Panorama
attacca, il Quirinale si difende. Stavolta l’armata berlusconiana punta
decisamente in alto, dritta al Colle più alto della Repubblica. In attesa di
parlarne meglio e più diffusamente, visto il nostro vezzo di approfondire le
notizie prima di scriverne, la sensazione è che quanto pubblicato dal
settimanale di casa Mondadori (succursale di Arcore), faccia il paio con il
fatto di cui ci siamo occupati ieri: le elezioni anticipate a novembre, invocate da Silvio
che ha una fifa blu della sentenza “Ruby”. Per arrivare ad elezioni anticipate
occorre che il Presidente della Repubblica sciolga le Camere, quale miglior
mezzo per spingere a farlo di una bella vagonata di fango manovrata con il
joistick e articoli puntuti? La Procura di Palermo, o meglio quello che viene
definito il “pool Ingroia”, ha detto la sua: “Chi pubblica queste minchiate
vuole tenere sotto scacco il Presidente”. E’ tanto difficile fare due più due?
Giù
la maschera della migliore, più grande e bella televisione degli ultimi 150
anni: il digitale terrestre. Quella sorta di slot machine ricca di canali, di
informazione, di film e di documentari, si sta rivelando per ciò che in
parecchi osservatori avevano subodorato fin dalla sua introduzione
obbligatoria: il più grande affare di Casa Berlusconi dopo il Big Bang. Canali
(gratis) come piovesse, Canale5, Rete4 e Italia1 moltiplicati all’ennesima
potenza, pubblicità a gogò, programmi vecchi, scadenti, stravisti e noiosissimi
invadono quotidianamente le case di chi il digitale terrestre riesce a vederlo
perché, se non lo sapete, non funziona mica dappertutto. Ci sono connazionali
che non hanno potuto seguire neppure i campionati europei di calcio, men che
meno le Olimpiadi. Il digitale terrestre si vede malissimo, i segnali vanno e
vengono, megapixel appaiono e scompaiono
mentre il film è arrivato al culmine, il
centravanti si appresta a segnare, Usain Bolt a ridicolizzare ancora una volta
gli avversari. Non c’è uno straccio di novità se si escludono Rai4, Rai5 e Rai
Storia, il resto è programmi demenziali locali, scadenti fiction dell’era
berlusconiana, repliche come piovesse e schermi che scompaiono. In questi
giorni poi, sembra che il caldo africano che ci opprime se la stia prendendo
proprio con le reti del Nano Bifronte, inguardabili normalmente, da vomito con
il caldo. Così, fra Mediaset Premium e la vendita di calcio e film (con Sky incazzata
nera), si sta chiarendo definitivamente il perché della discesa in campo di
Silvio: solo e per sempre pro domo sua che tradotto significa “per i cazzi
suoi”. Ultimissima (anche questa da approfondire). Emilio Fede sta per lanciare
il suo movimento di opinione. Sembra che al centro della proposta dell’ex
Mister Leccalecca, ci siano le donne: “Non posso lasciare alla Santanchè questa
prerogativa”, ha detto Emilio sfogliando book fotografici di giovin donzelle
discinte. Danielona è avvertita, arriva Cyrano, nella versione del protagonista
e non del ruffiano.