Di
Silvio si sa tutto. Lui e 'o pilu sono culo e camicia. Fedele
all'assunto maschile (ma ora anche femminile) che più aumenta l'età
più il desiderio di partner giovani si fa morboso, il Capataz non si
è certo fatto mancare nulla, fino a finire nei noti guai per le
frequentazioni pericolose con le minorenni. Che durante i suoi viaggi
all'estero Silvio usasse frequentare assiduamente letti e boudoir,
era cosa risaputa (Natasha lo aspetta sempre fremente nella dacia di
Vlady), ma che addirittura si lasciasse andare a orge sfrenate con
più di una escort, ha quasi, considerata l'età, del miracoloso. A
testimoniare le avventure galanti a pagamento (proprio come quelle di
Giacomo Casanova, solito pagare in denaro, in natura o in gioielli e
abiti sfarzosi le sue conquiste), di Silvio lontano dalle Olgettine,
sembra esserci un filmato girato di nascosto da quel galantuomo che
risponde al nome di Valter Lavitola, massacratore delle storica
testata socialista dell'Avanti, a Panama. A raccontarlo ai magistrati
è stato l'imprenditore Angelo Capriotti, il quale ha fatto mettere a
verbale che Lavitola era solito filmare le imprese sessuali
dell'allora presidente del consiglio, dovunque si trovassero ad
alloggiare per missioni “diplomatiche”, principalmente però a Panama e
in Brasile, paesi in cui il faccendiere aveva grandi entrature nel
mondo d'o pilu. Daltronde per fare felice Silvio bastava poco, invece
dei regali di rappresentanza, gli si riempiva la camera da letto di
mignotte, al resto pensavano le punturine e le Scapagnini Pill's. Ma
cotanto esempio poteva restare senza che emuli un po' pezzenti e un
po' sfigati, lo seguissero acriticamente e per il solo gusto di
dimostrare di avere potere? Proprio no, e la dimostrazione è venuta
(ma è solo uno dei mille racconti di ordinaria coglioneria macha dei
destrorsi) dalle carte scoperte dagli inquirenti che indagano sulle
pezzentaggini dell'assessore abruzzese alla cultura, Luigi De Fanis.
Ve lo ricordate, no? Quello che a Torino, durante il Salone del
Libro, pagava lo champagne con la carta di credito della Regione.
Ebbene, mister De Fanis non solo con i soldi della Regione ci pagava
lo champagne, ma anche gli straordinari della sua segretaria
particolare Lucia Zingariello, la procace 32enne di un piccolo paese
del chietino la quale, oltre ai 1.200 euro mensili di stipendio,
arrotondava le entrate con 36mila euro l'anno che l'assessore le
concedeva per
quattro rapporti sessuali settimanali. Il tutto, ovviamente,
contrattualizzato. Le diceva De Fanis: “Vai
a timbrare, poi esci e vai a farti bella… poi ritorni e timbri.
Basta che fai quattr’ore… Chi ti conta la jurnata… capit?” Si
sa, il dialetto in certe occasioni funge da afrodisiaco, evoca gli
afrori della stalla e il profumo dell'erba tagliata, ispira
sentimenti niente affatto casti e spinge a qualche perversione
erotica. Così, nonostante la signorina Zingariello abbia tentato di
far sparire il contratto con l'assessore alla cultura (sic!), quei
birichini dei carabinieri lo hanno ritrovato stracciato nel cestino e hanno spedito i pezzettini al Ris che lo ha fatto tornare nuovo. Ora,
l'assessore e la segretaria stanno cercando di far passare quel
contratto come una schermaglia amorosa, un gioco per amanti un po'
cretini, ma gli inquirenti non ci credono e i reati aumentano. E per
fare ancora più effetto sulla sua amante, De Fanis, al culmine
del rapporto, le cantava “'ret'a la capanna, sotto a chella
fratta”, motivetto reso famoso in tutto il mondo da Massimo, lo
spasimante deluso di Jennifer Lopez in The
Wedding Planner.
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