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lunedì 3 dicembre 2012
Vince Bersani, e forse è meglio così. Napolitano vuole una soluzione per Sallusti. Eppure siamo tutti uguali di fronte alla legge. O no?
Nonostante
tutto la macchina elettorale del Pd regge ancora. Il potere di
mobilitare le masse, caro alla Balena Bianca delle “vacche di
Fanfani”, e alle masse operaie dell'apparatnik del Pci, è intatto.
Lo si vede nei momenti che contano, dai comizi alle visite dei leader,
dalle presentazioni dei libri degli amici al convegnuccio stupido, in
cui se non si è in tanti, non conti un cazzo. Perfino dalle nostre
parti è visibile: quando il partito chiama, il popolo risponde
“presente”. Questa è la ragione per la quale ci sconvolgono i 20
anni di potere berlusconiano. E ci fa chiedere come diavolo abbia
potuto un partito che dispone di una macchina organizzativa tale,
cedere le armi di fronte al vuoto assoluto dei messaggi televisivi.
Sarebbe lunghissimo da analizzare e, anche se un'idea ce la siamo
fatta, resta l'incapacità di comprendere un periodo che va al di là
della storia per abbracciare prepotentemente la schizofrenia di un
popolo di individualisti, per giunta “contro”, come quello
italiano. Vince il segretario, e non poteva essere altrimenti. Vince
l'apparato così come dovrebbe sempre essere, ma negli ultimi anni
non è stato. Vince, per assurdo, chi ha detto le cose più di
sinistra perché a Bersani, tutto possiamo rimproverare meno che di
non essere un uomo di sinistra. Lo ha detto immediatamente Vendola,
lo ha detto Silvio tentando di chiamare al telefono Matteo da Firenze, per proporgli di candidarsi alle primarie del Pdl, non riuscendoci (a
telefonargli, mica a convincerlo). Lo hanno riconosciuto tutti meno Grillo che, da queste primarie, esce con le ossa rotte. Eh sì! Beppe aveva tanto sperato in un flop che, però, non c'è stato,
anzi. I tre milioni e passa di elettori che sono andati a votare,
nonostante le file e l'organizzazione spesso approssimativa, hanno
rappresentato uno spaccato dell'Italia che vuole decidere, che non
molla, che c'è. Tanti giovani e iscritti al Pci di lungo corso.
Tante donne e gente comune, una folla di persone che ha chiesto al Pd
di farsi promotore di un cambiamento vero. Il lavoro di Bersani
inizia oggi. E non sarà un lavoro facile, perché se è vero che in
questi anni di segreteria è riuscito ad acquisire una certa
autonomia dai tecnocrati del partito, la scommessa che lo attende è
da far tremare i polsi. Parlando ieri sera al Capranichetta, Piergigi
lo ha detto chiaramente: “Sono contento, inutile negarlo. Ma
ricordiamoci che in questo paese c'è la destra”. Già, c'è una
destra decisa a non mollare, quello schieramento che negli ultimi
tempi ha visto correre al suo capezzale fior di imprenditori danarosi
quanto spregiudicati, quella parte della politica italiana che non si
capisce come e perché, quando c'è da votare un qualcosa che sappia
un po' di sinistra, fugge a gambe levate e preferisce Berlusconi,
vero vescovi e cardinali, frati e monache, preti e sagrestani,
omofobi e baciapile, reduci di Salò e frequentatori di Case Pound?
Ma quello che più ci destabilizza, e non lo neghiamo, è
l'atteggiamento che la politica ha assunto nei confronti della
magistratura, come se gli anatemi silvieschi avessero infettato anche
i soggetti apparentemente più immuni. Corrado Passera, rivolgendosi
ai magistrati di Taranto dice: “Veniamoci incontro, trattiamo, non
possiamo chiudere l'Ilva, sarebbe un disastro”. Il presidente
Napolitano, il garante massimo della giustizia, essendo anche il capo
del Csm, sul caso Sallusti dice: “Serve responsabilità”. Che
significa, che forse i magistrati di Milano non
dovrebbero processare il direttore del Giornale per “evasione”?
Ma la stessa responsabilità non si dovrebbe applicare anche nei
confronti di cittadini meno famosi? Allora non è vero che la legge è
uguale per tutti...
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Hai ragione tu, messo a confronto con Renzi, Bersani è un compagno vecchia maniera. Ma il discorso è sempre lo stesso: il meno peggio. Sono deluso Max.
RispondiEliminaMarco
Non se ne esce mica, sai? Bersani o Renzi per me pari sono.
RispondiEliminaCarlo
Max, mi sembri quasi rassegnato. Non è mica da te!!!
RispondiEliminaan