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lunedì 25 agosto 2014
Calderoli e le banane: ma che... belle guaglione!
Sono 22 anni che lo
paghiamo. Deputato dal 1992 al 2001 e senatore dal 2001 a oggi,
Roberto Calderoli ha dimostrato con il passare del tempo di essere
uno dei politici più dannosi che la storia repubblicana ricordi.
Estensore della legge elettorale chiamata sobriamente “porcellum”,
è diventato famoso per l'uso del lanciafiamme che gli prestò il
collega ministro della difesa dell'epoca Ignazio La Russa, detto
“Gnazio”. Lo scopo dello strumento bellico fu di bruciare, il 24
marzo 2010, in un sol colpo 375 mila leggi inutili perché il
Calderoli ministro della semplificazione, invece di abrogarle le
leggi le bruciò. Purtroppo però restarono tutte e si dice che nei
faldoni andati in fumo, ci fossero solo i discorsi di Bossi in
“patanese”. Ma il Calderoli, è anche il politico che invocò un
Papa padano. Lui che si è sposato con il rito celtico, mal digerì
perfino l'elezione di Papa Ratzinger, tedesco di Germania, che ebbe
la malaugurata idea di chiamarsi Benedetto XVI invece di Krautus I,
come pretendeva lo statista dei legaioli. E mica finisce qui. Il 15
febbraio 2006, intervistato dal TG1, Calderoli mostrò una maglietta
con impressa l'immagine di Maometto che, in presenza di Budda e
Jahvè, veniva rimproverato dal Dio cristiano. Apriti cielo, ripresa
da tutte le televisioni del mondo la maglietta di Calderoli divenne
il pretesto per l'attacco al Consolato italiano di Bengasi: robetta
da nulla, la polizia sparò sulla folla uccidendo 11 persone. Poi è arrivata la
Kyenge e il Calderoli si è scatenato in casa, facendo diventare la
banana che stringe sempre in mano il simbolo del suo disaccordo sulla
tolleranza e sulla integrazione razziale. Ora la adopera come
compensatrice delle sudate estive. Il potassio, si sa, ripristina
parte dei sali minerali persi dopo una abbondante sudorazione, ma ci
sembra di aver letto da qualche parte che per il cervello occorre il
magnesio, elemento chimico assente nella composizione organica del
senatore-statista-riformatore, “cazzaro” per dirla alla
Travaglio, unico e inarrivabile.
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