che spiccare contravvenzione. Apriti cielo. Piazza da fuori di testa. Prima inveisce pesantemente contro i tutori della viabilità cittadina poi, appena i vigili si allontanano, prende un coltello e taglia le gomme dell’auto del disabile. Sfiga delle sfighe, a riprendere la scena del Piazza furioso c’è una videocamera di sorveglianza e non solo, ci sono anche alcuni impiegati dell’Aler che confermano quanto accaduto sotto i loro occhi. Nessuno dice nulla. Tutto tace fino a quando la storia non viene fuori. Antonio O' Spaccatutto si dimette e il Pdl, in un rigurgito di giustizialismo, lo espelle dal partito temendo insurrezioni di piazza, questa volta della piazza vera. Ma voi ce lo vedete Bersani tagliare le gomme a un’auto? Forse una piadina in due da dividere con D’Alema ma pneumatici di un’automobile proprio no. Il nostro amico Frank ci ha detto, sorpreso e schifato, di aver visto al Tg3 le scene delle festicciole suine di Fiorito, quelle con i water in evidenza, defecatio e dissanguamenti (speriamo finti) a gogò. Daccò è stato condannato a dieci anni di galera. Il consiglio regionale della Lombardia ormai è composto da una masnada di inquisiti, quello del Lazio se n’è andato a casa e fra un po’ se ne andrà anche il sindaco Gianni Fascio Alemanno, quello famoso per il remake di “Nevicava a Roma” ma, nonostante tutto, il decreto anticorruzione non passa, la nuova legge elettorale neppure e mezzo governo Monti è tenuto ancora per le palle da noti esponenti dell’ex Popolo delle Libertà (loro). Non vorremmo essere costretti a privarci del nostro dono più caro, ma volete scommettere anche voi i cabasisi che questi truffaldini alle prossime elezioni prenderanno ancora qualche milione di voti? In questo Paese tutto è possibile, magari con l’aiuto della Provvidenza che, a quanto sembra, mantiene ancora una mano sulla testa del Celeste che di dimettersi non ci pensa proprio: prima la pensione.

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