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sabato 27 settembre 2014
Francesca e Silvio: la coppia più trasgressiva che c'è. E Tosi fa abbattere i lupi beccandosi una denuncia
La notizia è ghiotta. Mentre
l'Italia affonda inesorabilmente vittima della autoreferenzialità di
sognatori paraculi, zozzoni matricolati e condannati che si rifiutano
di sottostare alle leggi sulle quali hanno spergiurato, Francesca
Pascale ci fa sapere che lei e Silvio sono la coppia più
trasgressiva che c'è. E sticazz! Direbbe il mio amico Paperoga... Ma
si sa, il mondo è fatto a scale, c'è chi le scende (i giovani, le
donne, i disoccupati, i co.co.co, le partite Iva farlocche, i
cassintegrati, i clochard, le coppie che vogliono figli e devono
pagare, quelli che i figli ce l'hanno ma li ammazzano, i preti e i
vescovi pedofili con un harddisk da far impallidire Hugh Hefner) e
chi le sale (tutti gli altri). Siccome non ci sarà mai una giustizia
divina e quella terrena, come dire, latita, ci accontentiamo della
denuncia che il Corpo Forestale dello Stato ha inoltrato contro il
pistolero sindaco di Verona (presidente della Federcaccia veneta)
Flavio Tosi che ha “autorizzato l'abbattimento di una specie
protetta”. O' Sparatore, con una ordinanza emanata due giorni fa,
ha infatti dato il permesso ai suoi colleghi con la sindrome del pene
corto, di uccidere i dieci lupi (due esemplari adulti e otto
cuccioli) che si trovano dalle sue parti. La motivazione è che i
lupi sono pericolosi per gli uomini e le donne che popolano il suo
comune. È l'Italia che va, bellezza, e non tornerà mai il sereno.
venerdì 26 settembre 2014
mercoledì 24 settembre 2014
martedì 23 settembre 2014
giovedì 18 settembre 2014
mercoledì 10 settembre 2014
Non ci resta che qualche speranza. Sempre meglio che morire berlusconiani
Uno
dice a se stesso che un po' si è stancato. Che anni passati a
scrivere di politica contro qualcuno (tanti) e mai a favore (ne
vedete almeno uno in giro per il quale scrivere positività?), sono
serviti a nulla se non ad avere riscontri di quanto scritto, messi
nero su bianco o mostrati in tv senza ritegno. Abbiamo buttato fiumi
di parole (controllate su questo blog, non è la fisica dei quanti)
sugli scempi che il duo delle meraviglie Silvio-Guido, stava
compiendo all'Aquila. Per questi scritti abbiamo perfino litigato con
qualche amico di quelle parti che credeva nei poteri taumaturgici del
Berlusconi al 68 per cento di popolarità. Silvio-premier non aveva
fatto altro che regalare una dentiera e promettere le new town, ma
quel casco arancione in testa che lo faceva sembrare tanto operaio di
fonderia, aveva raggiunto il suo scopo. A cinque anni di distanza, le
new town, le case del futuro, quelle che avrebbero cambiato
l'edilizia residenziale in Italia, stanno crollando come le vecchie
costruzioni di legno con le quali giocavamo da bambini, il Lego no,
grazie agli incastri è duro da buttare giù. Le new town sono
costate allo Stato qualcosa come 2700 euro al metro quadrato, roba
che neppure ci fosse la Senna a portata di sguardo. Il berlusconismo
all'Aquila (e in Italia) sta crollando così, senza rancor, perché
nessuno, tanto meno il Silvio di questi tempi, pagherà mai pegno per
gli scempi. Poi tornano, come incubi seriali, i 101 zozzoni del PD e
non contenti di quello che hanno combinato in questi venti anni,
tornano a pretendere posti al sole, ruoli nella segreteria del
partito, presidenze di commissioni e di consigli di amministrazione,
poltrone nel CSM (Luciano Violante, quello della pacificazione
nazionale a suon di berlusconite) e ministeri esteri. Urla pure
“Fassina chi?”, dando la dimostrazione che il senso del ridicolo
non lo ha neppure sfiorato né lo sfiorerà mai. Urlano i giudici che
dopo due mesi di vacanza devono fare i conti con chi gli dice chiaro
e tondo che l'epoca dei privilegi è finita e che oltre 2 milioni di
processi civili pendenti hanno l'urgenza di essere smaltiti e non
dimenticati. L'incertezza dei procedimenti in sede civile e penale è
una delle ragioni per le quali in Italia non si investe. Togliere
trenta giorni di ferie a chi è strapagato crediamo non sia una
pretesa assurda ma un dovere civile. Poi, ancora. I rematori contro
per professione e quelli che invocano salvaguardie per mantenere
rendite di posizione anacronistiche per non dire antistoriche. Sono
quasi tutti professori, magari baroni, i peggiori, i pensatori
nullafacenti. Poi, infine, ci sono gli allarmisti nati, quelli che se
sentono uno starnuto per strada scrivono e urlano che è arrivata
l'aviaria. Ora se la sono presa con la tubercolosi che ha fatto il
paio con i microchip, le sirene, gli alieni, la luna mai violata, le
sirene, i troll e i puffi che si nascondono dovunque, soprattutto
nell'aula di Montecitorio. Nonostante calendari traballanti, scadenze
rinviate, qualche chiacchiera di troppo e una manciata di sogni
sparsi sulla verde prateria del cielo, c'è invece qualcuno che ci
sta provando. La speranza è che Renzi non arrivi mai a dire, come ha
fatto (giustamente) Fausto Bertinotti: “Cari compagni non ho capito
una mazza”. Glielo avevamo scritto in tutte le salse, finalmente lo
ha capito, potenza della senilità.
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