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giovedì 21 luglio 2016

Ultra

Dalla home page di Repubblica di oggi: “Ricucci, noto ultra della Roma, arrestato dalla Finanza”; “Noti ultras della nazionale di calcio, bocciano le intercettazioni telefoniche delle Olgettine”; “Ultras anarchici della Fermana arrestati per le bombe davanti alle chiese”; “Quattro medici e un'infermiera, ultras dell'Asti, arrestati per furti di medicinali”; “Arrestati due poliziotti, ultras del Palermo: falsa sparatoria per avere un premio”; “Ultra del Tirana arrestato per una sparatoria a Ravenna”; “Tredici scafisti di terra, ultras del Tripoli, arrestati in Lombardia per traffico di migranti”; “Ultras del Napoli incendiano il Parco del Vesuvio”; “Arrestato poi scarcerato ultra disoccupato del Torino per furto di dessert”; “Ultra dell'Olbia arrestato per aver picchiato un disabile”; “Ultra del Lecce arrestato per aver dato fuoco al padre della ex”. Si potrebbe continuare all'infinito. Ci mettiamo, per un breve post, nei panni del presidente della squadra di calcio della Fermana. In pochi giorni gli hanno arrestato un ultra fascista e due ultras anarchici bombaroli (non hanno capito una mazza dell'anarchia ma va bene così). In poche parole, seguendo l'ordine dei termini usati, quasi un #ultra, sembra che la volontà dei media sia quella di non sottolineare l'appartenenza ideologica e politica di chi compie misfatti, ma di identificarli semplicisticamente, usando il termine ultra: insomma, tutta colpa del calcio. Sta passando la linea secondo la quale chi tifa per una squadra, e lo fa mettendosi addosso una sciarpetta, sia potenzialmente un assassino, uno spacciatore, un violento, un pedofilo, un femminicida. È vero che certi ultras sono dei veri e propri pezzi di merda, ma da qui ad addossargli tutte le colpe del mondo ce ne corre. Sarebbe come dire: “Noto ultra dell'Ankara compie il genocidio dei dissidenti”. Un consiglio al presidente della Fermana, la sua squadra sta passando per una fucina di delinquenti, quereli qualche pressappochista della parola, farebbe un favore a tutti e soprattutto all'umanità sofferente.