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domenica 9 dicembre 2012

Cari lobotomizzati votate per Silvio. Noi cerebrosani meritiamo di più.

È una questione d'orgoglio, no? Siamo convinti che, una delle poche parti sane che compongono il nostro fisicaccio della madonna, sia ancora il cervello. Sarà perché lo curiamo non spegnendolo mai, anzi, lo stimoliamo continuamente come fosse un cuore un po' malandato, però, dio bono, sta sempre all'erta, con quelle antenne iperparaboliche che captano pure uno straccio di stupidaggine,
detta fra mille concetti seri e significativi. Così, proprio per la continua accensione di cui sopra, abbiamo avuto quasi un coccolone leggendo delle manifestazioni di tripudio di Daniela Santanchè, alla notizia delle dimissioni di Mario Monti. Da fine politica quale ritiene di essere, Daniela non ha affatto capito che le dimissioni del Presidente del Consiglio, subito dopo la Legge di Stabilità, altro non saranno che una “bomba maradona” gettata fra i piedi del suo signore e padrone. Non ha capito, l'esempio vivente dei danni collaterali del silicone, che in questo modo si voterà a febbraio e che il tempo per preparare una campagna elettorale in salita, sarà pochissimo. Non ha capito, la badante di Sallusti Alessandro, detto “il reporter del Birgau”, che il Professore stavolta s'è incazzato sul serio, e che gli potrebbe venire la tentazione di raccogliere intorno a sé quelli che lo hanno invocato fino all'altro ieri: Casini, Fini, Montezemolo e compagnia cantando. Non ha capito, la Danielona, alla quale non è stata lanciata una fatwa solo perché donna e le donne per gli arabi non contano una mazza, che né il suo Capo né tanto meno lei, rappresentano più i moderati i quali, e questa è la nostra percezione, andranno a ingrossare le fila degli astenuti, piuttosto che votare per un pericoloso estremista d'u pilu. Silvio lo ha detto a chiare lettere, corre per vincere e per salvare le sue aziende, in crisi strutturale per la mancanza di un referente politico che metta in riga gli inserzionisti. Corre per salvare le imprese edilizie di suo fratello ché, altrimenti, non saprebbe che diavolo fare della sua vita scialba. Corre per introdurre il quarto grado di giudizio, una specie di roulette russa che potrebbe fargli tornare in tasca quel mezzo miliardo di euro che ha dovuto dare a De Benedetti. Corre per rinverdire il suo harem che ha subito una decisa contrazione, visto che la mancanza di potere non gli consente di piazzare in televisione le sue mignotte né di fargli vincere il titolo di Miss Italia. Monti, uscendo dal Quirinale dopo due ore di colloquio fitto con Napolitano, aveva la faccia scura di chi medita una tremenda vendetta. “Le dichiarazioni dell'onorevole Alfano – ha detto Monti – rappresentano una esplicita sfiducia della quale non posso non prendere atto. Per cui, entro l'anno, ci saranno le mie dimissioni”. Casini, che al di là di tutto, un po' di politica la mastica, ha subito dichiarato: “Ben gli sta a Silvio, lui avrebbe voluto far galleggiare il premier fino a marzo”. Invece Monti non galleggerà, in fondo non lo abbiamo mai considerato un bisogno fisiologico. E l'impressione è quella che darà battaglia. Ci preoccupa, e siamo sinceri, il modo in cui le altre nazioni hanno accolto la notizia del ritorno in campo di Silvio. Sberleffi, battutacce, risate, titoli sarcastici su ogni giornale e sui siti web, come una maschera qualsiasi della sfolgorante tradizione italiana. Anzi, Pulcinella è molto più rispettato di Silvio, quasi un'icona. La maschera.