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martedì 7 marzo 2017

Cornetto&Cappuccino. 800 piccoli cadaveri


800 piccoli cadaveri

Sembra di stare seduti in poltrona a guardare Judi Dench che interpreta Philomena o Nora-Jane Noone la Bernadette di Magdalene. Invece quasi tutti i giornali del mondo riportano, nelle pagine della cronaca più nera, la storia della Casa del Buon Soccorso per madri nubili e bambini, gestita dalle pie suore cattoliche di Tuam, contea di Galway, Irlanda. Che le vicende raccontate nei film di cui ho fatto cenno fossero reali non c'erano dubbi perfino per il Vaticano, che su storie come queste avrebbe preferito metterci una pietra tombale, magari con un necrologio degno.
Nessuno però, aveva fatto i conti con Catherine Corless, donna sessantatreenne e storica dilettante, che si è messa a spulciare documenti e ascoltare testimonianze nonostante tutti le dicessero: “Ma è roba vecchia, lascia stare, chi te lo fa fare”. Tutto era iniziato negli anni '70, quando un gruppo di bambini che giocava a pallone, era letteralmente inciampato in un mucchietto di ossa umane. I paesani, convinti che sotto si nascondesse qualcosa di inenarrabile, per onorare i defunti decisero di costruire un piccolo tempio che divenne in poco tempo, oggetto di penosa devozione.
Catherine, cocciuta e determinata a portare a termine la sua impresa, scopre così 800 certificati di morte di feti e bambini con una età che andava dalle trentacinque settimane ai tre anni di vita. Cause assurde e spesso fantasiose, ma tutte a dimostrare che in quel luogo non c'era nessuna cura, nessuna prevenzione, nessun rispetto per i figli della colpa. Certificati in mano, Catherine Corless parla con preti, frati, suore, sagrestani e pie donne, ma la voglia di ricordare non c'è e anzi, subentra una totale omertà. Della vicenda scoperta da Catherine, con tanto di fossa comune annessa, solo un trafiletto sul giornale locale, fino a quando il vecchio padre di uno dei bambini morti non ne parla con un giornalista di Dublino.
A quel punto la frittata è fatta e Tuam assurge alle cronache nere, anzi lugubri, mondiali.

I misfatti che prelati e suore hanno compiuto nella cattolicissima Irlanda fra il 1922 e il 1998, è ora oggetto di indagine da parte di una commissione istituita dal governo. Chissà che alla fine, quei corpi non abbiano un nome e una sepoltura. Poca cosa, anzi nulla rispetto a quello che uomini e donne in abito talare hanno compiuto in nome del “rispetto per la vita”.

La fossa comune di Tuam

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