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mercoledì 23 aprile 2014
Declassificate le stragi italiane. “Un atto dovuto”. “Una balla colossale”. Ma i segreti veri giacciono nelle tombe
Ustica, Peteano, Italicus, Piazza
Fontana, Piazza della Loggia, Gioia Tauro, Stazione di Bologna e Rapido 904. Sono queste le stragi per le quali il governo ha deciso
la desecretizzazione dei documenti. “Un atto dovuto alle famiglie
delle vittime”, ha detto Renzi, “una balla colossale”, hanno
risposto Grillo e Maroni, Giordano e Gomez. Magari non è nessuna
delle due “letture”. Magari da una parte è una manovra in vista
delle elezioni e dall'altra pure. Magari è il tentativo di rendere
un po' meno nebuloso un passato che purtroppo non ha concesso nessuna
soddisfazione a chi, in quelle stragi, ha perso familiari e amici.
L'accusa principale che viene rivolta a Matteo Renzi è quella che la
declassificazione degli atti sostanzialmente non esiste. Quelle carte
sono state viste e studiate e analizzate da diversi soggetti; magistrati e politici delle commissioni parlamentari hanno avuto
infatti la possibilità di leggerle e, da quello che si è saputo
nonostante Pulcinella sia un simbolo tutto italiano, non è venuto
fuori nessun nome; nessun colpevole figura in documenti che chi
doveva provvedere a ripulire ha certamente ripulito. Questa
argomentazione è sostanzialmente vera se non fosse che, ad esempio,
il ruolo dei servizi segreti in questo paese non è mai stato
chiarito fino in fondo, che i depistaggi di stato non sono mai stati
ufficializzati e che, infine, ai magistrati e alle commissioni
parlamentari, i documenti “classificati” non sono mai stati
consegnati tutti insieme ma a pezzi, a seconda delle tranche di
indagini e dei punti in discussione nelle aule. Scommettiamo che i
vari “bonificatori” che si sono succeduti nel tempo, qualche
foglio di carta non lo abbiano depurato fino in fondo e che a una
lettura da topi di biblioteca, emergeranno fatti, situazioni,
contesti e perfino personaggi finora sconosciuti proprio perché le
stragi non hanno mai seguito un filone unico d'inchiesta e le
magistrature non hanno mai lavorato in maniera coordinata. C'è
un'altra speranza, quella che i servizi segreti italiani, non essendo
il Mossad, si siano dimostrati i pasticcioni di sempre. Allora sì
che ne leggeremmo delle belle. Peccato che i segreti veri, quelli che
potrebbero dare risposte definitive alla strategia della tensione e
alle bombe, giacciano nelle tombe di Kossiga e Andreotti e lì
resteranno nei secoli dei secoli. Amen.
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