Ed eccoli, tutti ordinatamente in fila dietro il sacro totem della destra. Che non è quella storica ma un ammasso indefinito di fasci, pseudo fasci, inter fasci, cattodem, cattopool, cattocatto e tutti accattoni.
Si stanno schierando, riacquistando forza e vigoria come se la storia non li avesse condannati, e la politica non si fosse geneticamente modificata. Sono tutti lì, alla stessa tavola elettorale, nella speranza di conquistare un punto decimale in più. Ma per far cosa? Governare un paese in piena autodistruzione, in attesa, come sempre, del Messia? No, solo per farsi i cosiddetti affari loro. Altrimenti non si capirebbe perché tutti puntano alla pancia dell'Italia e nessuno alla testa. Il cervello non c'è più, sostituito da una rete definita (questa sì) di microchip da comandare a distanza, perché un viaggio a Roma non vale più manco una messa. E anche se la messa la valeva Parigi, dopo il Bataclan neppure quello. Tante speranze deluse, dal primo Grillo al Renzi rottamatore di D'Alema (che continua a scalpitare come un incensiere imbolsito all'alba di un vecchio villaggio), e di tutta la politica che lo aveva segnato con un distintivo di Vittorio Veneto, quello dato ai reduci della Prima Guerra Mondiale. Tangentopoli ha avuto il grande demerito di affinare la corruzione e Fabio Rizzi non è che l'ultimo di una serie infinita di ladri. Insieme alla sua degna compare, Maria Paola Canegrati, taroccava perfino le dentiere. Non vorremmo che una di queste fosse capitata all'anziana signora aquilana vittima del terremoto e dentierata da Silvio. Sarebbe una beffa. E poi hai voglia di parlare di diritti civili in un paese comandato a distanza ravvicinata da Bagnasco. La velocità di comunicazione è oggi talmente elevata che il messaggio è arrivato dritto e chiaro perfino alla Casaleggio Associati, quell'azienducola che cura blog e sottoblog come fosse una clinica veterinaria e loro (i blog), animali schizofrenici. Casaleggio (sembra) ha detto ai suoi che votando la Cirinnà si sarebbe aperto un crepaccio con l'elettorato di destra. Lo scriviamo da un po' che dentro i FiveStars i fasci erano vivi e vegeti, solo un po' defilati. Ora la verità è venuta fuori e tutto il teatrino che ne è seguito, è la dimostrazione che della politica qualcuno ha imparato solo il peggio. Vecchie manovre democristiane che, in questo caso, puzzano di vecchio, di rancido, di stantio, di paraculesco, di machiavellico ma con tutto il rispetto per Niccolò. Di Monti, e della sua perorazione Merkelcentrica, parleremo un'altra volta, perché secondo il senatore a vita non-a-caso, con l'Europa non si discute, si eseguono ordini e basta. Napolitano è uno di questi esecutori a oltranza. Forse è per questo che non ne sentiamo affatto la mancanza.
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