Translate

mercoledì 30 aprile 2014

Zombi e paramafiosi. Scende in campo l'Italia dei morti e dei ridicoli

Insultare non paga più, almeno se l'insulto viene reiterato. C'è il rischio che l'elettorato capisca che l'insulto nasconde il nulla, e allora il risultato è l'attuale 17 per cento con il quale Forza Italia diventerebbe il terzo partito con un addio traumatico al bipolarismo. Il rischio che corre Silvio è altissimo. Lui ha puntato tutto sullo scontro fra due poli, quello di destra (il suo) e quello di sinistra (tutti gli altri). L'arrivo del M5S gli ha scombinato i piani fino a far apparire i forzaitalioti degli zombi e perfino un po' rincoglioniti. A Grillo, almeno questo lo si deve. Negli ultimi giorni Berlusconi ha insultato tutti ritrovandosi a camminare sul filo di un rasoio che ancora non ha deciso se tagliarlo (arresti domiciliari) o scalfirlo leggermente (richiamo e cartellino giallo). Certo, il rischio che mandandolo ai domiciliari Silvio diventi un eroe c'è, ma continuare a farlo straparlare, proprio lui, il cantore dell'amore e della felicità, sarebbe comunque un'aberrazione perché un cittadino normale che dicesse le stesse cose di Berlusconi, verrebbe immediatamente sottoposto al TSO. Dall'altra parte, le comparsate elettorali di Grillo sembrano invece dare i loro frutti. Beppe è un insultatore relativamente nuovo e poi c'è da dire che usa la strategia del “vaffanculo” che, come si sa, è efficacemente liberatorio. Ma nel caso del Grillo furioso c'è da sottolineare che come Silvio usa indifferentemente nazisti ed ebrei (a seconda dell'uditorio che ha di fronte), per i suoi spericolati analogismi storici, così Beppe tende a straparlare di mafia riducendolo a un fenomeno in estinzione quando tutti sanno che non è propriamente così. Lo ha fatto anche ieri all'assemblea del Monte dei Paschi quando ha affermato “La vera mafia è qui. È qui che c'è il vero voto di scambio e non in Sicilia dove non c'è più una lira”. A questo punto le considerazioni da fare sono due. O Grillo, come Silvio, quando parla non sa cosa dice, o c'è la voglia neppure troppo nascosta di fare l'occhiolino ai mammasantissima. Ve lo ricordate il 61 a 0 del 2001? Meditate gente, qualche volta è necessario.

martedì 29 aprile 2014

Questa sera a casa di Silvio

Nelle motivazioni della condanna a un anno (per sfruttamento della prostituzione) dell'avvocato Salvatore Castellaneta, il giudice del tribunale di Bari descrive a chiare lettere quello che avveniva durante le “cene galanti” di Arcore e di Palazzo Grazioli nel periodo di total sex&rock and roll dell'ex presidente del consiglio. Scrive il giudice: “A casa del Cavaliere una fiorente attività di prostituzione, oscenità e bassezza, mercimonio del corpo femminile e considerazione delle donne come semplici oggetti suscettibili di commercio a scopo sessuale”. In poche parole le residenze di Silvio erano dei veri e propri bordelli. Per falsa testimonianza, andranno a processo anche tutte le ragazze che avevano mentito in fase dibattimentale, così come la troupe del lenone Tarantini che arruolava le stesse e che pagava regolarmente dopo le prestazioni con il Capataz. Il beneficiario di tutto questo puttanaio era uno e uno solo: Silvio Berlusconi, ex senatore, ex presidente del consiglio, ex cavaliere della repubblica. E ieri sera, questo galantuomo tutto d'un pezzo, durante Piazza Pulita, ha accusato il Presidente della Repubblica di non avergli concesso la grazia motu proprio, cioè senza che nessuno la richiedesse, per rispetto dei grandi meriti che lo stesso Berlusconi vanta per aver ridotto l'Italia a un paese di ignoranti funzionali sì ma clienti affezionati dei suoi imperi industriali. Tutti gli osservatori dicono che le uscite dell'ex Cavaliere sono frutto del tentativo di recuperare un elettorato, quello di Forza Italia, smarrito e confuso, ma a noi questa lettura non convince. Silvio è uno ripiccoso. Sotto l'apparente leggerezza e bonomia, si nasconde un individuo astioso, invidioso, portatore d'odio e di disinformazione pianificata a tavolino, insomma, l'esatto opposto della personcina per bene che spaccia di essere da venti anni a questa parte. Non pensiate che gli costi una grande fatica insultare i tedeschi e il presidente della repubblica perché lui la pensa veramente così. Al contrario di Beppe Grillo che non pensa adattandosi a fare il megafono, Silvio ha testa e convinzioni radicate nel tempo. È vero che avrà letto, al massimo, un paio di libri in tutta la sua vita, ma resta il fatto che da commerciante inarrivabile qual è, sa perfettamente quali corde toccare per vendere la sua paccottiglia. E per raggiungere lo scopo, Silvio non guarda in faccia a nessuno, l'importante per lui è azzeccare le parole chiave che, nel caso di questa campagna elettorale sono:
    1) attacco quotidiano al Presidente della Repubblica per elidere l'elettorato dei 5 Stelle;
    2) attacco a testa bassa alla Germania per acchiappare gli euroscettici;
    3) definire Matteo Renzi un “non comunista” per far scappare gli elettori di sinistra e abbassare la percentuale del PD.

