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sabato 29 dicembre 2012
Un sabato di straordinaria follia italiana. Da Monti a Salvini a don Corsi volano pietre e idiozie.
Notiziona:
Mario Monti “caccia” Silvio dal Tg1. La prevista intervista
all'ex premier non è andata in onda perché Mario, reduce
dall'incontro con i centristi, ha chiamato agenzie, giornali e tivvù
per rendere chiaro il suo verbo di scalatore della politica, manco
fosse Messner. Ovviamente, “la notizia” era l'Agenda del
Professore per cui Silvio, già in crisi di astinenza da prime-time,
ha dato fuori di testa di brutto. Il fatto è che lo slittamento
della presenza sull'ammiraglia dell'informazione italiana, faceva
seguito all'accordo, non indolore, di separazione con Veronica Lario: centomila euro
al giorno, 3 milioni di euro al mese, 36 milioni in un anno. Però
Silvio è riuscito a tenere per sé le proprietà immobiliari, roba
che Veronica, per avere un tetto sulla testa, sarà costretta ad
affittarsi un monolocale, ma al centro di Milano. Vivrà di poco,
Veronica, confermando anche dopo la separazione dal “malato da
curare”, quella sobrietà che l'ha sempre contraddistinta. La
improvvisata conferenza stampa di Mario Monti, è servita se non
altro a chiarire alcuni aspetti che erano rimasti sul fondo della
scena. Lui non si presenterà, è senatore a vita mica scemo, per
cui alle elezioni di febbraio ci sarà il suo nome ma non lui, una
presenza non virtuale ma quasi. In compenso ci saranno l'Udc, Fli, le
Acli, il Vaticano, Passera, Riccardi e Montezemolo. Non ci spieghiamo
ancora la presenza delle Acli in uno schieramento di capitalisti,
industriali, banchieri ed ex fascisti, ma forse, il motivo della
partecipazione antistorica del movimento dei lavoratori cristiani a
una competizione partitica, sta tutto nella salita in politica anche
della Chiesa che, senza giri di parole, almeno questa volta, ha
dichiarato apertamente con chi starà. Le Acli seguono i pastori,
proprio come le pecorelle e gli agnelli. Ma arriverà Pasqua... Nella
Lega cambiano i dirigenti ma il linguaggio resta lo stesso. Oddio,
linguaggio, si fa presto a dire linguaggio. Matteo Salvini, colto
dalla sindrome di Bossi e Borghezio, inaugurando la festa della Lega
ha detto che Mario Monti va preso a calci nel culo e che non è
evasione fiscale non rilasciare scontrini per salvare posti di
lavoro. La fregatura è che, dalle parti della Lega, chi non rilascia
scontrini poi si compra il Suv e del negher non gliene frega proprio
una mazza, proprio come del terùn siculo o del portalettere di
Campobasso. Non ha ancora detto, Salvini, se alle prossime elezioni
ripresenterà il ticket con Berlusconi perché questa, in fondo,
sarebbe la notizia. Tira una brutta aria, e non poteva essere
altrimenti, per don Piero Corsi. Il suo vescovo lo ha cordialmente
invitato a prendersi una pausa di riflessione, lontano dalle mura
della sua chiesa di San Terenzo e da quei trecento parrocchiani
inferociti che lo volevano impalare, così, per il gusto di fargli
provare un'ebrezza sessuale a poco prezzo. L'impressione che
ricaviamo da questa storia è quella che ad essere turbato da una
minigonna sia proprio don Piero. Alla fine, per parafrasare una
vignetta che gira in questi giorni su Facebook, meglio essere
attratti da una minigonna che da un paio di calzoncini corti.
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Meno male che ci sei tu. Mi hai rimediato un sabato di...
RispondiEliminaGrazie, Max.
an