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sabato 17 novembre 2012

Crolla la fiducia nel Governo Monti. E dal Ministero della Giustizia piovono lacrimogeni.

La situazione è questa. In un anno di governo commissariale del Paese, la compagine guidata da Mario Monti è scesa, nel gradimento popolare, del 35 per cento. Peggio di tutti, Sora Elsa che solo il 28 per cento degli italiani gradisce. Mario Monti ha terminato, proprio come il Pdl, il suo viaggio terreno. Lo aspettano Manitù e i verdi pascoli del cielo dove, non sarà un caso, sono già pronti gli esodati, i suicidati, i cassintegrati, i giovani disperati, i pensionati vessati e i perseguitati da Equitalia con in mano un sanpietrino di benvenuto. L'unico che regge è solo il premier in persona personalmente perché, nonostante tutto, un minimo di credibilità internazionale, ce l’ha ridata. Ma è troppo poco, quasi nulla, di fronte a una nazione ridotta allo stremo nella quale un capogruppo qualsiasi, di un qualsiasi partito, in un qualsiasi consiglio regionale, si fotte 700mila euro di denaro pubblico e ne spende 100mila per giocare ai videopoker. Siamo tutti un po’, parecchio, stanchi di trascorrere le giornate cercando di sbarcare un lunario che, ci venisse il padreterno, non ha nessuna intenzione di farsi sbarcare. Allora meglio sbracare e votare, per chi... non si sa, ma almeno gli eletti non potranno nascondersi dietro il termine “tecnico”. E poi, diciamola tutta, di personaggi che permettono ai tutori delle forze dell’ordine di gettare sui manifestanti, dall’alto del Ministero di Giustizia, lacrimogeni a strappo, non sappiamo che farcene, anzi, meglio liberarsene subito. Questo è il Paese nel quale di un DC9 dell’Ati, buttato giù da un razzo francese, si è detto che era precipitato per un guasto interno. Ci sono voluti più di vent'anni per ristabilire la verità. Non vorremmo che ne occorressero altri 20 per smentire la fantasiosa ipotesi che i lacrimogeni lanciati dal Ministero, non sono stati lanciati dalla sede dello stesso ministero, ma erano spezzoni di quelli utilizzati a terra dalla polizia. Che poi nel cortile interno sia stata ritrovata la linguetta dello strappo fa nulla, la prima ipotesi è quella che conta, come la risposta ai telequiz. Due cose, comunque, sono certe: si voterà prima e ci sarà l’election-day. Il Pdl è contento, Grillo e il Pd meno. Casini è “quasi” contento (ti pareva!) e Zingaretti urla allo scempio. Comunque vada, sarà una tragedia. Buona domenica, italiani. 

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