Tutto ciò è stato studiato rigorosamente a tavolino, e a Silvio non costa nessuna fatica mettere in pratica la strategia anche perché è esattamente ciò che pensa. Stasera andiamo tutti a casa di Silvio, magari una porzione di risottino allo champagne è avanzata.

lunedì 28 aprile 2014

Silvio: come offendere con una battuta 82 milioni 438 mila abitanti. L'intera Germania

È unico e, speriamo, irripetibile. Invecchiato, motivatore di anziani ai servizi sociali, ex leader di un partito che raggiunse percentuali bulgare e non combinò un cazzo, tombeur de femmes come pochi, evasore fiscale certificato dalla Corte di Cassazione, inventore di posti di lavoro e di un sogno italiano tutto suo, Silvio Berlusconi c'è ricascato. In un colpo solo, con una sola battuta, ha offeso la bellezza di 82 milioni 438 mila persone, l'intera popolazione tedesca. Ma cosa diavolo ha detto Silvio di tanto grave? Lo scenario è quello che preferisce, quando si sente padrone e sotto come se fosse impegnato in una passatella e non in un discorso politico. Hotel Michelangelo di Milano, presentazione dei candidati di Forza Italia del Nord-Ovest alle Europee. Ovviamente Berlusconi continua a distruggere gli avversari politici usando tutti i mezzi leciti e non leciti pur di mascherare la pochezza delle sue proposte. Stavolta tocca a Martin Schulz, candidato dei socialisti europei alla presidenza della Commissione. Dopo avergli dato del “kapò” nel 2003, Silvio decide che è arrivato il momento di bastonare tutti i tedeschi, anche i suoi colleghi del PPE, anche la odiata Angela Merkel. E dice: “Per loro (i tedeschi, nda) i campi di concentramento non sono mai esistiti”, accusandoli apertamente di quel crimine odioso che si chiama revisionismo. Ora, chi conosce appena la Germania, sa quanto il dramma della shoah pesi sull'identità stessa di quel popolo, tanto che di shoah si parla già dalle elementari per impedire che possano rinascere sentimenti di quel tipo. Accusare i tedeschi di revisionismo è per Silvio un gioco, esattamente come l'aver negato i valori della Resistenza in Italia. Inguaribilmente ignorante in Storia, Geografia e Scienze Economiche, Berlusconi spicca solo per il cattivo gusto delle sue battute e per la leccaculaggine dei suoi “bravi” che lo giustificano sempre proprio come un monsignor Fisichella qualsiasi che gli perdonò perfino le bestemmie. Silvio è unico e, speriamo, irripetibile. In un colpo solo, con una sola battuta, è riuscito a offendere intere comunità a partire da quella afro-americana “C'è un presidente abbronzato che prende il sole insieme alla moglie, infatti è abbronzata anche lei”, per arrivare a quella omosessuale: “Meglio frequentare belle ragazze che essere gay”. Lui è fatto così, moderato dentro quando non ci sono le elezioni, si trasforma in un pericolosissimo ultrà quando sente odor di urne. Continua a sparlare dei giudici e a offendere a ogni piè sospinto il Presidente della Repubblica. Per noi sta cercando di farsi mandare ai domiciliari, quale migliore propaganda del proporsi come un martire?

sabato 26 aprile 2014

Grillo, Renzi e Berlusconi. Come si può votare per i blablaisti?

Che lista! Che situazioni! Quanta bella gente! Grillo va a Piombino. Non c'è mai andato, eppure la situazione delle acciaierie Lucchini era nota da tempo. Quando Berlinguer andava davanti ai cancelli della Fiat dentro lo stabilimento si lavorava, a Piombino ieri hanno spento l'altoforno. C'è modo e modo di fare sciacallaggio: aggredire un corpo morto e cibarsi dei resti è il peggiore. Si chiama neo-populismo, a noi sembra sciacallaggio e basta. Berlusconi, incurante dei moniti dei giudici, bastona tutti. Lo fa da Vespa, praticamente a casa sua e dice che i suoi esperti costituzionalisti lo hanno messo in guardia sulla legittimità dell'Italicum. Ma santiddio, subito dopo il patto del Nazareno, o addirittura prima di sottoscriverlo, non poteva sentire il parere dei costituzionalisti amici suoi e risparmiarci una filippica senza senso ma ad usum elezioni europee e crisi nera di Forza Italia? Originale e democristiana doc, la lettura della seratuni da Vespa del Silvio furioso da parte di Pierfy Casini. “Silvio ha fatto un favore a Renzi – ha detto Cocorito -. Ha ripreso a fare campagna elettorale per non creare quello che sarebbe uno strano bipolarismo Pd-M5S”. A dar fede alla parole del segretario di Forlani, Verdini non avrebbe nulla di cui preoccuparsi. Eppure Denis è molto preoccupato. Matteo Renzi dà 80 euro agli italiani che non superano i 15mila euro l'anno di stipendio. A dire che 80 euro rappresentano una mancia sono i miliardari Berlusconi e Grillo. Hanno ragione. Loro con 80 euro ci comprano il caviale per gli animali domestici. Però, guarda caso, sembra che ci siano problemi con gli assegni familiari e anche con i conti correnti bancari che a fine anno costeranno agli italiani da 1 a 170 euro in più. In arrivo aumenti sulle accise della benzina, delle sigarette, dei tabacchi da rollo, degli alcolici, del panorama di Posillipo, delle foto alle Tre Cime di Lavaredo, dell'accesso alla Piazzetta di Capri, del tour delle cantine toscane e allo “sbircio” dei culi delle turiste dell'Est sulle spiagge romagnole: guardi un culo intensamente e il bagnino ti multa di un euro, è prevista un'entrata nelle casse dello stato di 10 milioni di euro. Quella che potrebbe sembrare un'intricata partita a scacchi a tre, è solo l'ennesima farsa di una nazione di guitti in cerca di visibilità e di qualche voto in più. E come ha detto Luciana Littizzetto, a volte un “vaffanculo” non solo ci vuole ma è efficacemente liberatorio.

