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lunedì 29 agosto 2016

Questo strano post di fine estate



A volte il mondo non gira per il suo verso naturale ma va all'incontrario, come il treno di Paolo Conte. Un movimento che ai più appare impercettibile, ma un occhio e un cuore attento lo vedono, lo sentono, lo vivono. Questo è uno strano post di fine estate. Oddio fine estate mica per tutti. Io ho lavorato e quindi mi spetta almeno un giorno al mare a settembre, quando si è in pochi, quando non ci si brucia, quando i bambini stanno all'asilo e a scuola e le mamme non urlano, quando l'extracomunitario lo fermi tu e in cinque minuti ti racconta la sua vita per un accendino. Il mare di settembre è una favola. Dove vado io poi, la favola la vivi insieme ai gabbiani e la mente si libera di tutti gli orpelli e i luoghi comuni che ti hanno reso invivibile l'estate affollata e caciarona che hai appena visto scorrere. Le scosse di terremoto che continuano a un ritmo decisamente insopportabile, ti scuotono un po', poi pensi alla gente del piceno e del reatino e ti dici che va bene così, che poteva andar peggio, che puoi continuare a cantare Azzurro finché il cielo lo è. Anche questa estate ho vissuto sentendomi accerchiato dall'imbecillità, a questo punto penso sia un vezzo ma non lo è, è semplicemente la realtà. Sono circondato da menti sottilissime che scendono talmente tanto in profondità (parlo di pensieri), che corrono il rischio di affogare nella vasca da bagno. Da gente che si definisce “strana” e mentre te lo dice raggiunge l'orgasmo perché “famolo strano” non è solo una battuta di Carlo Verdone. Da accattoni della cultura che come la nominano, fanno la boccuccia a culo di gallina, veri e propri sfigati della rincorsa a capire. Da quelli che capiscono tutto loro, fanno tutto loro, riparano tutto loro e ricordano Berlusconi e il “ghe pensi mi”, esseri onnipotenti che avrebbero bisogno di due calci nel culo. Da quelli che leggono un romanzo e quando gliene chiedi la trama non ricordano neppure l'autore, l'ambientazione, almeno il nome del personaggio principale. Da quelli che si incasinano la vita come se la vita non lo fosse già di per sé, e inventano storie parallele, mondi paralleli, mali paralleli, esistenze parallele, spiagge parallele perché in questo non sanno proprio viverci. E' uno stupido post di una stupida fine estate. Meno male che ci sono le nuvole e a settembre sarà possibile inseguirne un po'. Le nuvole, cari amici e semplici conoscenti, non mentono mai, non fanno domande, non pretendono risposte.

lunedì 22 agosto 2016

C'è chi dice no (e spinge violentemente a votare sì). Baffetto all'attacco


Il Presidente del consiglio dovrebbe mettere mano quanto prima alla sua squadra di comunicatori i quali, poverini, non ne hanno azzeccata una e continuano a farlo. Sbagliare è umano, perseverare democristiano, cambiano i tempi, cambiano i proverbi ma i suoi ghostwriter balbuzienti dovrebbero capire che al di là delle parole occorrono i contenuti, altrimenti si bluffa e si rende un pessimo servizio al committente. Trump, ad esempio, ne ha fatto fuori una decina. Il suo caso però, è quasi disperato; come si fa a nascondere un debito d'impresa di 650 milioni di dollari dopo aver “comunicato” al mondo di essere il più grande uomo d'affari? E come si fa a nascondere di aver fatto ricorso ai nemici storici per qualche email in più? E come si fa a chiedere il voto agli afroamericani dopo averli picchiati brutalmente ai suoi comizi? Ci vorrebbe un genio ma Trump, di geni, non ne ha e speriamo faccia la fine che merita: essere dimenticato al più presto dalla storia. Ma torniamo a noi. Vota no la destra berlusconiana. Silvio, che di trappole se ne intende, voleva tirarne una anche a Renzi (il Nazareno), ma gli è andata male perché non aveva previsto che una parte del suo non-partito, aveva più voglia di poltrone che di idee. Salvini e la Meloni votano no a prescindere, loro votano sì solo quando sono al governo e possono investire in diamanti, il resto è noia, compresa la politica contro i baluba quando i baluba veri li hanno in casa. Quello del M5S è l'unico no che comprendiamo. I pentastellati sentono odore di vittoria e vorrebbero che la legge elettorale restasse la stessa, quella che prevede il premio di maggioranza al partito e non alla coalizione. Vincendo il no, Renzi si indebolirebbe e anche se ha detto che si voterà nel 2018, la perdita al referendum di ottobre/novembre/dicembre rappresenterebbe un colpo di karate al collo, con tanto di strada spianata al monocolore M5S.
“Baffetto” voterà no, anche lui come Salvini e la Meloni, a prescindere. Colui che ha fatto il Presidente del Consiglio senza essere eletto (ricorda qualcuno?), che si è alleato con Kossiga e Mastella per fottere Prodi, che non ha mai digerito il PD, che ha perso tutte le elezioni alle quali ha partecipato, che aveva messo la bocca sul ministero degli esteri europeo per finire miseramente trombato, quello che si definisce il politico italiano “più intelligente di sempre”, si porta appresso talmente tanto rancore che, pur di vedere Renzi in ambasce, venderebbe perfino il suo storico risotto a Vissani. “Baffetto” è diabolico. Quando Bersani propose Prodi alla presidenza della repubblica, al telefono con Romano gli disse: “Mica si diventa presidente della repubblica così, con una nomination non concordata”. Prodi restò in Africa e i 101 zozzoni fecero il resto (leggere il libro di Occhetto, please!). Ora Baffin-Baffetto riunisce i pidini no-centrici cercando di anticipare il congresso e di dare una spallata al premier prenditutto. Dalla sua ha i nostalgici di sempre del berlusconismo, quelli che dicevano di essere contro Silvio e nello stesso momento, facevano malamente passare tutti i lodi del mondo e qualcuno in più. Baffetto definì Mediaset una “grande impresa culturale” e quella cultura ha finito per scombinare la testa di milioni di italiani, che hanno nella Sagra della polenta e nei film di Checco Zalone, i punti di riferimento più solidi.

