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domenica 16 dicembre 2012

L'Italia ha paura. Negozi vuoti, un miliardo di ore di cassa integrazione, blocco degli stipendi, domani l'ultima rata dell'Imu, tredicesime svuotate e... arriva Natale.

Ieri sera è stato l'argomento di discussione centrale di un gruppo di amici a un vernissage: l'Italia ha paura e gli italiani si stanno ripiegando su se stessi. Gli spunti: i negozi vuoti, i soldi che hanno smesso di girare, la fine dello shopping natalizio compulsivo, la totale sfiducia nei politici, il pessimismo strisciante che ha iniziato a far breccia anche nei cuori più impavidi, trattorie trentennali che chiudono, attività commerciali che durano sei mesi, libri che non si leggono, film che non si vedono, scarpe che si risuolano, orologi ai quali si cambia solo la batteria esaurita, portafogli chiusi a doppia mandata, il terrore di affrontare, con sana incoscienza, la tradizionale settimana bianca. Eppure, nel pullman che ci conduceva al vernissage, davanti a noi c'era una signora attaccata all'Iphone, che stava parlando con un'amica dei regali di Natale. “Sai – diceva – a Maria abbiamo comprato una gonna di Prada, stava in svendita, eh! E poi a Marisa abbiamo deciso di regalare un buono per la beauty-farm. È l'unico modo per farle perdere quei tre chili antiestetici che ha messo su”. Tutto normale, ci siamo detti, questo Paese non cambierà mai. Ora, non sappiamo che mestiere facesse la signora di cui sopra, però la realtà che ci si è presentata dopo appena un paio d'ore, parlava di una storia completamente diversa. La domanda che ci siamo posti, allora, con i nostri amici è stata la seguente: “Fino a che punto la paura degli italiani ha basi solide, bilanci familiari in profondo rosso, incapacità di spendere anche cifre irrisorie, e fino a che punto è, invece, una sorta di psicosi, da terrorismo psicologico, indotta per giustificare e far passare scelte politiche scellerate. Ci siamo risposti che ci sono entrambi gli aspetti solo che, fino a qualche tempo fa, gli italiani pensavano che tanto la Provvidenza ci avrebbe messo una pezza, ora non più. L'Italia è stata commissariata un anno fa. Una privazione della democrazia che non ha avuto precedenti in Europa visto che in Grecia, in Spagna, in Irlanda e in Portogallo, ai cittadini è stata data la possibilità di tornare alle urne dopo le dimissioni dei governi democraticamente eletti. Da noi no, si sono messi di buzzo buono il presidente Napolitano, Piergigi Bersani, Angelino Alfano, Pierfy Casini, il professor Mario Monti, qualche banca americana, la Bce, il Fondo Monetario Internazionale, le agenzie di rating e, tutti insieme appassionatamente, hanno deciso che l'Italia era diversa, noi siamo un Paese sostanzialmente diverso, composto da pecore e servi, incapace di scegliere con le proprie mani la fine di cui morire. In un anno di professorame, il debito pubblico è arrivato a 2mila miliardi, una cifra impensabile fino a un decennio fa. L'Articolo 18 è stato smantellato, la lotta all'evasione fiscale si è risolta in un paio di blitz spettacolari, la legge elettorale è sempre la stessa, le frequenze televisive sono ancora in attesa di essere assegnate, è stata svuotata la legge anticorruzione e quella sulla incandidabilità è diventata una barzelletta, visto che Marcello Dell'Utri potrà ancora fare il senatore. In compenso, si sono scoperti gli sprechi dei politici, qualche figlio di puttana è finito in galera, qualche altro naviga a vista, Nicole Minetti è pronta a restituire i 16 euro di Mignottocrazia e il Trota a donare i videogames ai Martinitt, mentre il tagliaerba e la sega circolare verranno regalati ai giardinieri del comune di Torino. Tutto ciò fa pensare che ci sia sotto una manovra ben congegnata, ben organizzata e freddamente messa in atto. Da una parte terrorizzare gli italiani, dall'altra fargli perdere completamente la fiducia in una classe politica che, seppur marcia, è stata eletta da voi, mica dagli usbeki in libera uscita. Per ottenere cosa? Il controllo totale di una paese che, potenzialmente, potrebbe bersi la Francia e la Germania in un solo sorso. Ed è proprio su questa “potenzialità” che si sta giocando il futuro dell'Italia, con regole non previste in nessuna costituzione, con una stampa asservita, con una pletora di servi pronti all'obbedienza sapendo perfettamente che l'Italia potrebbe rappresentare il “prototipo” per un nuovo ordine mondiale. Non è un caso che Mario Monti si sia dichiarato disponibile a una staffetta con Bersani (probabile vincitore delle prossime elezioni), non è un caso che Maroni abbia candidato Alfano, non è un caso che sia in atto il tentativo di isolare ancora una volta quel che resta della sinistra. C'è la scheggia impazzita di Beppe Grillo da ricondurre a più miti pretese, ci sono i gay da tener fuori dalle stanze del potere per non far piangere né Gesù Benedetto XVI, c'è un'Italia omofoba, bacchettona e più pronta a servire, che va portata avanti e ci sono milioni di italiani che per 100 euro in più in busta paga, sarebbero disposti a vendere la mamma e a comprare gli F15. C'è un'Italia malata che va curata, e la cura migliore non si chiama Mario Monti, ma scuole migliori, ambiente, tutela del patrimonio artistico, lavoro, rispetto, libertà, parità di diritti e di doveri, cultura, mutualità, diritto di cittadinanza. Voi vedete in giro qualcuno disposto a lottare per questo programma? Se c'è si faccia avanti, per quello che potrà contare, avrà il nostro voto.

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