mercoledì 23 aprile 2014

Declassificate le stragi italiane. “Un atto dovuto”. “Una balla colossale”. Ma i segreti veri giacciono nelle tombe

Ustica, Peteano, Italicus, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Gioia Tauro, Stazione di Bologna e Rapido 904. Sono queste le stragi per le quali il governo ha deciso la desecretizzazione dei documenti. “Un atto dovuto alle famiglie delle vittime”, ha detto Renzi, “una balla colossale”, hanno risposto Grillo e Maroni, Giordano e Gomez. Magari non è nessuna delle due “letture”. Magari da una parte è una manovra in vista delle elezioni e dall'altra pure. Magari è il tentativo di rendere un po' meno nebuloso un passato che purtroppo non ha concesso nessuna soddisfazione a chi, in quelle stragi, ha perso familiari e amici. L'accusa principale che viene rivolta a Matteo Renzi è quella che la declassificazione degli atti sostanzialmente non esiste. Quelle carte sono state viste e studiate e analizzate da diversi soggetti; magistrati e politici delle commissioni parlamentari hanno avuto infatti la possibilità di leggerle e, da quello che si è saputo nonostante Pulcinella sia un simbolo tutto italiano, non è venuto fuori nessun nome; nessun colpevole figura in documenti che chi doveva provvedere a ripulire ha certamente ripulito. Questa argomentazione è sostanzialmente vera se non fosse che, ad esempio, il ruolo dei servizi segreti in questo paese non è mai stato chiarito fino in fondo, che i depistaggi di stato non sono mai stati ufficializzati e che, infine, ai magistrati e alle commissioni parlamentari, i documenti “classificati” non sono mai stati consegnati tutti insieme ma a pezzi, a seconda delle tranche di indagini e dei punti in discussione nelle aule. Scommettiamo che i vari “bonificatori” che si sono succeduti nel tempo, qualche foglio di carta non lo abbiano depurato fino in fondo e che a una lettura da topi di biblioteca, emergeranno fatti, situazioni, contesti e perfino personaggi finora sconosciuti proprio perché le stragi non hanno mai seguito un filone unico d'inchiesta e le magistrature non hanno mai lavorato in maniera coordinata. C'è un'altra speranza, quella che i servizi segreti italiani, non essendo il Mossad, si siano dimostrati i pasticcioni di sempre. Allora sì che ne leggeremmo delle belle. Peccato che i segreti veri, quelli che potrebbero dare risposte definitive alla strategia della tensione e alle bombe, giacciano nelle tombe di Kossiga e Andreotti e lì resteranno nei secoli dei secoli. Amen.

lunedì 21 aprile 2014

Il super attico del Cardinale Carrozziere e l'ira funesta di Papa Francesco

Hai voglia di predicare contro i preti “untuosi, sontuosi e presuntuosi”! Così come per i politici la perdita dei privilegi rappresenta quasi un'offesa personale, per gli altissimi prelati dell'era pre-Francesco, l'eventualità di essere considerati preti di campagna qualsiasi deve rappresentare una sorta di attentato al dono divino di considerarsi “potenti”. Immaginiamo per un momento questa scena. Una mattina, di buon'ora come consuetudine, Papa Francesco esce dal suo bilocale di Casa Santa Marta (circa 70 mq). Il rumore dei piastrellisti, stuccatori, muratori impegnati con i sottotraccia deve essere infernale. Lancia un'occhiata al vicino Palazzo San Carlo e vede che l'ultimo piano è completamente sottosopra. Chiede cosa stia accadendo e la risposta deve averlo lasciato di sasso: “Santità è il nuovo attico del Cardinale Bertone, 700 metri quadrati di casetta sobria e povera, con vista sulla Città del Vaticano che di notte deve essere una figata”. Papa Francesco non si scompone. Prende carta e penna e verga di proprio pugno un appunto da consegnare direttamente nelle mani del Predicatore della Santa Sede che la sera, durante le cerimonie per il Giovedì Santo, leggerà urbi et orbi. Possiamo solo immaginare quello che sta accadendo in Vaticano da quando c'è il Papa argentino ma, nello stesso tempo, ci rendiamo conto di quanto la magnificenza del berlusconismo abbia contaminato nel profondo anche la struttura politico-diplomatica della Santa Sede. E se il venir meno dei privilegi fa star male da bestia il senatore Antonio Razzi, figuriamoci l'ex Segretario di Stato della Chiesa cattolica. Privilegi, affari loschi, pedofilia, lobby gay, riciclaggio, manca lo “spaccio” e il quadro è completo. Ma Papa Francesco, un assaggiatore di fiducia lo ha nominato?  

