Dalla
home page di Repubblica di oggi: “Ricucci, noto ultra della Roma,
arrestato dalla Finanza”; “Noti ultras della nazionale di calcio,
bocciano le intercettazioni telefoniche delle Olgettine”; “Ultras
anarchici della Fermana arrestati per le bombe davanti alle chiese”;
“Quattro medici e un'infermiera, ultras dell'Asti, arrestati per
furti di medicinali”; “Arrestati due poliziotti, ultras del
Palermo: falsa sparatoria per avere un premio”; “Ultra del Tirana
arrestato per una sparatoria a Ravenna”; “Tredici scafisti di
terra, ultras del Tripoli, arrestati in Lombardia per traffico di
migranti”; “Ultras del Napoli incendiano il Parco del Vesuvio”;
“Arrestato poi scarcerato ultra disoccupato del Torino per furto di
dessert”; “Ultra dell'Olbia arrestato per aver picchiato un
disabile”; “Ultra del Lecce arrestato per aver dato fuoco al
padre della ex”. Si potrebbe continuare all'infinito. Ci mettiamo,
per un breve post, nei panni del presidente della squadra di calcio
della Fermana. In pochi giorni gli hanno arrestato un ultra fascista
e due ultras anarchici bombaroli (non hanno capito una mazza
dell'anarchia ma va bene così). In poche parole, seguendo l'ordine
dei termini usati, quasi un #ultra, sembra che la volontà dei media
sia quella di non sottolineare l'appartenenza ideologica e politica
di chi compie misfatti, ma di identificarli semplicisticamente,
usando il termine ultra: insomma, tutta colpa del calcio. Sta
passando la linea secondo la quale chi tifa per una squadra, e lo fa
mettendosi addosso una sciarpetta, sia potenzialmente un assassino,
uno spacciatore, un violento, un pedofilo, un femminicida. È vero
che certi ultras sono dei veri e propri pezzi di merda, ma da qui ad
addossargli tutte le colpe del mondo ce ne corre. Sarebbe come dire:
“Noto ultra dell'Ankara compie il genocidio dei dissidenti”. Un
consiglio al presidente della Fermana, la sua squadra sta passando
per una fucina di delinquenti, quereli qualche pressappochista della
parola, farebbe un favore a tutti e soprattutto all'umanità
sofferente.
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