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lunedì 7 luglio 2014

I mafiosi e lo sciopero della messa. Don Corleone ha detto "stop"!

Stavolta si sono proprio incazzati. I mafiosi, boss, uomini, mezz'uomini, uominicchi e quacquaracquà hanno deciso di dar vita a una protesta senza precedenti, roba che gli operai sui tetti degli stabilimenti occupati sembrano dilettanti allo sbaraglio. Il plateale abbandono della processione di Oppido Mamertina da parte dei carabinieri, la scomunica di Papa Francesco, qualche segnale di ribellione ai mammasantissima ormai non più nascondibile, li ha messi nella sgradevole posizione, loro, figli del silenzio omertoso delle cosche, di dover uscire allo scoperto. E lo hanno fatto nel modo che ritenevano più spettacolare, disertando in massa la messa domenicale in carcere. Così, se qualcuno avesse avuto ancora dubbi sulla loro mafiosità, lo sciopero dell'ostia li ha resi praticamente reo confessi. Oltre che furbi di quattro cotte, i picciotti scioperanti rappresentano ancora l'ala dura e pura di quella che fu, è e resta l'impero mafioso, altro che quattro disperati senza più un soldo. E da vecchi mafiosi hanno dato la dimostrazione di cosa sia stata la mafia fino a qualche anno fa, il collettore di interessi vari che coinvolgevano tutte le strutture sociali: la politica, le forze armate, la chiesa, la magistratura e, infine, le confraternite religiose e i loro affiliati. Pensate se il santino di Santa Rosalia potesse parlare quante storie potrebbe raccontare di giuramenti fatti a Pater Noster e sangue, ostie consacrate e dito sul grilletto della lupara. Pensate se per un momento quello stesso santino avesse avuto la forza di ribellarsi. Ne avremmo viste delle belle. Altro che scomunica papale, una serie ininterrotta di calci nel culo.

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