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mercoledì 19 dicembre 2012
Io deliro, tu deliri, Silvio delira. A pagare è sempre l'Italia.
L'ultima balla è stata colossale: “Sono stato io che ho detto al PPE di
invitare Monti a Bruxelles, e sempre io sono stato quello che lo ha
proposto come guida del centrodestra”. Le agenzie di stampa battono
la notizia mentre la registrazione di Porta a porta è ancora in
corso. E, sempre durante la registrazione, arriva la secca smentita
di Wilfred Martens il quale, appena letta la dichiarazione di Silvio,
ha immediatamente telefonato all'Ansa per precisare: “Nessuno mi ha
chiesto di invitare Monti a Bruxelles. È stata una iniziativa mia,
personale”. Uno intelligente direbbe: “Va beh, m'è andata male!”
Invece Silvio rintuzza: “Evidentemente non vuol far vedere di
essere stato influenzato da me”. E tutto il mondo, compresa la
periferia di Marte, rise. Ovviamente, Bruno Vespa ha preso per buona
la versione silviesca e, con il ghigno luciferino che lo
contraddistingue in alcuni momenti, ha annuito chinando, come sempre,
la testa. Ma il delirio di Silvio mica finisce qui. Si è accorto
che non ha il tempo materiale per lavare il cervello al quaranta per
cento degli elettori. Quindi occorre rinviare le elezioni. “Che
fretta c'è? – ha detto Silvio – Bisogna predisporre le liste,
correre per preparare le elezioni. Prendiamocela con calma no? Tanto
l'Italia saprà aspettare ancora per un po' il mio ritorno”. Ma che
ti venga un bene, Silvio! Prima sfiduci di fatto Monti, poi ti rendi
conto che hai pochi giorni di tempo per plagiare gli italiani con le
tue minchiate e chiedi il rinvio? Colto dalla sindrome di Totò,
leggete cosa ha detto a Vespa:
“Se
Monti annette i centristi e non noi, vuol dire che non federa il
centrodestra. Deve essere il federatore della totalità del
centrodestra”. Che cazzo significa lo sa solo lui, forse che dopo
aver conquistato Trento conquisterà anche Trentuno. Il fatto è che
il refrain è sempre lo stesso, che il suo modo di affrontare la
politica non è cambiato in niente, e dire che ha avuto davanti a sé
20 anni di potere pressoché assoluto. Populismo a gogò e cazzi
suoi, questa è la ricetta vincente di una non ideologia mascherata
da liberismo. A Silvio però non manca il coraggio e spara minchiate
paradossali spacciandole per verità. Una perla gigantesca: “Io non
ho frenato la legge elettorale. Si è frenata perché Monti ha dato
le dimissioni, poteva anche non darle perché noi non lo abbiamo
sfiduciato”. Questa è la riprova che le dimissioni di Mario Monti,
sono state per Silvio un fulmine a ciel sereno. Lui si era fatto
tutti i conti. Avrebbe tenuto il Premier sulla graticola fino a marzo
e, nel frattempo, messo in piedi la macchina da guerra elettorale,
perché per Silvio le elezioni sono comunque una guerra. Il
Professore, invece, gli ha fatto un dispettuccio, si dimetterà
formalmente appena approvata la Legge di stabilità, lasciando Silvio con un pugno di mosche in mano. Ecco, allora, le necessità per il
Capataz, di tirarla per le lunghe, e l'unico modo che ha è quello di
rinviare l'approvazione della legge. Gira gira, comunque la si voglia
mettere, Silvio deve sempre aggiustarsi gli affari suoi, rodare la
Task Force Digitale, cibare con un po' di cacca le mosche che ha
assoldato per rinfoltire il suo esercito di disperati, lasciar
passare il tempo necessario per continuare la disinformatio
televisiva. Gli ultimi dati, danno il Pdl in leggera rimonta. È
bastata l'apparizione di Silvio in tv, per convincere i pensionati di
Villa Sorriso a rivoltarlo, e qualche milione di evasori fiscali a
cantare “Trullallero”.
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Questo è un delinquente vero.
RispondiEliminaMarco