Translate
martedì 4 marzo 2014
Lo strano concetto di solidarietà di zar Putin. E la Russia minaccia di abbandonare il dollaro come unità di cambio
Non soddisfatto di far sparare in
faccia ai giornalisti non allineati, zar Putin sta dimostrando di
avere, proprio come i suoi predecessori, uno strano concetto di
solidarietà baltica. La Russia, già Unione Sovietica, non perde
infatti tempo a dare una mano agli amici e sodali della ex Europa
dell'Est, testimonianza di un cuore grande e di un concetto di
libertà e autonomia dei popoli e delle genti veramente smisurati. I
compagni ungheresi avevano difficoltà a tenere sotto controllo il
vento di libertà che spirava a Budapest? Ecco i carri armati
sovietici che in un amen ripristinavano l'ordine costituito. I
compagni cecoslovacchi si volevano bere una birra in più al giorno?
La CCCP non poteva permettere il dilagare della cirrosi epatica in un
paese vicino, e i carri armati servirono a impedire una strage
alcoolica. Non potendo “aiutare” la Polonia con i tank,
preferirono appoggiare un colpo di stato, a Roma avevano appena
eletto un papa polacco, sarebbe successo un casino. Così, fra un
aiuto al Vietnam del Nord, uno alla Corea (sempre) del Nord, un altro
alla Georgia, un altro ancora alla Cecenia, ricatti petroliferi
sparsi all'Ucraina e alla Bielorussia e del gas all'Uzbekistan, Vlady
continua a tenere sotto controllo tutto l'ex impero staliniano, alla
faccia della Glasnost gorbacioviana e della caduta di un Muro di Berlino che se
fosse stato per lui, non avrebbe mai permesso di picconare. Basta una
parola per far scattare l'aiuto. Basta che qualcuno dica “fascista”
che Putin parte a razzo e, novello Speedy Gonzales, rimette a posto
le cose. Che poi i manifestanti che smanichettano su Facebook e
Twitter tutto siano meno che fascisti, poco importa, i confini di
Madre Russia sono “delicati”, quasi quanto quelli di Israele che
invece di invadere i territori palestinesi, costruisce muri e
fanculo. L'invasione della Crimea (che pure qualche ragione potrebbe
esserci, ricordate il Kossovo?), ha causato una sollevazione mondiale
di proporzioni colossali. La Merkel non vuol sentire parlare di Putin
neppure davanti a un piatto di würstel,
la Gran Bretagna ha momentaneamente sospeso ogni rapporto, la
Francia, attraverso Hollande, ha detto “parbleu!”, l'Italia tace
sennò Silvio (e l'Eni) s'incazza mentre l'America ha alzato la voce. I Russi
però non hanno fatto una piega. Anzi. Il ministro del tesoro ha
fatto sapere a Obama che se non si farà i cazzi suoi, la Russia non
farà più affari in dollari. Il dollaro, insomma, non sarà più la
moneta base di cambio con il resto del mondo. Fermo restando che con
il rublo zar Putin non farebbe affari neppure con la Corea del Nord,
resta da vedere quale sarà la reazione americana perché, cari amici
e fratelli, non è che gli USA siano proprio mammole. O no?
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento