“Bullo
è bello”. Ma quando mai!
Se c'è
un fenomeno ormai globalizzato che ha un potere altamente urticante,
è il bullismo. Tanti contro uno o una, è diventato un refrain
giocato su una sola nota, la violenza che implica anche il
sottoconcetto di sopraffazione insito, appunto, in quello di
violenza. C'è da dire che esiste da sempre. Io, ad esempio, ne sono
stato vittima e non ho più, purtroppo, dodici anni. Non ero diverso,
nel senso che oggi si dà al concetto di “diversità”. Ero
fragile, magro come un chiodo, incapace di fare a botte preferendo
leggere e suonare la chitarra. Non facevo parte del branco e il
branco me la faceva pagare infilandomi la testa nella neve. Due,
soprattutto, ce l'avevano con me e senza una ragione che fosse una.
Poi siamo diventati amici, ma è restato quel sentimento di
diffidenza che me li ha fatti sempre considerare violenti e pure
un po' idioti. Forse avevo un carattere diverso o forse ero
semplicemente più forte ma il pensiero di suicidarmi non mi sfiorò
mai, come quello di dirlo al maestro o al parroco. Oggi le cose sono
profondamente cambiate. Se non giochi ai videogames o non frequenti i
tuoi amici preferendo le amiche, e se non dai e ricevi spintoni o non
sei disposto a dare prove di forza sei considerato un debole e come
tutti i deboli, devi essere “educato”. È quanto accaduto a Ivan
(nome di fantasia ma storia vera), che è assurto agli onori della
cronaca nazionale con un tema nel quale denunciava quanto stava
accadendo fra lui e i suoi presunti amici. In questo tema, che potete
leggere cliccando qui, il ragazzino di un paese del Centro Italia ha
descritto quello che gli stava accadendo e la sensazione di impotenza
che una situazione insostenibile gli stava procurando. Il fatto
positivo è che l'insegnante, colpita dal racconto di Ivan, gli ha
dato un bel 10 e ha chiesto al ragazzo di leggerlo in classe, a voce
alta. Al termine della lettura, che possiamo immaginare quanta
sofferenza si sia portata appresso, alcuni dei suoi amici violenti
gli hanno chiesto scusa ma non tutti, perché si sa, i duri sono e
rimarranno sempre duri. Come gli imbecilli che, al contrario dei
panda, non saranno mai una razza in via di estinzione (purtroppo).
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