Ma non
doveva essere morto e sepolto, finito e dimenticato, condannato e
carcerato? Ma non doveva far parte degli archivi della Storia alla
lettera B = Bluff o P = Pallonaro o S = Supercazzola brematurata con
scappellamento a destra? E invece Silvio è qui, proprio come in una
vecchia puntata di Carramba che sorpresa quando tornava dopo venti
anni il parente emigrato in Venezuela. Silvio però, a parte qualche
vacanza ai Caraibi con i prossimi o futuri ospiti del suo Mausoleo
cascelliano, non si è mai mosso dall'Italia. Esattamente come i
capicosca, o i cagnolini che entrano per la prima volta in una casa
estranea, Silvio deve marcare e preservare il suo territorio che, in
questo caso, si chiama patrimonio inestimabile e imprese che non ha
mai mollato. Dato per sconfitto, amareggiato, frustrato, sull'orlo di
una crisi di pianto, Silvio ha sorpreso solo gli sciocchi quando,
ieri pomeriggio, ha affermato: “Niente più fiducia al governo, si
va alle elezioni con Forza Italia, vinciamo – perché vinceremo –
e manderemo finalmente nella loro terra, la Siberia, i magistrati
fedifraghi e comunisti che mi perseguitano”. Così, mentre Angelo Mascia
stappava una bottiglia di spumante dalle parti di Palazzo Grazioli
per festeggiare la condanna del Capataz, Silvio stava già pensando
al modo di farla pagare a quattro giudici del cazzo che gli stanno
rovinando la vita e una sana e tranquilla vecchiaia. “Riforma della
giustizia”, ha gridato talmente forte affacciandosi alla finestra
del Grazioli Palace, che lo hanno sentito pure dalle parti del
Quirinale, tanto che l'Innominabile ha recepito il messaggio e
prontamente dichiarato: “Sì, vabbé, è stato condannato. Le
sentenze si rispettano però mettiamo mano alla riforma della
giustizia”. Silvio ha ascoltato e sentitamente ringraziato. “Siamo
assolutamente d'accordo con quanto appena dichiarato
dall'Innominabile”, ha detto Brunetta, e il gioco è fatto.
Sappiamo che Colui che abita l'Alto Colle, ha rilasciato quella
dichiarazione per tenere buoni Silvio e i pidiellini e permettere a
LettaLetta di continuare la sua esperienza politica, però, pene
santo, c'è un limite a tutto. Silvio vuole sparigliare le carte.
Dimissioni di tutti i parlamentari del Pdl ed elezioni, a quel punto,
obbligate. Ma non sa, Silvio, che ci sono i tempi tecnici per lo
scioglimento delle Camere e che, soprattutto, una maggioranza diversa
potrebbe cambiare in un amen la legge elettorale. Dove andrebbe
Silvio senza il suo Porcellum? Da nessuna parte perché o raggiunge
il 51 per cento o con Casini dovrà trattare. Spunta una possibile
alleanza Pd-5S su 5 punti, chiusi quelli si tornerebbe a votare anche
se, personalmente, non ne siamo convinti. Dove li mettiamo i 101
zozzoni matricolati? E Renzi che smania? E D'Alema in cerca di
rivincite? E Piergigi Bersani incazzato come un fenicottero rosa del
Balaton in crisi di coito? E Civati che viene ritratto sempre più
spesso con alle spalle il ritratto di Lenin? Insomma, cari italiani
creduloni, pensavate che Silvio mollasse, vero? Novello San
Sebastiano, trafitto ma non ucciso dalle frecce di Ilda Boccassini, Silvio è
diventato un martire e in Italia, si sa, i martiri hanno sempre un
successo della madonna. Siamo un popolo solidale, che volete farci. A
proposito, Cecile Kyenge non va a Milano Marittima alla festa della
Lega Nord. I cuochi possono finalmente tirar fuori le bistecche di
antilope.