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martedì 30 maggio 2017

Cornetto&Cappuccino. I suffragi e i preti tarocchi


I suffragi e i preti tarocchi

Ormai uomini di mondo, noi che non abbiamo fatto il militare a Cuneo ma a Bracciano, avevamo la sana convinzione di averle viste (e fatte) tutte. Purtroppo non ci rendevamo conto che la fantasia, nell'epoca del virtuale spinto, supera sempre la realtà. È su questo concetto che si basano le fakenews, sulla discrezionalità con la quale un fatto (vero) può essere travisato fino a mostrarlo sotto un'altra luce, una versione opposta, e farlo apparire altrettanto vero. Se fosse un mockumentary saremmo in presenza di una visione artistica ma siccome non lo è, possiamo permetterci di parlare di mondo taroccato, come quei Rolex che durano il tempo strettamente necessario per fare bella figura con la bonazza di turno. Non ci si può e deve meravigliare, quindi, se anche nel mondo delle arti e dei mestieri i tarocchi di turno prendono il posto degli artisti, degli artigiani e dei preti veri. Perché proprio di un prete sui generis stiamo parlando. Lo ricordate don Orlando Amendola, il pretacchione del Campo X del cimitero di Milano, noto celebratore di fasci vivi e defunti? Ne abbiamo parlato qualche giorno fa e da allora, la giustizia ha compiuto i passi che le erano stati richiesti. Don Orlando, insieme agli altri presenti alla cerimonia funebre postuma del “camerata” Umberto Vivirito, è stato denunciato per “apologia del fascismo”, reato grave previsto sia dalla Costituzione che dal Codice Penale. Ovviamente, dopo il diffondersi della notizia, tutti si sono chiesti chi diavolo fosse il don Orlando nero che più nero non si può. È venuto fuori che né la Diocesi di Milano né il Vaticano sanno chi sia il Din-Don e poffarbacco anche Dan. Insomma, per le gerarchie cattoliche don Orlando non è un "don", non appartiene alla Chiesa, non è un fruitore dell'8 per mille e non ha fatto voti di castità né di astinenza dalla politica. Però un prete lo è davvero, dei Vetero Cattolici, un ordine non riconosciuto dalla Diocesi di Milano né da Roma. Ma non contento, don Orlando, lo scrive sul suo profilo Facebook, è entrato a far parte della Chiesa Cattolica Nazionale di Polonia che, a sua volta, si è staccata dai Vetero Cattolici. Insomma, per chi non lo avesse capito, nella Chiesa è subentrata la sindrome dei cespugli della sinistra italiana, per la serie: più siamo, meglio siamo, meno contiamo se non per i reduci.



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