Come? La sinistra storica? Perché esiste ancora oltre la cinta muraria di Capalbio? Gli immigrati vanno bene dappertutto meno che a casa loro. Capalbiesi si chiamano ora, non comunisti.

mercoledì 17 agosto 2016

Il grillo, i grilli, i grulli

E tutti a parlare delle vacanze di Beppe Grillo sullo yacht come se (dududum ...questa estate con me), per essere coerente (quando, dove, con chi?) avrebbe dovuto trascorrerle in un eremo camaldolese, a pane e acqua. Vediamoli, in minima parte, quelli che protestano e si indignano.
Dunque: c'è il benzinaio che allunga gli ottani con l'acqua, quello che, ditino facile, mette meno carburante di quanto richiesto (e pagato), quello che ti fa pagare un paio di tergicristalli come fossero i famosi diamanti di Tiffany. C'è l'indignato perenne, quello che tuona contro tutto e tutti salvo non pagare le tasse, farsi fare lo sconto dal dentista al quale non chiede mai la fattura, investire mezzo milione di euro (buonuscita dice lui) in bond farlocchi che diventano carta straccia. Li chiamano “risparmiatori”, mah! C'è poi l'incazzato perenne che però ha un amico infermiere, lui non fa mai la coda, se gli serve una tac gliela fanno in due giorni, altro che liste d'attesa! Poi ci sono quelli che vedono un immigrato di colore e cominciano a sbraitare. Diventano cianotici, nervosi fino al parossismo, arrivano a casa e picchiano la moglie e, se sono guardie giurate, finanzieri, militari, tirano fuori la pistola e sparano al vicino che ha il gatto antipatico. La gente, insomma, non si rende conto che quando chiede a un amico o amico degli amici, di saltare la coda, commette un atto invicile e immorale. La colpa è sempre del governo che, con la sua imperizia, causa file chilometriche. Ci sono poi gli imprenditori di nome ma non di fatto, quelli che appena finisce la stagione estiva volano alle Maldive. Peccato si siano dimenticati di pagare il personale. Ci sono i compagni-compagni, quelli che “la coerenza” è ragione di vita. Costoro sono i peggiori perché, nel chiuso dei loro circoli chic-borghesi, pasteggiano a Ferrari e ricci di mare sognando la rivoluzione. Inguaribili romantici, passata la sbornia si rendono conto che protestare tanto va bene in pubblico, in privato rimirano soddisfatti la loro busta paga da 5000 euro al mese. Ci sono quelli che protestando per le tasse eccessive, diventano addirittura comici. Orfani di Berlusconi, in possesso di un basso (o assente) senso civico, ma anche di un castello nel Trentino, non sgancerebbero un euro allo Stato neppure sotto tortura. Loro sono sempre alla ricerca di un leader politico che non gli faccia pagare le tasse: il danè è sempre il danè. Ipocriti della domenica, molti italiani dimenticano in che modo hanno accumulato le loro piccole ricchezze e si giustificano dicendo “i soldi mi servono per la vecchiaia”... minchia che vecchiaia! Grillo è andato sullo yacht per ferragosto, ha incontrato gente, ha bevuto, ha mangiato, ha parlato, digerito e probabilmente defecato. C'è qualcuno che crede che Gasparri sia stato tutto il giorno in chiesa? Ah be, sì be. Ho visto un re.