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domenica 30 aprile 2017

Cornetto&Cappuccino. A Bolzano i più ricchi, ad Ascoli Piceno i più poveri. Ah, la depressione!


A Bolzano i più ricchi, ad Ascoli Piceno i più poveri. Ah, la depressione!

Eppure di Suv ne girano tanti e il porto turistico è pieno di belle barche che è possibile definire yacht. Le boutique, insieme agli stracciaroli, invadono i centri storici e i centri commerciali sono sempre pieni di persone che fanno compere e mangiano, mangiano e fanno compere. Le movide serali e notturne sono sempre affollatissime e non è che una birra costi qualche centesimo! Poi il fatto è che di birre ne scorrono a fiumi e l'insofferenza e l'ignoranza fanno il resto, risse con tirapugni comprese. Da quello che è possibile vedere, pur vestendo casual (molto di lusso in qualche caso), la popolazione non è che se la passi male, anzi. Però la vita culturale è ridotta ai festival del cibo e alle celebrazioni dei morti (drammaturghi, artisti, cantanti, ecc.), aspetto che, considerate le amministrazioni destrorse attuali, riteniamo una gran fortuna, come quella che le bande musicali eseguano solo le vecchie marcette militari, quelle che più innocue non si può, e che il 25 Aprile si rifiutino di suonare Bella ciao.
In tutta la provincia si avverte il maleodorante puzzo di fritto, quello che la Suprema Corte ritiene un reato di vilipendio al gusto, ma la 'ggente (panem et circenses) gode e noi la lasciamo godere.
Stiamo parlando della provincia in cui viviamo, Ascoli Piceno, che l'Osservatorio statistico dei Consulenti del lavoro su microdati Istat, pone all'ultimo posto della classifica sulle “retribuzioni nette medie mensili degli occupati alle dipendenze (15-64 anni): stipendio medio mensile, insomma, 925 euro, roba da fame nera.
Quello che ci ha colpito, è che province che credevamo molto più povere di noi, ci sopravanzano di diverse posizioni mentre le altre delle Marche, con Ancona in testa a 1324 euro, vanno dalla 39a posizione in giù
Le Marche, secondo questa statistica, non sono affatto una regione ricca eppure, da Porto Sant'Elpidio in su, di ricchezza ne abbiamo vista e ne abbiamo sentito l'odore. C'è una sorta di gap che non riusciamo a comprendere, fra quello che si percepisce e quello che si guadagna. Ci piacerebbe sapere, ad esempio, quanto in questo discorso incidano le cosiddette finanziarie e quanto il lavoro in nero, e il nero fuoribusta, siano parte integrante di un benessere che si vede ma non si spiega. Quello che sappiamo per certo, è che la nostra regione spicca per risparmio e che l'arpagonismo sia una delle malattie più diffuse. 
Il “braccetto corto”, la tirchieria, sembra facciano parte del nostro dna, eppure noi non siamo così, perché noi, alla fine, siamo e ci consideriamo cittadini del mondo.
C'è infine il discorso legato alle proprietà immobiliari. Sono tante, tantissime. Abbiamo sentito parlare di 30, 40 appartamenti posseduti da una sola persona e ci domandiamo se quella persona paghi o no le tasse. Già, le tasse. Un punto talmente dolente che in provincia abbondano i cosiddetti consulenti del lavoro o commercialisti che dir si voglia. Tutti sanno che guadagnano sul risparmio degli altri e qualcuno, ogni tanto, fugge con la cassa verso paradisi veri e non quelli fittizi che una vita di provincia vuota spesso produce e mostra con baldanzosa arroganza.

Al primo posto, dove gli stipendi hanno un loro perché pur essendo inferiori a quelli del resto d'Europa, è la provincia autonoma di Bolzano (1476 euro), e se Bolzano è autonoma e ricca, qualche domanda dobbiamo farcela. Come sempre è destinata a cadere nel vuoto, quello espanso che piace tanto a chi vende un gin in più e un libro in meno.

PS. Domani è il 1 Maggio e Cornetto&Cappuccino va in trasferta. Magari a Portella della Ginestra.


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