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giovedì 29 novembre 2012

Silvio dice “niet”. Niente primarie, fuori gli ex di An, dentro i giovani e... Forza Italia!

Ci aspettavamo per oggi la notizia della nascita del nuovo soggetto politico silviesco e, anche se non c’è stata, è come se ci fosse: bella fresca, come le uova appena sfornate dal culo della gallina. Dopo una giornata da tregenda, con le linee telefoniche in tilt tra Roma e Arcore, le tre o quattro sinapsi pidielline rimaste in vita che si agitavano furiosamente, la Meloni in preghiera al Divin Amore, Bondi in assorta riflessione alla Santa Casa di Loreto, Gianni Letta sul trespolo e Daniela Santanchè, video collegata fra un cambio di pannolone e l’altro, la decisione del Capataz è giunta. Alfano è sbottato a piangere, la Meloni, inferocita, ha cercato di temporeggiare, gli ex di An hanno preparato le valige, PaolinoPaBonaiuti ha preso carta e penna e scritto le volontà del Sire che suonano pressappoco così: “Niente primarie. I soldi sono miei, il campo è mio, è mio pure il pallone e l’arbitro l’ho comprato io. Il 16 dicembre ci sarà sì un’adunata, ma non per votare il candidato premier. Sarà una convention per presentare la riedizione riveduta e corretta di Forza Italia”. Le disposizioni regie continuano con: “Affanculo tutti quelli di Alleanza Nazionale: lo sguardo di Gasparri terrorizza i bambini e quando parla La Russa, le nonne sobbalzano sulle poltrone anche durante il pisolino pomeridiano. Affanculo tutti i vecchi tromboni del Partito delle Libertà: ci vogliono giovani, facce pulite, nessun professionista della politica, salvo qualche rara eccezione. E poi bisogna rinnovare il parco macchine dell’Olgettina. Ultimo diktat: la “Porcellum” non si tocca, devo essere io a scegliere chi gioca e chi no”. Mimmuzzo Scilipoti, appresa la notizia, è svenuto. Quando si è ripreso, ha sentito in lontananza la voce della mamma che ripeteva: “Testa di minchia”. Totonno Razzi ha guardato l’ultima volta l’aula di Montecitorio e, dopo un lungo sospiro, ha mormorato: “Caz, me toc d’ rfa’ lu muratore”. Roberto Formigoni, provando la giacca fucsia acquistata per la prossima campagna elettorale, ha mormorato: “A me che me ne frega? Benedetto prega per il mio futuro. Ci penserà la provvidenza”. Molti ex della Balena Bianca si stanno riposizionando, chi pensa che i vari La Loggia, Pisanu, Scajola e ammennicoli vari, rimangano senza posto di lavoro non ha capito una mazza. C’è il Pierfy pronto ad accoglierli, il nuovo movimento pro-Monti in fase di crescita e poi, male che vada, c’è sempre D’Alema disposto a dargli ospitalità fra le sue ampie braccia. Abortite le primarie del Pdl, data per certa ormai la ridiscesa in campo di Silvio, con l’inevitabile, sfibrante, campagna elettorale mediatica sulle reti Mediaset, l’Italia si appresta a rivivere l’incubo del 1994. È vero, molte condizioni sono cambiate, gli italiani credono meno ai sogni, alle prese come sono con una situazione drammaticamente seria, ma resta sempre la fascinazione che il Silvio “new-look” ancora esercita, e una potenza di fuoco da media invidiabile. L’impressione che abbiamo è quella che Silvio stia giocando le ultime carte di una partita che finirà solo con lui, con la sua persona, con l’assicurazione della totale impunità per lui e per la sua famiglia, nei secoli dei secoli. Amen lo metterà qualcun altro.

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