Più
che di nuovo, magari converrebbe parlare di vintage, ma con
l'aggravante dell'età. Messi insieme, o presi singolarmente, questi
quarantenni che dovrebbero segnare le sorti prossime e future del
nostro Paese non valgono un Gillo Dorfles, per non parlare degli
ultimi novantenni che hanno deciso di andare a svernare nelle verdi
praterie del cielo in compagnia di Manitù. In questi giorni di
pioggia diluviesca, abbiamo avuto la possibilità di seguirne le
gesta in tivvù e di leggerne le sfavillanti idee sui giornali.
Ebbene, la convinzione che ci siamo fatti è quella che due su tre
(Alfano e LettaLetta) abbiano alle spalle una scuola vecchia come
Bacucco, e che il terzo, Renzi, ormai parli solo inseguendo Baricco
che ha dato (a pagamento) anche a lui i primi rudimenti di “politica
creativa”. Ma il meglio di sé, i nostri lo danno durante le
interviste o le conferenze stampa. Pur di dimostrare di avere le
palle, d'acciaio o di caucciù fa lo stesso, aggrediscono tutti i
giornalisti che provano a fare domande non velinate, sapete quelli
che ogni tanto vengono colti da un improvviso raptus deontologico?
Proprio quelli. E la postura dei tre degli Ovetti Kinder è la
stessa: inarcano le sopracciglia, alzano leggermente il tono della
voce e smettono quel sorrisetto a metà fra lo scemo e il
presupponente che sta a loro come il burlesque a Silvio o il cacio
sui maccheroni: la morte loro. Sono cresciuti tutti e tre con le
merendine e il sospetto che ci nasce, è quello che essendoci
all'epoca pochi controlli, la percentuale di burro nei Buondì fosse
davvero molto alta, roba da sconquassare il cervello facendo strage
di sinapsi. Democristianamente parlando (la denominazione di origine
controllata e protetta è la stessa), il loro proporsi politico è
quello della trasversalità: parlare a nuora perché suocera intenda.
Si lanciano messaggi di fuoco salvo poi andare in privato su FB e
ridere insieme delle ultime puttanate espresse pubblicamente. Vuoti
come un guscio d'uovo, cercano di imitare i “padri”, ma sono
talmente sbiaditi che la fotografia che ne esce è taroccata come
quelle di Silvio in cui dimostra trentanni. LettaLetta ormai ha
imparato un refrain e non lo molla. A ogni pensiero aggiunge “con
forza” e “questa sarà la nostra priorità”. Facendo i conti,
sono talmente tante le priorità del Nipote che non si capisce più
quali siano quelle vere e quelle presunte. Sono infatti priorità la
disocupazione giovanile, l'immigrazione, la ripresa dei consumi, la
scuola, la cultura, la sanità, la tutela ambientale, la salvaguardia
dell'orso marsicano, del camoscio trentino, del parmigiano reggiano,
delle mandorle di Noto e del pecorino sardo che abbiamo corso il
rischio di perderci nel mare magnum delle emergenze. A Renzi se
chiedi cosa ne pensa della riforma elettorale, si corre il rischio di
fare un giro gratis fra le costituzioni europee e quelle di Marte
tanto che, l'ultima proposta, è quella di rifarsi al sistema
elettorale spagnolo. Per non parlare di Angelino che sta tentando con tutte le
sue forze di apparire un leader quando sa che per dire la sua deve
prima inviare un sms ad Arcore. E se tituba un momento, è perché il
padrone è impegnato con la cacchina di Dudù o ad asciugare le
lacrime di Bondi. Purtroppo nessuno ha ancora spiegato ai tre
galletti, che di politica si può anche fare a meno. E poi, c'è la
Playstation montata nel salotto...
Nessun commento:
Posta un commento