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venerdì 3 agosto 2012

Ma io non mollo.

Pubblico il pezzo che stavo scrivendo questa mattina prima di accorgermi che qualcuno aveva fatto secco il mio blog. Tre anni e mezzo di vita e 107mila contatti non sono una fesseria. Non so quanto mi ci vorrà a ricostruire il mio blog. Il problema non è il tempo ma il coraggio. Quello un po' mi è venuto a mancare.
“Se basta un refolo per far schizzare lo spread a 510 e crollare la Borsa di Milano a -4,6&, mi chiedo, e chiedo ai governanti, cosa accadrebbe se le banche spagnole non venissero rifinanziate e la decisione di lasciare la Grecia al suo triste destino non fosse stata già presa, tanto che i mercanti, al solo pronunciare la parola “Grecia”, sbottano tutti a ridere. Ora la colpa è di Mario Draghi, reo di non aver mantenuto la parola dopo aver lanciato il munchiano urlo “Per l’Euro tutto, anche mammà”. Il fatto è che questa mancata promessa ha bruciato in tutta Europa, in un colpo solo, 88 miliardi (non è un refuso) di euro. Ieri la colpa era di Silvio (oh se lo era!), l’altro ieri pure (lo era anche l’altro ieri) e lo sarà anche domani se insisterà nel voler fare il presidente della repubblica (il minuscolo è d’obbligo). Oggi la colpa è del supergoverno del superprofessore, composto da superministri e qualche bamboccio figlio di papà con la erre moscia (chiara manifestazione di antisemitismo lessical-linguistico), che ancora non si decide ad emanare il decreto sullo sviluppo. L’approvazione è prevista per oggi ma, l’aria che tira non è delle migliori e Passera è incazzato come uno scorfano. Unico dato positivo, segno +, l’aumento dei bonus per la ristrutturazione delle case, in Italia ne esistono 8 milioni non a norma. Il fatto è che nel nostro Paese scende tutto. La Confcommercio dice che la situazione attuale è simile a quella degli Anni ’30, i consumi sono a -2,8 per cento, il Pil previsto per il 2013 si attesterà intorno al -2,2 per cento mentre i decreti prima di Silvio e poi di Sora Elsa, hanno fatto andare in pensione oltre il 30 per cento di italiani in – (meno).  I segni + li facciamo riscontrare solo sulle tasse, le accise, l’Iva, l’Imu (a dicembre è prevista una raffica di suicidi di pensionati), i prodotti al dettaglio, le manifatture, i generi di prima necessità e quelli voluttuari. Ad aumentare i prezzi, insomma, siamo bravissimi, i primi nel mondo per pressione fiscale, gli ultimi per resa di servizi alla collettività. A proposito di resa di servizi. A poco sono servite le parole di Nichi Vendola per difendere la decisione sua e del Vanni di turno, nell’accettare quelli l’Udc come interlocutori per una eventuale maggioranza di governo. I militanti di Sel sono in subbuglio e il M5S e l’Idv corrono il rischio di fare il pieno. Incuranti dell’insorgere dell’area della protesta, Vendola e Bersani continuano a bastonare quel povero cristo di Di Pietro al quale ha...”.


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