Bond è
ormai un personaggio da teatro greco classico, da Shakespeare
drammatico, il Yokoi Shoichi soldato giapponese fedele
all'Imperatore, ritrovato nel 1972 solo, e ancora combattente, nella
giungla. Al contrario di Yokoi però, Bond qualche amico lo ha. Fra
di loro si chiamano “lealisti” e li unisce non la sete di potere
e la brama di poltrone, piuttosto la fedeltà assoluta nell'uomo che
non è stato solo il salvatore da fallimenti esistenziali totali, ma
un vero e proprio mecenate-faro per donne dai non complessi costumi e
uomini sull'orlo del suicidio. La devozione nei confronti di Silvio è
tale e quale a quella che in milioni hanno per Padre Pio o per Madre
Teresa di Calcutta anche se, come spesso accade, la via che porta al
fanatismo religioso è un'erta fitta di pericoli. Bond è diverso da
Bonaiuti o da Fidel Confalonieri o dagli stessi Letta (zio) e Denis
Verdini, l'ex titolare del Mibac è innamorato follemente del Padrone
e il suo stato di asservimento totale e acritico, è frutto di un
sentimento profondo, un misto di rispetto e gratitudine che se Bond
fosse una donna... Della conferenza stampa dei ministri facenti
parte del governo LettaLetta, non ha criticato né l'inopportunità
né il tentativo (fallito) di contarsi. A lui è balzato agli occhi che nessuno dei suoi ormai ex colleghi di partito, abbia
fatto cenno al dramma personale che Silvio sta vivendo in questo
momento. Nessuno dei ministri pidiellini ha detto una sola parola
d'accusa nei confronti della magistratura né qualcuno ha avuto il
coraggio di attaccare la politica estremista, forsennata e forcaiola del Pd
(sic!). Sconvolto, confuso, deluso, tradito, esterrefatto, al termine
della conferenza stampa Bond, con le lacrime agli occhi ha detto, “neppure una parola su Silvio, questa conferenza stampa è stata
una pagliacciata”. Logico e conseguenziale, l'essersi schierato con
Raffaele Fitto (indagato e condannato dal tribunale di Bari, in primo
grado, a quattro anni di carcere - di cui tre condonati - per
corruzione, finanziamento illecito ai partiti a abuso d'ufficio) che
sembra essere diventato il leader dei cosiddetti “lealisti”. Bond
non ne può più di traditori e voltagabbana. Il suo credo politico è
uno e non è una ideologia ma un uomo, Silvio, che la prossima
amnistia tirerà fuori dai guai ridandogli quella agibilità
politica che gli consentirà di tornare in possesso del passaporto
(Vlady lo sta aspettando nella dacia con Natasha).
Guai,
e molto seri, per l'uomo della neve, lo Yeti romano. Gianni Alemanno
è indagato per finanziamento illecito ai partiti in una inchiesta
che ha riscontrato reati quali estorsione, emissione di fatture per
operazioni inesistenti, corruzione, favoreggiamento e, appunto,
finanziamento illecito ai partiti per il quale è accusato il Gianni.
Lui ha detto: “Ho piena fiducia nella magistratura”, frase che
detta oggi, fa diventare chi l'ha pronunciata uno statista. Tutti
“neri doc” gli indagati. Segno inequivocabile che quando scendono
in guerra, i fasci combattono di brutto. Eia eia eia, alalà...