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domenica 2 dicembre 2012
Sallusti l’evaso. E Silvio dice: “Non avete capito nulla, sì alle primarie e non mi ricandido”.
Lo
aveva annunciato, con squilli di trombe e editoriali, e lo ha fatto. Alessandro
Sallusti, prima ha trascorso la notte in redazione, contravvenendo all’ordinanza
di arresti domiciliari. Poi si è fatto prelevare (sotto le luci delle
telecamere) e portare a casa dagli agenti della polizia. Una volta arrivato a
casa, il tempo di guardare in faccia Danielona Santanché, e se l’è data a
gambe. Non si sa se per un atto simbolico, o se per una fuga a tutti gli
effetti da una compagna invadente, resta il fatto che, appena uscito,
Alessandro è stato immediatamente ri-arrestato e ora rischia (per evasione), da
uno a tre anni di galera vera, quella che si trascorre a San Vittore con un’ora
d’aria quotidiana e una ciotola di minestra riscaldata. Danielona ha detto: “Che
eroe, il mio uomo! Che gesto sublime!”. Ma pensate voi a cosa deve ricorrere un
giornalista per scrivere un libro da primi posti in classifica, manco fosse un
perseguitato politico dal Pcus o un antifranchista anarchico della prima ora. A
noi, onestamente, che Sallusti finisca il galera dove, per far parlare di sé
inizierà uno sciopero della fame ad oltranza come un Gandhi redidivo o un Nelson
Mandela qualsiasi, non fa né caldo né freddo. Se poi lo dovessero mettere a
lavorare in biblioteca ne saremmo felici, almeno saprebbe, sempre Alessandro,
cosa significa lavorare. Preso atto del gesto eroico del suo dipendente, Silvio
Berlusconi ha ancora una volta cambiato idea. Al termine di un incontro di
quattro ore con Angelino Alfano, sembra (diciamo “sembra” perché l’unica
dichiarazione pubblica è stata di Angelino e non di Silvio) che ora l’orientamento
sia quello di non candidarsi, di svolgere le primarie il 16 dicembre, e di far
scegliere al popolo di centrodestra il suo premier. Lo ha detto
chiaramente Alfano Servo Suo: “Il Capo non si ripresenterà, me lo ha giurato
sui suoi figli (sic!). Il 16 dicembre terremo le primarie e ci batteremo per l’election-day,
facendo risparmiare 100milioni di euro agli italiani”. Altrimenti, ha detto
sempre Alfano, “ci sarà una crisi di governo”. Quest’ultima affermazione ha
chiarito il pensiero di Silvio (e non del segretario). Primarie o non primarie,
se Silvio decidesse di candidarsi (cosa probabile al 100%), gli altri non
potrebbero fare altro che chinare la testa. Perché Berlusconi ha ottenuto la “minaccia
della crisi di governo” in caso di non election-day? Perché le regionali fatte
prima delle politiche, segnerebbero il tracollo definitivo del Pdl, con una
perdita di immagine e di potere mediatico che Berlusconi, in vista della ri-discesa in campo sua (o di Marina) non può permettersi. A lui occorre tempo per
serrare le fila e mettere in moto la sua micidiale macchina da guerra mediatica
e, per far questo, non si può permettere una debacle ormai accertata, che è
quella rappresentata dalle elezioni in Lazio e in Lombardia. Che paraculo
Silvio: fa parlare Angelino e lui non conferma né smentisce. Lo manda avanti
per pretendere l’election-day e, quando sarà il momento, lo rispedirà in cucina
a preparare la colazione. Silvio è un genio, lo abbiamo sempre detto, per i
cazzi suoi, ma sempre genio resta.
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Si ricandida, Max, esattamente come dici tu...Ma quando molla!!!
RispondiEliminaAntonio