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venerdì 19 maggio 2017

Cornetto&Cappuccino. Finalmente la legge contro il cyberbullismo


Finalmente la legge contro il cyberbullismo

Ci volevano suicidi e folle di ragazzi in cura dagli psichiatri perché la Camera dei Deputati le desse il via. Ci volevano pagine di giornale e trasmissioni televisive per far capire di che pasta sono fatti molti dei nostri figli. Insomma, ci voleva, e finalmente c'è, una legge che permettesse agli stessi ragazzi di denunciare e far rimuovere dal web quelle che per anni sono state vigliaccate allo stato puro. Per molti idioti, il web ha rappresentato l'arma di alienazione di massa, la sublimazione dell'ignoranza, della cattiveria, delle spacconate fatte in branco, della volontà assoluta di sottomettere un coetaneo solo perché più fragile o con qualche difetto fisico-comportamentale. La scuola, fonte di vita sociale, avrebbe dovuto essere il baluardo contro il dilagare di un fenomeno tribale, invece, molti insegnanti, stanchi, depressi e demotivati, hanno permesso, sottovalutandone la portata, che tutto ciò diventasse la riedizione reale della serie di Nightmare, l'incubo peggiore.
Oggi a un ragazzo o a una ragazza che hanno compiuto 14 anni, è consentito di rivolgersi alle forze dell'ordine per denunciare e far rimuovere quei contenuti che ritengono lesivi del loro sacrosanto diritto alla privacy. Possono dunque denunciare tutti quei casi di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, manipolazione, acquisizione o trattamento illecito di dati personali realizzata sul web contro minori. È una svolta storica perché la possibilità di denunciare, fino a prima dell'introduzione della legge, era data solo ai maggiorenni. Le cose ora cambiano e quel senso di vergogna che spesso contraddistingue il rapporto fra genitori e figli e che spinge a nascondere piuttosto che a rivelare fatti di una gravità estrema, oggi non ha più alcuna ragione di esistere.
La relatrice della legge, la senatrice Elena Ferrara del PD, ha lottato perché passasse nei due rami del Parlamento, e diventasse quella che è diventata, una proposta approvata all'unanimità. Commovente il fatto che la senatrice Ferrara fosse stata l'insegnante di musica di Caterina Picchio, la ragazza quattordicenne di Novara che tutti indicano come la prima vittima accertata del cyberbullismo. Caterina aveva subito una violenza sessuale da parte del branco che aveva pensato, come logica conclusione della bravata, di postare il filmato sui social. La ragazza, divenuta immediatamente oggetto di scherno da parte di amici e coetanei, disperata, nel gennaio 2013 si suicidò.

In tribuna, per la votazione finale della legge, era presente Paolo Picchio, il padre di Caterina, che ricorderà per sempre le ultime righe scritte dalla figlia: “Le parole fan più male delle botte”.


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