Oggi, più di ieri e di sempre,
vorremmo incontrarlo per una intervista. Una specie di chiacchierata
core a core, perché Razzi Antonio, senatore di Forza Italia,
convertito berlusconiano sulla strada del vitalizio, è un
personaggio unico nel suo genere, dai risvolti psichiatrici profondi,
fine conoscitore della vita vera, umano anziché no. Travolto dalla
notorietà che gli ha dato Maurizio Crozza con la sua irresistibile
imitazione, Razzi Antonio, il più indisciplinato alunno di una
classe di somari, ha voluto dare la dimostrazione palese che lui, al
Senato, lavora sul serio e che tutte le accuse di paraculismo che gli
sono state rivolte fino a ieri, non avevano ragione di essere. E
allora carta e penna, con tanto di interprete di italiano al fianco,
ha buttato giù di getto il disegno di legge n. 1370, avente per
oggetto la “disciplina dell'attività remunerata di Operatrice
Assistente Sessuale”, in poche parole, la regolamentazione della
prostituzione. Mignotte di tutta Italia unitevi, il senatore Razzi
Antonio vuole darvi una dignità sociale, fiscale, politica e
culturale. Allora. Se il disegno di legge n. 1370 dovesse trasformarsi in
norma dello Stato, le signore e signorine dovranno sottostare a un
bel po' di impegni e, come un normale contribuente, ricorrere al
commercialista per il disbrigo delle pratiche quotidiane.
Innanzitutto c'è il riconoscimento della pratica. Scrive Razzi
Antonio nell'incipit: “l'attività di OAS può
essere esercitata da soggetti maggiorenni con soggetti maggiorenni
consenzienti all'interno di una privata dimora, in assenza di persone
minori conviventi, in appositi studi professionali o in locali
pubblici destinati a tale scopo esclusivo", insomma, via libera
alle sex house. E non solo. Le operatrici di cui sopra dovranno
osservare le seguenti disposizioni: "I proventi dell'attività
di OAS sono soggetti all'imposta sul valore aggiunto (IVA); nel caso
in cui l'attività è esercitata in forma individuale, sono
obbligatorie l'apertura di un'apposita partita IVA, l'iscrizione al
regime pensionistico autonomo obbligatorio presso l'Istituto
nazionale della previdenza sociale (INPS) e l'iscrizione presso
l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul
lavoro (INAIL)".
Ci piacerebbe sapere quali potrebbero essere gli infortuni sul lavoro
di una prostituta: un crampo al polpaccio potrebbe rientrare nella
casistica? e un torcicollo? un trauma pubico? una slogatura
mascellare? del pollice? Poi c'è anche il risvolto medico-sociale
perché nel caso in cui un preservativo dovesse bucarsi durante il
rapporto, l'operatrice dovrebbe darne tempestiva comunicazione alle
autorità sanitarie competenti (entro comunque il primo giorno
feriale) per una pronta denuncia alla ditta produttrice, sai la Durex
che risate! Detto ciò, colpiscono le motivazioni che hanno spinto
Razzi Antonio a presentare il suddetto disegno di legge, motivazioni
che prevedono la tutela dei minori e il decoro urbano. Scrive l'editor di Razzi:
“La presente proposta di legge vuole regolamentare anche i luoghi
di esercizio della prostituzione, con l'intento di eliminare
l'adescamento in strada, ovvero in luogo pubblico, dei clienti,
evitando ai cittadini di dover assistere e far assistere a propri
familiari minorenni sgradevoli visioni notturne e diurne di
prostitute vestite in maniera minima e volgare per adescare più
facilmente la clientela che, se in automobile, crea anche pericolo al
regolare scorrimento del traffico”. Acclarata la sensibilità
sociale del transfugo dall'Italia dei Valori, ci piacerebbe sapere
chi gli ha scritto in italiano il testo della legge. Dopo trent'anni
di autista, il suo eloquio ci sembra quantomeno sospetto.
Attento CROZZA va a finire che costui ti scippa il posto di comico alla tv
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