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giovedì 26 marzo 2015

I 66 bisboccioni della Regione

Uno dice che vuole essere buono, tollerante, comprensivo, garantista, insomma umano. Poi legge un giornale qualsiasi e si rende conto che alcuni politici abusano del loro ruolo, potremmo dire status, per compiere nefandezze. Allora si incazza. Mai abituati a fare di tutta l'erba un fascio (i fasci ci stanno cordialmente sulle palle), cerchiamo di capire i fatti della vita e della politica adottando il nostro personalissimo metro di giudizio che ci porta spesso a un'unica considerazione: “I politici non sono tutti uguali”, fatto ormai assodato ma che ci induce a delineare una sorta di raptus da shopping compulsivo appena uno viene eletto. Quella del politico è una vera e propria sindrome da curare con lunghi periodi di recupero terapeutico, se non, in qualche caso, detentivo. Perché qualcuno dovrà spiegarci il maledetto motivo per il quale, una volta eletto, il politico di turno sente il bisogno irrefrenabile di acquistare lo yogurt a spese di noi contribuenti. E le sigarette? E il formaggio Philadelphia che non mangeremmo mai neppure sotto tortura? E che cazzo c'entrano i pranzi e le cene domenicali fatte con trenta persone al ristorante? Spese di rappresentanza familiare? Elettorale? Dimostrazione di potere con la carta di credito dell'Ente in cui siedi perché qualcuno ti ha votato? Caso ultimo, quello della Regione Marche con 66, diconsi sessantasei (manca un 6 per demonizzare il tutto) consiglieri indagati dalla Procura della Repubblica. Le accuse vanno da peculato al concorso in peculato, mentre spicca fra tutti il caso della consigliera dell'Italia dei Valori, Paola Giorgi. Accusata di truffa, la Vice Presidente dell'Assemblea Legislativa delle Marche, si è fatta rimborsare fino a 5500 euro per rimborsi chilometrici non dovuti. Ma il meglio di sé lo ha dato Marco Ricci, capogruppo del PD, che si è visto mettere sotto accusa per uno scontrino di 21,71 euro. Il Capogruppo avrebbe acquistato beni alimentari con la carta della regione perché sprovvisto momentaneamente di spiccioli: yogurt, vino San Crispino, Philadelphia e limoni sfusi. A difesa di Marco Ricci la considerazione che si nutre male, con poco e beve ancora peggio. 

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