giovedì 17 aprile 2014

Europee 2014. Cosa non si fa per un pugno di voti, e sta arrivando Silvio. Quanto ci manca la vecchia, cara “Tribuna politica”

Ai tempi di Moro e Berlinguer, Almirante e De Martino c'era Tribuna Politica. Ugo Zatterin, mezzobusto storico della trasmissione elettorale della Rai, dice: “Noi non potevamo neppure sorridere”. Guai, infatti, a mostrare apprezzamento per ciò che veniva detto o non detto in trasmissione, guai a dare 10 secondi in più a un politico piuttosto che a un altro. Oggi è diverso. Se si da l'occasione a due competitor di confrontarsi in diretta, ci scappano immancabilmente schiaffi e vaffanculo. Il tono è sguaiato, i personaggi inguardabili, si parlano addosso e parlano addosso agli altri. Il metodo Brunetta, quello dell'interruzione sistematica dell'avversario con ripetizione in loop di affermazioni senza senso, la fa ancora da padrone nonostante la macchietta sia chiara, scoperta e ci abbia fracassato i cabasisi. Oggi una campagna elettorale la si struttura in offese e urla, comizi camuffati da tour e quindi a pagamento, comparsate televisive da Fazio e alla Prova del cuoco. Ma il momento in cui si rende al massimo, mettendo in campo il peggior repertorio cabarettistico, è quello delle dirette televisive dei lavori di deputati e senatori. Lì, in quel contesto così solenne, accade di tutto e se fossero solo i cefali di Buonanno, potremmo farcene una ragione. Invece no, c'è di peggio e il peggio sono le manifestazioni eclatanti di protesta quando da protestare non c'è nulla o non ci sarebbe nulla di così grave da dare fuori di testa come serial killer in crisi di vittime. Ieri ad esempio, alla Camera e al Senato è accaduto di tutto. Da una parte i grillini che prima approvano (in commissione) la legge sul voto di scambio, poi, in aula, danno a tutti dei mafiosi. Dall'altra i leghisti che sparano pallettoni dum dum a Angelino Alfano che canta il de profundis della Bossi-Fini, la legge dei mitragliatori e degli affondamenti dei barconi di profughi. Il tutto, ovviamente, in diretta televisiva altrimenti ognuno si farebbe i cazzi suoi. C'è da dire che Lega e M5S stanno perseguendo lo stesso obiettivo, aumentare il bacino elettorale: la Lega per non scomparire, i 5S per arrivare secondi e dare l'addio definitivo al bipolarismo. Ma entrambi non hanno fatto i conti con un avvenimento che potrebbe ancora una volta scompigliare il gioco e mischiare le carte. Sta tornando in campo Silvio, l'uomo per il quale la legge è uguale un po' di più. E quando Silvio gioca i risultati diventano imprevedibili. Consola il fatto che le liste europee di Forza Italia grondano novità: Toti, Fitto, Miccichè, la Gardini, Tajani e, udite udite, Clemente Mastella, sì, proprio lui, non è un omonimo. Spiccano due candidature dell'ultima ora, Alessandro Cecchi Paone e Ylenia Citino, tronista di Uomini e donne e allora, vai con Forza Italia... C'è da dire che la signorina Pascale sta imbottendo Silvio di bromuro, ma non per paura di qualche corno (ormai... ndr) ma per non fargli insultare i giudici durante gli infuocati, ultimi comizi. Francesca sa che se Silvio lo facesse, se lo ritroverebbe tutti i giorni a casa ai domiciliari. Pericolo da scongiurare ricorrendo a tutti i mezzi, leciti e chimici.

martedì 15 aprile 2014

Chi tenta di “revisionare” ancora la shoah è un cretino. Punto

Grillo sa benissimo che se tocca alcuni temi sfiora fili ad alta tensione. A meno che non legga solo il suo blog, sa cos'è successo quando Silvio si è lasciato andare a battutacce sugli ebrei, il binario 21 della stazione di Milano, il paragone dei figli con i deportati, il fascismo light nonostante le leggi razziali. Eppure, convinto ormai di essere la controfigura del Gabibbo, unico pupazzo parlante dello spettacolo italiano dopo il corvo Rockfeller, Beppe c'è caduto come un accattone di voti qualsiasi, soprattutto di quelli provenienti dalla destra estrema. Che alcuni suoi deputati e senatori affondino le proprie radici culturali nella destra casapoundina e forzanovista è un dato di fatto, ma che anche lui approfitti sordidamente di un dramma di portata storica per un pugno di voti non è solo una cazzata ma la dimostrazione che anche il populismo e il malpancismo hanno limiti invalicabili. Beppe lo sa che sulla Shoah non si scherza. Lo sa che le condanne, più o meno coerenti, più o meno provenienti da fonti attendibili, immacolate e prive di peccato, non tarderebbero ad arrivare eppure lo ha fatto. Perché? Possibile che fare il portavoce del pensiero gaiano e non dei cittadini, porti a compiere passi che più falsi non si può? Si può, lo ha fatto e probabilmente porterà nelle sue casse qualche decina di voti inutili se non a livello numerico, perché di qualità, quando parliamo di croci “nere”, ce n'è davvero poca. 

domenica 13 aprile 2014

Silvio: “Dell'Utri l'ho mandato io in Libano su richiesta di Putin”. A riecco la teoria della nipote di Mubarak!

