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sabato 10 agosto 2013

Silvio allo scontro finale. Il pretesto è l'Imu, l'obiettivo la fedina penale

Siamo al calor bianco. Il peggiore. Quello dei morti e dei feriti. Silvio fatto fuori per via giudiziaria è una fesseria. Lo sa il Pd. Lo sa L'Innominabile. Hai voglia a dire “le sentenze si rispettano, le condanne si eseguono”. Il ragionamento fila in un contesto di normalità, in un paese semi-civile, ma l'Italia è un'anomalia e il vice-presidente del Csm, Vietti, che convoca d'urgenza l'organismo dirigente del Consiglio Superiore della Magistratura per punire Antonio Esposito, ne è la dimostrazione più lampante: il delinquente libero, il giudice condannato. Come la chiamate questa se non “anomalia”? Ancora. C'è una sentenza di condanna in primo grado per concussione e induzione alla prostituzione. Ma se uno si becca una condanna penale ed è un pregiudicato, un altro che ne colleziona due o tre non diventa automaticamente un pluri-pregiudicato? Ecco, la prossima campagna elettorale italiana sarà all'insegna dei pluripregiudicati candidati premier. Che volete farci? Son soddisfazioni. Nel titolo abbiamo scritto che l'Imu è il pretesto silviesco per mandare a casa LettaLetta. Oddio, tanto pretesto non è visto che la cancellazione tout-court dell'imposta sulla prima casa è un provvedimento iniquo, buono solo per i ricchi e quindi l'ennesima scelta classista del Pdl, ma tolto di mezzo l'aspetto economico e di bilancio, tutti ormai hanno capito che quello di Silvio è un ricatto bello e buono. Lui entro agosto vuole una via d'uscita. Una qualsiasi. “Ci affidiamo alla fantasia dell'Innominabile”, hanno detto all'unisono i pidiellini. Ma di grandi fantasie stavolta non se ne possono inventare, perché i forconi attendono, ancora quietamente posati, dietro le porte delle case di qualche milione di italiani incazzati come opossum della Malesia con il mal di denti. Silvio sa che:
  1. la grazia non è concedibile visto che la sentenza è ancora in sospeso. C'è da decidere la durata dell'interdizione. Sarebbe una grazia preventiva: impossibile;
  2. non si andrà a votare con il Porcellum. Nonostante l'ennesimo tentativo democristiano di LettaLetta di formulare un Super-Porcellum, nessuno a parte i pidiellini e, forse, qualcuno dei 101 zozzoni, andrebbe alle urne con una legge elettorale che riporterebbe alle grandi coalizioni;
  3. l'Innominabile non scioglierà le Camere. Lo ha detto, cantato, rimato, mimato. Cercherà di trovare in Parlamento una maggioranza alternativa a quella attuale e non è detto che non ci riesca;
  4. l'Innominabile metterà sul tavolo le sue dimissioni. Ponete la questione come vi pare, ma in questo momento di timida ripresa sarebbe una iattura (non siamo pasdaran e capiamo quando c'è da frenare). Le dimissioni dell'Inquilino del Colle più Alto e l'elezione di un nuovo presidente non si sa, a questo punto, a cosa potrebbero portare. L'accordo saltato una volta con i 5S si potrebbe riproporre e, a fronte del tentativo di un pluripregiudicato di condizionare così pesantemente la vita democratica del paese, anche i parcheggiatori di voti potrebbero decidere di muoverli in qualche direzione.
    Per il momento, la cosa certa è che, come ampiamente annunciato su questo blog, trascorreremo il ferragosto in spiaggia con gli aerei da turismo inneggianti a Forza Italia. La tentazione di portarsi appresso un bazooka, magari nel cestino della lasagna, è prepotente. Ma noi siamo pacifisti, ci accontenteremo di un sano, eduardiano pernacchio.

PS. I contatti giornalieri sul mio blog superano abbondantemente i 100. Senza una grande testata a trainarlo, mi sembrano cifre di tutto rispetto. Solo ieri, parlando dei provvedimenti contro i femminicidi, e inserendo la parola nel titolo, sono sceso sotto i 40. Non voglio tirare nessuna conclusione estiva. Ma anche questo è un dato sul quale riflettere. 

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