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lunedì 8 maggio 2017

Cornetto&Cappuccino. Vince Emmanuel Macron. Il pericolo è s-campato


Il 66 per cento e passa la paura. Emmanuel Macron, come largamente previsto, ha vinto la corsa alle presidenziali francesi battendo ancora una volta, un Le Pen. Che i Le Pen abbiano fatto il loro tempo, non se n'è accorto Salvini ma i francesi sì. Che l'antipolitica, intesa come mancanza di politica - visto che i politici attuali sono tutti uguali e ladri -, ormai abbia scassato i cabasisi è un dato di fatto che si traduce, percentualmente, in un 33 per cento della popolazione elettrice. Insomma in Europa, un terzo dei cittadini è orientato verso un populismo che se non fosse vuoto come un condom gonfio d'aria, potrebbe rappresentare una valida alternativa al nulla attuale.
La sensazione, dall'Austria alla Francia alla Germania, è che ci sia una mano nascosta e misteriosa che punti sulla paura per consentire a forze politiche che non hanno niente in comune, di governare insieme. La grosse coalition, con la sinistra a fare da tappetino da yoga-party, è ormai un concetto passato dappertutto e, se continua così, lo sarà anche in Italia.
Dovete sapere che gli italiani sono un popolo intelligentissimo, i più intelligenti del Novecento. Altro che Gramsci e Berlinguer, da noi c'è qualcuno che, dato al 2,3 per cento, pensa di poter influire sulla formazione del prossimo governo come il PSDI e il PRI negli Anni '70. Ed è talmente intelligente che afferma senza pudore che Macron e Le Pen sono uguali, che il banchiere è simile alla finta fascista. 
Ora, avete voglia di sentire quello che Andrea Orlando e Michele Emiliano hanno detto all'assemblea del PD, e cioè che non vogliono governare con Berlusconi preferendogli Bersani, la storia purtroppo sarà questa e invece di lottare contro un fascista finto, si ritroveranno a lottare contro un fascista vero. Se ne sono accorti ad Harvard ma non a Roma
Il giovane Macron ha sulle spalle un'impresa bestiale ma chissà perché (forse la saggezza della moglie?), lo vediamo più attrezzato di Matteo Renzi che ieri, come se nel frattempo non fosse accaduto nulla, ha ricominciato esattamente da dove aveva lasciato: piglio sicuro e aria schifata non appena parla degli altri. Perché mentre parla di sé, la tromba d'aria è pronta a lanciarlo in gloria.




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