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lunedì 19 giugno 2017

Cornetto&Cappuccino. Il racket delle elemosine


Il racket delle elemosine

Si fa presto a dire “elemosina”, perché di tanto si tratta, e che non si provi a scambiarla per solidarietà che, almeno cristianamente parlando, è tutta un'altra cosa. Sono scene di vita quotidiana, quelle a cui assistiamo entrando o uscendo da un supermercato, da un bar, da un esercizio pubblico qualsiasi, da una chiesa. E riguardano principalmente donne e uomini che chiedono l'elemosina in cambio di piccoli gesti: aiutare a portare il carrello della spesa, caricare pacchi e buste in macchina, aprire una porta, dire “buongiorno” visto che oggi non lo dice più nessuno. Servizi minimi ma che richiedono in cambio qualche monetina. C'è anche chi di servizi non ne fa e l'elemosina la chiede e basta, ma sono sempre di meno, sembra quasi una questione di dignità. Poi, una mattina che esco prestissimo di casa perché non ne posso più di stare a letto, assisto a una scena di cui qualcuno mi aveva parlato pochi giorni prima ma alla quale non avevo mai assistito. Da un Suv (sic!) vedo scendere quella che sembra una compagnia di attori-mendicanti in tournée già vestiti di tutto punto per interpretare il ruolo di clochard. Armati di cartelli scritti in un italiano approssimativo e di cappelli, si avviano lentamente sui “luoghi di lavoro”, gli stessi davanti ai quali li ho visti molte volte chiedere la carità. Che capire che la cosa puzzasse, e parecchio, non occorreva un acume particolare, bastava guardare, perché spesso la realtà è la migliore testimone di fatti e circostanze sospette. Insomma, dietro agli elemosinanti ci sono gli elemosinatori, coloro che lucrano anche sui venti o cinquanta centesimi che il caritatevole dà a chi crede stia peggio di lui.
Mancava la conferma ufficiale a quello che era soprattutto un sentore e, a fugare ogni dubbio, ha pensato in questi giorni la polizia giudiziaria di Bari che ha scoperto il racket delle elemosine messo in piedi nel Cara di Palese. Il fatto è che la prostituzione, principale fonte di guadagno della criminalità più o meno organizzata, è in forte calo e non per la mancanza di domanda ma di offerta. Le ragazze provenienti dall'Africa, soprattutto dalla Nigeria, sono sempre più giovani e quindi meno disposte a farsi schiavizzare dai magnaccia di turno. Appena possono denunciano, e questo ha causato notevoli danni a una economia sommersa che fino a quel momento prosperava. Così, per sopperire a un'entrata certa e al soldo facile, i “ras” hanno pensato al cuore grande degli italiani e messo in piedi una vera e propria rete di elemosinanti da taglieggiare. Sembra Oliver Twist ma è la realtà, peraltro non uscita fuori dalla penna di un cronista di nera. Uno pensa di compiere il buon gesto quotidiano invece si ritrova, inconsapevolmente, ad arricchire la tratta delle anime perse. Per organizzare tutto questo, occorre una fantasia sconfinata ma anche una ferocia e una violenza che non tengono in nessuna considerazione l'umano che dovrebbe essere in ognuno di noi ma che ultimamente latita.



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