Pubblico il pezzo che stavo scrivendo questa mattina prima di accorgermi che qualcuno aveva fatto secco il mio blog. Tre anni e mezzo di vita e 107mila contatti non sono una fesseria. Non so quanto mi ci vorrà a ricostruire il mio blog. Il problema non è il tempo ma il coraggio. Quello un po' mi è venuto a mancare. “Se
basta un refolo per far schizzare lo spread a 510 e crollare la Borsa di Milano
a -4,6&, mi chiedo, e chiedo ai governanti, cosa accadrebbe se le banche
spagnole non venissero rifinanziate e la decisione di lasciare la Grecia al suo
triste destino non fosse stata già presa, tanto che i mercanti, al solo
pronunciare la parola “Grecia”, sbottano tutti a ridere. Ora la colpa è di
Mario Draghi, reo di non aver mantenuto la parola dopo aver lanciato il
munchiano urlo “Per l’Euro tutto, anche mammà”. Il fatto è che questa mancata
promessa ha bruciato in tutta Europa, in un colpo solo, 88 miliardi (non è un
refuso) di euro. Ieri la colpa era di Silvio (oh se lo era!), l’altro ieri pure
(lo era anche l’altro ieri) e lo sarà anche domani se insisterà nel voler fare
il presidente della repubblica (il minuscolo è d’obbligo). Oggi la colpa è del
supergoverno del superprofessore, composto da superministri e qualche bamboccio
figlio di papà con la erre moscia (chiara manifestazione di antisemitismo
lessical-linguistico), che ancora non si decide ad emanare il decreto sullo
sviluppo. L’approvazione è prevista per oggi ma, l’aria che tira non è delle
migliori e Passera è incazzato come uno scorfano. Unico dato positivo, segno +,
l’aumento dei bonus per la ristrutturazione delle case, in Italia ne esistono 8
milioni non a norma. Il fatto è che nel nostro Paese scende tutto. La
Confcommercio dice che la situazione attuale è simile a quella degli Anni ’30,
i consumi sono a -2,8 per cento, il Pil previsto per il 2013 si attesterà
intorno al -2,2 per cento mentre i decreti prima di Silvio e poi di Sora Elsa,
hanno fatto andare in pensione oltre il 30 per cento di italiani in – (meno). I segni + li facciamo riscontrare solo sulle
tasse, le accise, l’Iva, l’Imu (a dicembre è prevista una raffica di suicidi di
pensionati), i prodotti al dettaglio, le manifatture, i generi di prima necessità
e quelli voluttuari. Ad aumentare i prezzi, insomma, siamo bravissimi, i primi
nel mondo per pressione fiscale, gli ultimi per resa di servizi alla
collettività. A proposito di resa di servizi. A poco sono servite le parole di
Nichi Vendola per difendere la decisione sua e del Vanni di turno,
nell’accettare quelli l’Udc come interlocutori per una eventuale maggioranza di
governo. I militanti di Sel sono in subbuglio e il M5S e l’Idv corrono il
rischio di fare il pieno. Incuranti dell’insorgere dell’area della protesta,
Vendola e Bersani continuano a bastonare quel povero cristo di Di Pietro al
quale ha...”.
|
Nessun commento:
Posta un commento