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mercoledì 26 dicembre 2012
A fine anno le primarie del PD: i magnifici dieci vecchi. Nonostante il buonismo natalizio l'Italia si riscopre omofoba e intollerante.
Son
lì, fra le braccia del Pd, avvinti come l'edera. Sono i dieci
“vecchi” del Partito Democratico che hanno ottenuto la deroga dei
tre mandati. Si ripresenteranno, convinti come sono, di portare ancora
il loro bagaglio di esperienza di militanti di lunga pezza, alla
politica italiana. Sono i dieci che, al contrario di Massimo D'Alema
e di Valter Veltroni, hanno deciso di morire sulla scena, come
Molière, invece di lasciare il posto alle new-entry e di ritagliarsi
uno spazio di nonni e nonne, vecchie zie e zii, militanti qualsiasi e
saggi a gogò in una società civile che li accoglierebbe (forse) a
braccia aperte. E poi si sa, dalle parti del Pd nessuno viene mai
lasciato a piedi. Dopo anni di militanza e di sangue versato al
partito, i dirigenti vengono riciclati al pari della carta e del
cartone, della plastica e del vetro. Per loro si inventano posti,
fondazioni, associazioni, centri-studio, ruoli ad personam,
presidenze di enti inutili, di squadre di pallamano e calcetto, di
consorzi turistici e festival del gusto, consulenze, incontri
letterari, condomìni di lusso e castelli restaurati, palazzi
prestigiosi e perfino qualche direzione di uffici stampa. Nel Pd,
proprio come accadeva nel vecchio Pci e nella Dc, nessuno, neanche
con la pensione maturata, viene mai messo da parte perché, nel
frattempo, deve sistemare mogli e figli, fratelli e sorelle, cognati
e nipoti, amici e qualche nemico con il quale ha spartito un po' di
consociativismo nei tempi che furono. Evidentemente, i magnifici
dieci vecchi del Pd, salvati dalla direzione nazionale del partito,
non avevano nessuna intenzione di rituffarsi nel quotidiano: meglio
un'ultima legislatura, tanto per non dover chiedere un ruolo
arrotonda-vitalizio, una volta abbandonati gli scranni parlamentari.
Sono tre donne e sette uomini, una percentuale del 30% molto vicina a
quel 40 che Bersani dice di voler assegnare alle donne nella prossima
legislatura. Le gentili signore sono, Rosy Bindi, Anna Finocchiaro e
Maria Pia Garavaglia, mentre i signori rispondono ai nomi di Franco
Marini, Beppe Fioroni, Mauro Agostini, Cesare Marini, Claudio Bressa,
Giorgio Merlo e Beppe Lumia. Più ex Dc che ex Pci, segno
inequivocabile che il mondo cattolico è talmente frastagliato, da
non poter assicurare a vecchi credenti, una rielezione certa. Intanto
è sorta una polemica sull'addio di Pietro Ichino che, prima si è
schierato dalla parte di Renzi, poi si è lanciato tra le braccia di
Mario Monti. I militanti del Pd sono inferociti con lui, e sono
arrivati a chiedergli pubbliche scuse per un passaggio di campo che
ritengono intollerabile. Esemplare la risposta di Ichino: “Scusa a
chi, e di che?” Ferma restando la bontà della scelta di far
nominare dagli elettori i candidati alla prossima legislatura, resta
la sensazione di un Pd che, ancora una volta, non riesce a staccarsi
definitivamente dalle sue matrici partitiche più spicciole e
deteriori, il tutto mentre ha mandato al macero, ormai da tempo,
qualsiasi idealità politica; l'effetto Berlusconi ha devastato anche
i democratici. A proposito di cattolici, quella categoria di
praticanti religiosi famosi per la tolleranza, l'accoglienza e la
solidarietà. Ha fatto scalpore il “manifesto” di don Piero
Corsi, parroco di San Lorenzo, parrocchia di Lerici (Liguria), nel
quale il prete si scaglia contro le donne accusandole esplicitamente
di "istigazione al femminicidio". Insomma, per don Piero, se le donne
vengono violentate o uccise la colpa è la loro e degli abiti
succinti che indossano, che scatenano gli istinti primordiali
dell'uomo cacciatore. Il manifesto si commenta da sé, non occorre
aggiungere altro, se non consigliare caldamente alle autorità
religiose un immediato Tso nei confronti di don Corsi il quale,
chissà, magari in un manicomio criminale, incatenato al letto di
contenzione, avrà più tempo per ripensare in modo corretto alla
Mulieris dignitatem. Ma don Piero è ormai un prete recidivo. Intende
a modo suo la missione della quale è stato investito da SS Madre
Chiesa e non perde occasione per distinguersi con iniziative
bizzarre. Lo scorso mese di ottobre, il parroco di San Terenzio
aveva esposto sulla sua bacheca, al cui confronto quelle di Casa
Pound gli fanno una pippa, le vignette anti-islamiche che avevano
scatenato la furia integralista in tutto il mondo. Mentre, qualche
mese prima, era stato visto correre come un pazzo nella sua canonica,
brandendo un candelabro in mano, dietro un vagabondo che cercava
l'elemosina. E pensate, oltre ai preti pubblicizzati in tv, quelli
che aiutano le persone che altrimenti morirebbero di solitudine, una
piccola parte dell'8 per mille delle vostre tasse, va pure a don
Piero Corsi. Destinazione dei fondi: bacheche e candelabri, per un Kalashnikov occorrerebbe qualche euro in più.
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