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sabato 5 aprile 2014
I secessionisti veneti si dichiarano prigionieri politici e all'Aquila affondano le new town. È tutto un delirio, fuori onda, berlusconiano
A volte può più un fuori onda
che decine di conferenze stampa ad usum fedelissimi. Maria Stella
Gelmini e Giovanni Toti parlano del padrone, e quello che ne viene
fuori è una sorta di de profundis difficile da giustificare in un
faccia a faccia. Silvio, a detta dei due forzisti di ferro, è un
leader azzoppato, metaforicamente e fisicamente. Terrorizzato da
quanto gli potrebbe succedere fra cinque giorni, il Capataz è
prigioniero delle sue angosce, fatto che si riflette inevitabilmente
sul partito. La Gelmini e Toti parlano espressamente di
“abbraccio mortale” con Renzi e di quel maledetto incontro al
Nazareno che, secondo le aspettative andate deluse di Silvio, doveva
essere una specie di lasciapassare per quella agognata agibilità
politica della quale Berlusconi ha un bisogno fottuto. Il fatto è
che, sondaggi alla mano, molti elettori di Forza Italia apprezzano
quell'abbraccio perché in Renzi rivedono quello che Silvio è stato
nel 1992. E siccome la storia si ripete, ma non a distanza di venti
anni, Il Sindaco ha dalla sua l'elenco lungo uno sproposito degli errori
del modello di riferimento, e se a fine maggio dovessero esserci sul
serio quegli 80 euro in più in busta paga, ne vedremo delle belle.
Siamo convinti che Renzi non avrebbe dato la stura ai movimenti
secessionisti ma li avrebbe cavalcati come sta facendo con Silvio. E
che quei movimenti siano un po' meno folkloristici di quelli di
qualche anno fa, ce lo dimostra il fatto che un secessionista, Luigi
Faccia, si è dichiarato “prigioniero politico”, proprio come i
brigatisti rossi che finivano in manette. E siamo convinti che Renzi,
al posto di Silvio, non avrebbe mai fatto costruire all'Aquila le new
town che oggi stanno affondando insieme ai sogni di grandezza di
Guido Bertolaso. Matteo non ha industrie né case a Montecarlo e
guardate come si è sgonfiato da solo lo “scandaluni” della
dependance renziana a Firenze. I capi dell'informazione berlusconiana
ci dovrebbero spiegare per quale ragione puntano sui beni immobili o
su presunti scandali sessuali degli avversari, forse perché sono le
materie che maggiormente conoscono e praticano. Comunque, niente
affatto ridendo e scherzando, domani saranno cinque anni dal
terremoto dell'Aquila. La città continua ad essere al buio mentre
stanno al loro posto, immote, le strutture di sostegno e
i ponteggi che costano un fottio di denaro e non producono nessun
effetto. 18 anni di berlusconismo sarebbero troppi anche per i
Papalagi, il popolo più pacifico della Terra.
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i secessionisti veneti mandiamoli al carcere duro per almeno 20 anni.....
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