Pensavamo
fosse finita lì, con l'elezione di Maroni alla presidenza della Lombardia, la
bassa rappresentanza a Roma, la decantazione degli scandali che
l'avevano travolta. E invece no. I leghisti ci sono ancora, con il
loro petto in fuori, le corna vichinghe in testa, le bistecche d'orso
nel piatto e le fregnacce ininterrotte che continuano a uscire dalla
loro bocca affamata di yacht e diamanti. È bastata la nomina di
Cecile Kyenge a ministro dell'integrazione, che i mao-mao del nord
sono tornati a far sentire le loro voci sgradevoli all'udito e
offensive per l'intelligenza. E hanno iniziato a strillare forte nel
momento in cui (coincidenza?) la Guardia di Finanza ha rintracciato lo
yacht da due milioni di euro di Riccardo Bossi ancorato vicino ad
Hammamet. Che la scoperta sia stata fatta dopo l'arresto di Francesco
Belsito, l'allegro tesoriere in camicia verde della famigliola Bossi,
sembrerebbe, a prima vista, l'ennesima coincidenza, ma così non è.
Pur di non passare una decina d'anni in galera, Francesco da Genova ha deciso di vuotare il sacco. Prima ha restituito i
diamanti che Maroni ha orgogliosamente mostrato a Pontida, poi ha
iniziato a disegnare la mappa dei buchi neri nei quali sono finiti i
soldi dei contribuenti, i famigerati rimborsi elettorali che
mascherano i finanziamenti ai partiti. Lo ha detto LettaLetta: “A
fronte di 2 miliardi e mezzo di euro dati ai partiti, ne è stato
giustificato solo mezzo”. Che fine abbiano fatto gli altri 2 è
ormai cosa nota: le case di Di Pietro, neo agente immobiliare, le
abitazioni dei leader acquistate o ristrutturate, gli attici di lusso
vista Colosseo, gli investimenti in Tanzania, i castelletti in
Svizzera e a San Marino, le auto extralusso, le spese dei matrimoni
dei figli e congiunti, diamanti come piovesse, playstation, sushi,
nutella, champagne, caviale, aragoste, pied-à-terre, mignotte a
canone variabile, vacanze esotiche e beauty farm e manco una pizza da
Mimmo 'u Zozzo, meglio un consommé a Parigi raggiunta in aereo-taxi.
Così, mentre la vecchia Lega è travolta dall'ennesimo scandalo dei
soldi elargiti a piene mani da Roma Ladrona, la nuova Lega cerca di
rifarsi la verginità grazie ad una affermata équipe di chirurghi
plastici ricostruttori di imeni. Salvini, Maroni, Zaia e Borghezio
fanno parte di questo dream team che testimonia il fatto che un bravo
medico non debba essere anche un genio, basta che sappia mettere un punto
di sutura come farebbe un ciabattino e rien ne va plus. E quindi,
piuttosto che costringere i dirigenti leghisti a dover rispondere
alle domande imbarazzanti di quei figli di puttana di giornalisti
pagati dalla lobby giudaico-massonica-plutocratica, sulle
imbarcazioni di Riccardo Bossi, i mao mao hanno deciso di attaccare
furiosamente la chirurga ghanese Cecile Kyenge, appena eletta
ministro dell'Integrazione. Ha iniziato Matteo Salvini: “Siamo
pronti a fare opposizione totale a questo ministro, simbolo della
sinistra buonista e ipocrita, che vorrebbe cancellare il reato di
clandestinità e per gli immigrati pensa solo ai diritti e non ai
doveri”. Dopo Salvini, è entrato prepotentemente in scena Mario
Borghezio, il cui lessico è ormai riconosciuto in tutta Europa e non
se lo fila più nessuno: “La parola negra – ha detto il gentleman
forcaiolo a La Zanzara – in Italia non si può dire ma solo
pensare. Fra poco non si potrà dire neppure clandestino, si dirà
sua eccellenza”. E delirando: “Verrebbe da chiedere la carta
d'identità del Congo, perché almeno lì non fanno ministri così”.
