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domenica 25 agosto 2013

La linea dura dei berluschini. Va in onda “Il ricattuni”

Non deve essere facile dopo venti anni di totale impunità, accettare una sentenza. Per Silvio poi, che insieme con Cesarone Previti i giudici se li è sempre comprati, sapere che in Italia ci sono magistrati indifferenti alle sue prebende deve essere una fatto inspiegabile, un mistero gaudioso al quale non ha mai dato una spiegazione logica neppure la zia monaca. Per lui agire secondo la legge è un controsenso esistenziale: troppe tasse? E lui le evade. Non si può andare a letto con le minorenni (consenzienti o no)? E lui ci va con la benedizione di Santa Romana Chiesa. Non si può costruire nelle aree protette? E lui fa cadere la giunta di Monza che non glielo permette. Non si possono falsificare i bilanci aziendali? E lui fa approvare una legge che li cancella. Per venti anni quest'uomo ha fatto viaggiare l'Italia secondo i suoi tempi e le sue necessità, e siccome le devastazioni sono sotto gli occhi di tutti, si può tranquillamente affermare che è stato un pessimo capotreno. Perla delle perle. Quello che doveva riformare il sistema economico nazionale, dando più spazio al mercato e meno allo stato, ha fatto fare alla spesa pubblica, in 15 anni di potere assoluto, un salto del 69 per cento, cosa mai avvenuta neppure durante il ventennio di potere incontrastato della Balena Bianca. E se 9 milioni di quacquaracquà evasori fiscali totali e rincoglioniti da Paolo Del Debbio, Emilio Fede, Barbara D'Urso, Iva Zanicchi, Mike Buongiorno, Corrado, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, Bilba di Cadey e il Prosciutto Cotto Rovagnati, hanno continuato a votare per lui fino a fargli vincere (quasi) anche le ultime elezioni, a ragion veduta Silvio può parlare di “incoronazione” a furor di popolo, e si comporta come un Re, mai stato così nudo, che prima di abdicare provoca rivoluzioni. Lo psicodramma arcoriano di ieri è la testimonianza dell'odio e del rancore che Silvio cova in petto dalla sentenza della Corte di Cassazione. Abituato a prendersi quello che vuole, arrivato quasi a 80 anni, ritiene inconcepibile che gli si possa negare qualcosa. Abituato a far cadere i governi comprandosi mezze seghe elette dall'altra parte o sputtanando mediaticamente gli avversari, non ci sta a mollare senza combattere e senza provare (almeno) a corrompere qualcuno in grado di metterci una pezza. Che poi ci sia un Fioroni della 101Zozzon Band disposto a dargli una mano, è un altro discorso perché Fioroni non è che la punta di un iceberg pidino ben più consistente. E che dire di un partito che per venti anni gli ha dato corda e mai tenuto botta? Che dire delle anime sante degli eredi di Enrico Berlinguer e di Aldo Moro che hanno sputtanato i loro modelli non appena giunta l'età della ragione, preferendo seguire gli esempi “miglioristi” Innominabili e di Belzebù San Giulio I? La politica di questo paese, figlia delle pensate di Niccolò Machiavelli, ci ha disgustato da un pezzo e continua a farlo senza che qualcuno riesca a porci rimedio. Pur di cambiare abbiamo compiuto vere e proprie efferatezze nella cabina elettorale, violentando anche i nostri stessi principi, ma non è servito a nulla. Dovendoci per forza attaccare a qualcosa che non sia umano, speriamo che lo Spirito, che solitamente soffia dove vuole, illumini la mente a un numero di onorevoli e senatori sufficienti a cambiare la Porcellum poi, come un treno, tornare a votare, mandare in pensione l'Innominabile e provare a riprendere a vivere in un paese normale dove le regole devono rispettarle tutti. Non solo i coglioni. 

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