detta
fra mille concetti seri e significativi. Così, proprio per la
continua accensione di cui sopra, abbiamo avuto quasi un coccolone
leggendo delle manifestazioni di tripudio di Daniela Santanchè, alla
notizia delle dimissioni di Mario Monti. Da fine politica quale
ritiene di essere, Daniela non ha affatto capito che le dimissioni
del Presidente del Consiglio, subito dopo la Legge di Stabilità,
altro non saranno che una “bomba maradona” gettata fra i piedi
del suo signore e padrone. Non ha capito, l'esempio vivente dei danni
collaterali del silicone, che in questo modo si voterà a febbraio e
che il tempo per preparare una campagna elettorale in salita, sarà
pochissimo. Non ha capito, la badante di Sallusti Alessandro, detto
“il reporter del Birgau”, che il Professore stavolta s'è
incazzato sul serio, e che gli potrebbe venire la tentazione di
raccogliere intorno a sé quelli che lo hanno invocato fino all'altro
ieri: Casini, Fini, Montezemolo e compagnia cantando. Non ha capito,
la Danielona, alla quale non è stata lanciata una fatwa solo perché
donna e le donne per gli arabi non contano una mazza, che né il suo
Capo né tanto meno lei, rappresentano più i moderati i quali, e
questa è la nostra percezione, andranno a ingrossare le fila degli
astenuti, piuttosto che votare per un pericoloso estremista d'u pilu.
Silvio lo ha detto a chiare lettere, corre per vincere e per salvare
le sue aziende, in crisi strutturale per la mancanza di un referente
politico che metta in riga gli inserzionisti. Corre per salvare le
imprese edilizie di suo fratello ché, altrimenti, non saprebbe che
diavolo fare della sua vita scialba. Corre per introdurre il quarto
grado di giudizio, una specie di roulette russa che potrebbe fargli
tornare in tasca quel mezzo miliardo di euro che ha dovuto dare a De
Benedetti. Corre per rinverdire il suo harem che ha subito una decisa
contrazione, visto che la mancanza di potere non gli consente di
piazzare in televisione le sue mignotte né di fargli vincere il
titolo di Miss Italia. Monti, uscendo dal Quirinale dopo due ore di
colloquio fitto con Napolitano, aveva la faccia scura di chi medita
una tremenda vendetta. “Le dichiarazioni dell'onorevole Alfano –
ha detto Monti – rappresentano una esplicita sfiducia della quale
non posso non prendere atto. Per cui, entro l'anno, ci saranno le mie
dimissioni”. Casini, che al di là di tutto, un po' di politica la
mastica, ha subito dichiarato: “Ben gli sta a Silvio, lui avrebbe
voluto far galleggiare il premier fino a marzo”. Invece Monti non
galleggerà, in fondo non lo abbiamo mai considerato un bisogno
fisiologico. E l'impressione è quella che darà battaglia. Ci
preoccupa, e siamo sinceri, il modo in cui le altre nazioni hanno accolto la
notizia del ritorno in campo di Silvio. Sberleffi, battutacce,
risate, titoli sarcastici su ogni giornale e sui siti web, come una
maschera qualsiasi della sfolgorante tradizione italiana. Anzi, Pulcinella è
molto più rispettato di Silvio, quasi un'icona. La maschera.
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domenica 9 dicembre 2012
Cari lobotomizzati votate per Silvio. Noi cerebrosani meritiamo di più.
È una
questione d'orgoglio, no? Siamo convinti che, una delle poche parti
sane che compongono il nostro fisicaccio della madonna, sia ancora il
cervello. Sarà perché lo curiamo non spegnendolo mai, anzi, lo
stimoliamo continuamente come fosse un cuore un po' malandato, però,
dio bono, sta sempre all'erta, con quelle antenne iperparaboliche che
captano pure uno straccio di stupidaggine,
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