Scoppia il “caso” Boschi, poco incline alla satira, per nulla alle buone maniere
Le scarpe della Ministra alla Leopolda
Daniela Santanché sa che quando
ci capita di attaccarla, com'è accaduto due giorni fa, lo facciamo
per le stupidaggini che dice, mica perché è donna. Idem Mariastella
Gelmini, che le battute se le va a cercare (il traforo Gran
Sasso-Ginevra è un must da satira imperitura), idem Micaela
Biancofiore che, a puttanate, è preceduta solo da Renatino Brunetta,
il che la dice tutta. Ora, del tutto inaspettato, arriva il
risentimento pernicioso, un astio sinonimo di acredine, messo nero su
bianco da Maria Elena Boschi che mal sopporta qualsiasi accenno alla
sua persona-donna, satira compresa, non comprendendo che il ruolo di
ministro che occupa l'ha fatta salire agli onori della cronaca con
annessi e connessi. Dopo l'imitazione che le ha fatto Virginia
Raffaele a Ballarò, la ministra ha dato fuori di testa, proprio come
una Prestigiacomo qualsiasi. Non solo, ha preso carta e penna e
scritto una lettera di fuoco alla presidente della Rai, chiedendole
se la satira su di lei fosse da considerarsi “servizio pubblico”
o dileggio. L'impressione che ricaviamo da questa alzata di genio
senza capo né coda, è che la ministra Boschi rischia di diventare
una vera e propria mina vagante per il governo Renzi, e che invocare
l'intoccabilità del ruolo occupato, riporti agli anni bui del
berlusconismo, quelli dell'Editto bulgaro. D'altronde, se il suo capo
va a fare il Kim Jong Un nelle scuole di Siracusa, lei può anche
permettersi di scrivere, in aula a Montecitorio, questo biglietto a
Dorina Bianchi, la “mite” collega del NCD che aveva appena finito
il suo intervento a favore della parità di genere nelle liste
elettorali: “Se passa l’emendamento che hai difeso, salta tutto e
si va a votare. Voglio vedere dove prendi i voti per essere eletta”.
A questo punto, la incazzosissima Nunzia De Girolamo, nuova
capogruppo del NCD, si è alzata precipitandosi sul banco del governo
dove, con il biglietto ancora in mano, ha detto alla Boschi: “Ma
che sei scema?” Alla Boschi, che non sopporta di essere considerata
più bella che intelligente, evidentemente dopo una settimana in cui
ha difeso in aula i quattro indagati del PD, discusso per ore di
legge elettorale con Verdini ed essere stata richiamata
all'attenzione da Micaela Biancofiore, devono essere saltati i nervi.
Giovane e in carriera sì, ma quanta inesperienza, gentile e scortese
ministra.
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