Credendosi ancora uno statista della madonna, il pregiudicato Berlusconi si è autoconvinto di essere sempre al centro dello scacchiere politico mondiale. Si ripete, insomma, anche nel caso del fine tessitore dei rapporti Forza Italia-mafia, il refrain della nipote di Mubarak. Siccome un indizio è un indizio ma due indizi fanno una prova, Silvio a questo punto non ci fa ma ci è. In possesso di un delirio di onnipotenza da clinica psichiatrica, ha sostenuto davanti a un gruppo di forzisti candidati alle europee che “Marcello a Beirut l'ho mandato io, su richiesta di Vladimir Putin, per sostenere la campagna presidenziale di Amin Gamayel”. A parte il fatto che mentre l'Europa sta mettendo a punto una serie di misure contro la politica dello Zar in Ucraina sarebbe meglio fare un passo indietro, Silvio dimostra ancora una volta di sbattersene solennemente di qualsiasi regola che non abbia stabilito lui. È convinto, insomma, che siccome sia il campo che il pallone gli appartengono, può decidere in piena autonomia quali sono le regole del gioco e a che punto interrompere la partita (di solito mentre sta vincendo). Ci chiediamo, e chiediamo ai giudici di Milano, se sia il caso di comminare l'affidamento ai servizi sociali a una persona che, inviando un condannato a sette anni di galera per contiguità mafiosa all'estero con passaporto falso, non rappresenti di per sé un pericolo per la comunità. In chiara crisi di visibilità, Silvio si attacca a tutto, perfino alla reiterazione di deliri criminosi.

sabato 12 aprile 2014

Ultimora: arrestato a Beirut Marcello Dell'Utri. Si trovava in un hotel di lusso. Fuggito grazie ai "neri"


La presentazione di UT L'Umiltà. Le piccole soddisfazioni per una grande rivista




In sette anni di vita siamo riusciti a creare davvero un mondo nel quale le differenze (anagrafiche, politiche, religiose, esistenziali, di pensiero) si annullano e creano un solo, grande gioco. Nonostante il 47 per cento della popolazione italiana dai 14 ai 65 anni appartenga all'analfabetismo funzionale, noi uttiani ci proviamo. Vogliamo che chi legge UT capisca ciò che c'è scritto. Siamo un po' difficili, a volte complicati, ma amiamo l'arte e la cultura. Non è una colpa, anche oggi.



giovedì 10 aprile 2014

L'eterologa e il matrimonio gay di Grosseto. Ancora una volta decidono i giudici dando ragione a chi dice che l'Italia ha una classe politica quacquareccia

Oggi è giovedì e non abbiamo nessuna voglia di incazzarci. C'è il sole e la cupezza dei giorni di pioggia ha lasciato il posto a 20 gradi di calore salutare per le nostre ossa e soprattutto per la nostra testa. Ci alziamo dicendo: “Meno male, un altro giorno”. Poi ci mettiamo davanti al pc per la consueta rassegna stampa e le palle, come sempre, come ogni maledetto giorno, iniziano a girare. È più forte di noi. Ormai il contatto quotidiano con la politica italiota ci irrita, la delusione l'abbiamo elaborata da un pezzo come i lutti e le separazioni, però resta un retrogusto amaro per l'ignoranza dei politici, l'insensibilità dei legislatori, il pressappochismo dei boiardi di Stato. E ci rendiamo conto di essere un paese malato già dalle fondamenta, minate da anni di irresponsabilità e da vergognose slinguazzate senza bandiera e pro privilegi loro. L'Italia è un paese che ha vissuto gli ultimi venti anni vedendo crescere tutto, povertà, disoccupazione, debito pubblico, malaffare, corruzione, concussione, vilipendi all'intelligenza, ignoranza, insensibilità, egoismo, protagonismo e violenza meno che il Pil, l'unico fattore che poteva interessarci. L'Italia è un paese che negli ultimi venti anni non ha fatto un passo sul versante dei diritti civili anzi, li ha cancellati sulla base dell'asse forte (e diabolica) Stato-Chiesa traducibile in B&B, alias Bertone/Berlusconi. Gli unici che siamo riusciti a compiere (parliamo dei pochi, millimetrici passi sulla strada della civilizzazione dello Stato), sono stati resi possibili dalle sentenze della magistratura e, in primis, da quelle della Corte Costituzionale. L'ultima, di ieri, è quella della dichiarazione di anticostituzionalità dell'articolo 4 comma 3 della legge 40, quello che vietava la fecondazione eterologa in Italia costringendo le coppie sterili ai famosi viaggi della speranza di avere un figlio all'estero. Questa legge vergognosa, che vide all'epoca della sua approvazione l'astensione di Matteo Renzi e il voto di “coscienza” di Francesco Rutelli, è stata cancellata dalla Corte Costituzionale. Anche in Italia, quindi, una coppia dichiaratamente e scientificamente sterile potrà mettere al mondo un figlio, un salto di qualità e un adeguamento legislativo che aspettavamo da 10 anni e che Famiglia Cristiana, solitamente un organo di informazione attento ai cambiamenti dei tempi, ha bollato come “ultima follia italiana”. Ce ne faremo una ragione. E non è finita qui, fermo restando il discorso che sempre la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il “Porcellum” spingendo i legislatori de noantri alla formulazione di una nuova legge elettorale. Sempre di ieri è la sentenza del tribunale di Grosseto che ha ordinato all'anagrafe del Comune di trascrivere nel registro dei matrimoni quello fra Giuseppe Chigiotti e Stefano Bucci, regolarmente sposati a New York. La sentenza del tribunale toscano è esemplare, e afferma che: “nel codice civile non è individuabile alcun riferimento al sesso in relazione alle condizioni necessarie al matrimonio”. In attesa degli strali dell'Osservatore Romano, di Avvenire, di Famiglia Cristiana e della CEI tutta, prendiamo atto che ancora una volta sono stati i giudici a stabilire ciò che è legale e quello che non lo è, coscienza a parte, sensibilità a parte come si usa in un normale stato laico. Poi c'è Berlusconi. Oggi tre giudici donne decideranno come espierà la pena. A difenderlo altre due donne. Ma cosa sarebbe il mondo di Silvio senza le donne? 