Mirabile il finale: “La ministra mi sembra una brava casalinga...
gli africani sono africani, appartengono a una etnia molto diversa
dalla nostra. Non hanno prodotto grandi geni, basta consultare
l'enciclopedia di Topolino”, in effetti l'unica che Borghezio abbia
letto in vita sua. Da Nobel per la pace la chiosa: “Questo è il
governo del bonga-bonga e la Kyenge ci vuole imporre le sue
tradizioni tribali, quelle del Congo”. Peccato che la signora
Kyenge sia del Ghana, ma tanto per Borghezio, Ghana e Congo sono la
stessa cosa. Diversa la Tanzania, ma solo per una questione di tassi
di interesse. Poi è arrivato Luca Zaia e il trio delle meraviglie si
è definitivamente ricomposto. Il presidente del Veneto, altro
miracolato del Pdl, colto da un attacco di xenofobia fulminante, ha
chiesto al ministro Kyenge di andare a Vicenza per chiedere scusa
alla ragazza “bianca” stuprata da un “negher” del Ghana. Ora,
a parte il fatto che non ci risulta che Zaia si rechi in ospedale a
ogni violenza di un bianco veneto contro una bianca veneta o una
ragazza nigeriana, troviamo bizzarro il fatto che uno di quelli che
ha votato a favore dell'omofobia e contro l'inasprimento delle pene
per i reati di violenza carnale, abbia deciso di schierarsi così
decisamente dalla parte delle donne, solo bianche, solo venete però,
le altre sono tutte puttane. Non possiamo non chiudere con Bobo Blues
Maroni, del quale ci tocca, purtroppo, tornare a parlare. Subito dopo
la scoperta dello yacht di Riccardo Bossi, il governatore della
Lombardia ha detto: “Se si dovesse appurare che la barca di
Riccardo è stata acquistata con i soldi dei rimborsi elettorali, ne
chiederemmo immediatamente il sequestro, perché quelli sono soldi
della Lega e alla Lega devono tornare”. Eh no, Bobo, quelli sono
soldi degli italiani e agli italiani devono tornare. Tu sei solo un
terrone svizzero.
e tu sei un baluba del sud
RispondiEliminaToh, rispuntano i leghisti. Che facce di bronzo!
RispondiEliminaCarlo
Gentiluomini con le corna di vichingo in testa. Ma che volete pretendere da gente simile?
RispondiEliminaMarco
Ma tenetevi i vostri negri e mandateli con le vostre mogli. Forza Vesuvio.
RispondiEliminaForse non te ne sei accorto, ma il terremoto è arrivato anche dalle tue parti...
RispondiEliminaVania
"Terroni svizzeri"!!! Max sei unico.
RispondiEliminaan
Bisognerebbe fare uno staterello , diciamo di 5Km quadrati, situato in qualche ridente vallata lombarda o su per qualche scosceso pendio veneto , circondarlo con il filo spinato collegato al 380 trifase , metterci dentro tutti quelli che hanno votato la Padania e lasciarli vivere in pace allo stato brado , poi quando finiranno di brucare tutta l'erba disponibile e inizieranno a sgranocchiare i tronchi dei pini , inizieranno a cagare pellet per le stufe !!!
RispondiEliminabellissimo. però 5Km quadrati non ti sembrano un po' troppi?
RispondiEliminaantonio
5Km quadrati e' la superficie minima di suolo piantato a pineta per ottenere una produzione economicamente sostenibile di pellet da vendere in concorrenza con quella prodotta industrialmente con sistemi meccanici , va be' questi puzzeranno un po' di merda ma saranno completamente fatti a mano .... anzi fatti a culo made in PADAN ( il nome dello staterello )
RispondiEliminaIl ministro è di origine Congolese, non Ghanese. Ora dicci: come ci si sente a essere più ignoranti di Borghezio, adesso?
RispondiEliminaBenissimo, grazie. Al contrario della tua intelligenza, in perfetta forma.
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