mercoledì 9 aprile 2014

Altre tegole per Silvio. La Corte Europea non esamina il suo ricorso e si profila l'assistenza agli anziani disabili. Quando dice male...

Non c'è che dire, sembra che Silvio stia pagando la fortuna sfacciata che ha avuto in questi venti anni. Vabbè che lui, come dice il noto proverbio, una mano a Dio nel dargli una mano l'ha spesso data, però i “no” che caratterizzano la fine della sua carriera politica sono davvero tanti, come infiniti sono stati i “sì” (in tutti i sensi) che si è messo in tasca dall'ormai lontano 1994. La Corte di Strasburgo ha rigettato il ricorso d'urgenza presentato da Silvio contro la legge Severino. I giudici europei hanno detto che lo esamineranno, ma anche che trovano ingiustificata la richiesta d'urgenza. Si farà tutto ma nei tempi e nei modi stabiliti dalla stessa Corte. Diciamolo, Silvio non ci contava. Il ricorso alla Corte dei diritti dell'Uomo era stato più che altro un modo per tentare di “sospendere” l'effetto della legge Severino e i giudici di Strasburgo lo hanno capito perfettamente. Non essendo la Corte composta da fuoriusciti del Komintern né da esuli post-leninisti della ex Unione Sovietica, dare dei comunisti anche a loro sarebbe una vera e propria impresa. Ma Silvio, si sa, riuscirebbe a vendere un fallo di gomma anche a Sarah Palin, magari facendolo passare per un thermos. Altra tegola, questa anticipata addirittura da Avvenire quotidiano dei vescovi italiani, riguarda l'eventuale settore di affidamento ai servizi sociali. In queste ore sta montando sempre di più l'ipotesi che Silvio potrebbe occuparsi di assistenza agli anziani disabili. Detta così potrebbe sembrare un riconoscimento delle sue doti di barzellettiere e cabarettista al servizio di anziani in crisi di sorrisi invece, quando si parla di assistenza, ci si riferisce proprio a quelle cose lì: spazzolare dentiere, cambiare pannoloni, correre con padelle e pappagalli in mano, radere vecchietti e lavare ascelle. Avuta notizia dell'eventualità, Silvio ha chiamato Ghedini per un'istanza urgente. Meglio i domiciliari e la cacchina profumata di Dudù. Lui sì che è un vero cane, mica Toti.

martedì 8 aprile 2014

Matteo: “Brunetta chi”? E Renatino risponde con l'unica arma che non possiede: l'ironia

Aggiungi didascalia
Silvio si è dovuto sottoporre a un colloquio con l'assistente sociale. Considerata la fama del soggetto in discussione, il tribunale di Milano ha pensato di affiancare al tecnico due periti di chiara fama dell'Università Statale, un criminologo e un esperto di diritto penitenziario. L'aspetto curioso è che questo collegio di super esperti, qualora Berlusconi dovesse andare ai servizi sociali, ha stabilito che gli saranno vietati rapporti con pregiudicati e tossicodipendenti. A questo punto ci è sorta spontanea la domanda: “Allora con chi farà la campagna elettorale per le Europee?” Ma forse è una domanda troppo cattiva e di parte. Nel frattempo, sempre il Silvio, ha trovato il tempo di smentire il suo pappagallo dispettoso (quello asintomatico è Toti), Renatino Brunetta. Dovendo tenere alto il tono del dibattito, il Premio Nobel per l'Economia mancato ha attaccato Renzi sulla legge elettorale: “O la fa per Pasqua – ha detto il bebè neoforzista – oppure Renzi vada da solo”. Pronta la risposta del Sindaco: “Non accetto ricatti tanto meno da Brunetta”, e del capo supremo dei forzaitalioti: “Avanti con le riforme, nessun cedimento sui patti siglati”. Renatino allora, ha preso carta e penna e scritto una sorta di editoriale per il Corriere dei Piccoli, cioè Libero, nel quale ha tentato di mettere una pezza alle sue improvvide dichiarazioni utilizzando l'unica arma che non possiede, l'ironia. Il risultato è stato desolante, leggere per credere. Ma c'è stato un fatto che ci ha rafforzato nell'opinione che alle ultime elezioni abbiamo preso una cantonata. I 5Stars di Lecce hanno attaccato violentemente l'assessore regionale pugliese Guglielmo Minervini accusato di essere un assenteista cronico. Peccato per loro che Minervini stia combattendo una battaglia durissima contro il cancro, e che le assenze dall'aula del consiglio regionale siano la conseguenza della chemioterapia. Dopo qualche ora sono arrivate le scuse dei militanti del MovimentGrillo i quali, però, ne hanno approfittato per attaccare Nichi Vendola. In poche parole, “ci scusiamo sì... ma”. Insomma, “tutta la nostra umana solidarietà a Minervini ma Vendola è un figlio di puttana”. E che c'azzecca?

sabato 5 aprile 2014

I secessionisti veneti si dichiarano prigionieri politici e all'Aquila affondano le new town. È tutto un delirio, fuori onda, berlusconiano

A volte può più un fuori onda che decine di conferenze stampa ad usum fedelissimi. Maria Stella Gelmini e Giovanni Toti parlano del padrone, e quello che ne viene fuori è una sorta di de profundis difficile da giustificare in un faccia a faccia. Silvio, a detta dei due forzisti di ferro, è un leader azzoppato, metaforicamente e fisicamente. Terrorizzato da quanto gli potrebbe succedere fra cinque giorni, il Capataz è prigioniero delle sue angosce, fatto che si riflette inevitabilmente sul partito. La Gelmini e Toti parlano espressamente di “abbraccio mortale” con Renzi e di quel maledetto incontro al Nazareno che, secondo le aspettative andate deluse di Silvio, doveva essere una specie di lasciapassare per quella agognata agibilità politica della quale Berlusconi ha un bisogno fottuto. Il fatto è che, sondaggi alla mano, molti elettori di Forza Italia apprezzano quell'abbraccio perché in Renzi rivedono quello che Silvio è stato nel 1992. E siccome la storia si ripete, ma non a distanza di venti anni, Il Sindaco ha dalla sua l'elenco lungo uno sproposito degli errori del modello di riferimento, e se a fine maggio dovessero esserci sul serio quegli 80 euro in più in busta paga, ne vedremo delle belle. Siamo convinti che Renzi non avrebbe dato la stura ai movimenti secessionisti ma li avrebbe cavalcati come sta facendo con Silvio. E che quei movimenti siano un po' meno folkloristici di quelli di qualche anno fa, ce lo dimostra il fatto che un secessionista, Luigi Faccia, si è dichiarato “prigioniero politico”, proprio come i brigatisti rossi che finivano in manette. E siamo convinti che Renzi, al posto di Silvio, non avrebbe mai fatto costruire all'Aquila le new town che oggi stanno affondando insieme ai sogni di grandezza di Guido Bertolaso. Matteo non ha industrie né case a Montecarlo e guardate come si è sgonfiato da solo lo “scandaluni” della dependance renziana a Firenze. I capi dell'informazione berlusconiana ci dovrebbero spiegare per quale ragione puntano sui beni immobili o su presunti scandali sessuali degli avversari, forse perché sono le materie che maggiormente conoscono e praticano. Comunque, niente affatto ridendo e scherzando, domani saranno cinque anni dal terremoto dell'Aquila. La città continua ad essere al buio mentre stanno al loro posto, immote, le strutture di sostegno e i ponteggi che costano un fottio di denaro e non producono nessun effetto. 18 anni di berlusconismo sarebbero troppi anche per i Papalagi, il popolo più pacifico della Terra.

giovedì 3 aprile 2014

E Silvio chiese l'aiutino

Se non si conoscesse il soggetto in questione potrebbe sembrare di vivere in un paese delle favole, magari uno di quei regni inventati (mica tanto), da Ascanio Celestini in cui il grande Re Mafioso ciurla nel manico con il piccolo Re Mafioso. In parte, in un paese delle favole scritte male e raccontate peggio, ci viviamo davvero. E non solo perché Silvio si è fatto ricevere da Roi Georges (diremo poi perché), ma perché ventiquattro coglionazzi infoiati in vena di secessione da ottenere con un carrarmato ricavato dal trattore, vengono difesi a spada tratta da quello che indossa le felpe con il geo localizzatore manco fosse uno sviluppatore di Google Maps. Siamo sotto elezioni. Matteo Salvini deve portare il pane a casa. Se non piglia qualche migliaio di voti in Veneto dove volete che li vada a prendere, a Milano sotto scatto ciellino con cattolicissimi dirigenti che stanno finendo in galera come le mosche nel barattolo aperto della marmellata? Il professor Massimo Cacciari, ci dice che il Veneto sta per esplodere. Ma di quello che dice Cacciari non ci preoccupiamo, visto che non ne ha mai azzeccata una. Torniamo a noi. Silvio Berlusconi è salito al Quirinale. “A fare che?”, direte voi. Che domanda, è passato all'incasso della sua disponibilità a portare avanti le riforme che servono al Paese. Silvio è sempre lo stesso, un commerciante nato. Non puoi chiedergli mezzo favore che lui si comporta come un cravattaro qualsiasi e chiede interessi insostenibili per averti prestato un euro per un caffè. Insomma, è andato a chiedere all'Innominabile l'agibilità politica per le prossime elezioni europee, di poter andare liberamente in giro a fare campagna elettorale. Di essere candidato non ci ha neppure provato, però il resto sì. E siccome di chiedere la grazia non vuole saperne “Dimostrerei di essere colpevole”, ha sempre detto il Capataz, si sta comportando come il nostro amico Ciriaco che chiede l'elemosina davanti alle chiese per un pacco di Fortuna da rollo e un litro di vino in tetrapack. Voci bene informate dicono che O' Presidente ha fatto orecchie da mercante. Lo ha lasciato parlare, sfogarsi, imprecare contro la malasorte e alla fine non ha battuto ciglio. Le cronache ci parlano di un muro di gomma contro il quale è andata a sbattere l'assurda pretesa di Silvio di essere considerato innocente perché lo votano sette milioni di italiani. Fino a poco tempo fa, Roi Georges firmava tutto quello che Silvio gli portava al Quirinale, oggi i tempi sono cambiati, c'è stata una sentenza della Cassazione che neppure il Presidente della Repubblica può ignorare. Intanto Silvio è disperato. Sta aspettando il 10 aprile come se fosse il giorno del giudizio sulle note del Dies Irae. Non dorme più, non mangia più, non beve più, non tromba più. Continuando di questo passo, quando la buriana sarà passata, nulla potranno le Scapagnini pills che aiutano sì organi riproduttivi ma vivi.

martedì 1 aprile 2014

L'OAS secondo Razzi Antonio: “Quanto fà”? “50 euro più IVA, INPS, INAIL”. Nasce l'Operatrice Assistente Sessuale

Oggi, più di ieri e di sempre, vorremmo incontrarlo per una intervista. Una specie di chiacchierata core a core, perché Razzi Antonio, senatore di Forza Italia, convertito berlusconiano sulla strada del vitalizio, è un personaggio unico nel suo genere, dai risvolti psichiatrici profondi, fine conoscitore della vita vera, umano anziché no. Travolto dalla notorietà che gli ha dato Maurizio Crozza con la sua irresistibile imitazione, Razzi Antonio, il più indisciplinato alunno di una classe di somari, ha voluto dare la dimostrazione palese che lui, al Senato, lavora sul serio e che tutte le accuse di paraculismo che gli sono state rivolte fino a ieri, non avevano ragione di essere. E allora carta e penna, con tanto di interprete di italiano al fianco, ha buttato giù di getto il disegno di legge n. 1370, avente per oggetto la “disciplina dell'attività remunerata di Operatrice Assistente Sessuale”, in poche parole, la regolamentazione della prostituzione. Mignotte di tutta Italia unitevi, il senatore Razzi Antonio vuole darvi una dignità sociale, fiscale, politica e culturale. Allora. Se il disegno di legge n. 1370 dovesse trasformarsi in norma dello Stato, le signore e signorine dovranno sottostare a un bel po' di impegni e, come un normale contribuente, ricorrere al commercialista per il disbrigo delle pratiche quotidiane. Innanzitutto c'è il riconoscimento della pratica. Scrive Razzi Antonio nell'incipit: “l'attività di OAS può essere esercitata da soggetti maggiorenni con soggetti maggiorenni consenzienti all'interno di una privata dimora, in assenza di persone minori conviventi, in appositi studi professionali o in locali pubblici destinati a tale scopo esclusivo", insomma, via libera alle sex house. E non solo. Le operatrici di cui sopra dovranno osservare le seguenti disposizioni: "I proventi dell'attività di OAS sono soggetti all'imposta sul valore aggiunto (IVA); nel caso in cui l'attività è esercitata in forma individuale, sono obbligatorie l'apertura di un'apposita partita IVA, l'iscrizione al regime pensionistico autonomo obbligatorio presso l'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) e l'iscrizione presso l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL)". Ci piacerebbe sapere quali potrebbero essere gli infortuni sul lavoro di una prostituta: un crampo al polpaccio potrebbe rientrare nella casistica? e un torcicollo? un trauma pubico? una slogatura mascellare? del pollice? Poi c'è anche il risvolto medico-sociale perché nel caso in cui un preservativo dovesse bucarsi durante il rapporto, l'operatrice dovrebbe darne tempestiva comunicazione alle autorità sanitarie competenti (entro comunque il primo giorno feriale) per una pronta denuncia alla ditta produttrice, sai la Durex che risate! Detto ciò, colpiscono le motivazioni che hanno spinto Razzi Antonio a presentare il suddetto disegno di legge, motivazioni che prevedono la tutela dei minori e il decoro urbano. Scrive l'editor di Razzi: “La presente proposta di legge vuole regolamentare anche i luoghi di esercizio della prostituzione, con l'intento di eliminare l'adescamento in strada, ovvero in luogo pubblico, dei clienti, evitando ai cittadini di dover assistere e far assistere a propri familiari minorenni sgradevoli visioni notturne e diurne di prostitute vestite in maniera minima e volgare per adescare più facilmente la clientela che, se in automobile, crea anche pericolo al regolare scorrimento del traffico”. Acclarata la sensibilità sociale del transfugo dall'Italia dei Valori, ci piacerebbe sapere chi gli ha scritto in italiano il testo della legge. Dopo trent'anni di autista, il suo eloquio ci sembra quantomeno sospetto.