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martedì 29 aprile 2014

Questa sera a casa di Silvio

Nelle motivazioni della condanna a un anno (per sfruttamento della prostituzione) dell'avvocato Salvatore Castellaneta, il giudice del tribunale di Bari descrive a chiare lettere quello che avveniva durante le “cene galanti” di Arcore e di Palazzo Grazioli nel periodo di total sex&rock and roll dell'ex presidente del consiglio. Scrive il giudice: “A casa del Cavaliere una fiorente attività di prostituzione, oscenità e bassezza, mercimonio del corpo femminile e considerazione delle donne come semplici oggetti suscettibili di commercio a scopo sessuale”. In poche parole le residenze di Silvio erano dei veri e propri bordelli. Per falsa testimonianza, andranno a processo anche tutte le ragazze che avevano mentito in fase dibattimentale, così come la troupe del lenone Tarantini che arruolava le stesse e che pagava regolarmente dopo le prestazioni con il Capataz. Il beneficiario di tutto questo puttanaio era uno e uno solo: Silvio Berlusconi, ex senatore, ex presidente del consiglio, ex cavaliere della repubblica. E ieri sera, questo galantuomo tutto d'un pezzo, durante Piazza Pulita, ha accusato il Presidente della Repubblica di non avergli concesso la grazia motu proprio, cioè senza che nessuno la richiedesse, per rispetto dei grandi meriti che lo stesso Berlusconi vanta per aver ridotto l'Italia a un paese di ignoranti funzionali sì ma clienti affezionati dei suoi imperi industriali. Tutti gli osservatori dicono che le uscite dell'ex Cavaliere sono frutto del tentativo di recuperare un elettorato, quello di Forza Italia, smarrito e confuso, ma a noi questa lettura non convince. Silvio è uno ripiccoso. Sotto l'apparente leggerezza e bonomia, si nasconde un individuo astioso, invidioso, portatore d'odio e di disinformazione pianificata a tavolino, insomma, l'esatto opposto della personcina per bene che spaccia di essere da venti anni a questa parte. Non pensiate che gli costi una grande fatica insultare i tedeschi e il presidente della repubblica perché lui la pensa veramente così. Al contrario di Beppe Grillo che non pensa adattandosi a fare il megafono, Silvio ha testa e convinzioni radicate nel tempo. È vero che avrà letto, al massimo, un paio di libri in tutta la sua vita, ma resta il fatto che da commerciante inarrivabile qual è, sa perfettamente quali corde toccare per vendere la sua paccottiglia. E per raggiungere lo scopo, Silvio non guarda in faccia a nessuno, l'importante per lui è azzeccare le parole chiave che, nel caso di questa campagna elettorale sono:
    1) attacco quotidiano al Presidente della Repubblica per elidere l'elettorato dei 5 Stelle;
    2) attacco a testa bassa alla Germania per acchiappare gli euroscettici;
    3) definire Matteo Renzi un “non comunista” per far scappare gli elettori di sinistra e abbassare la percentuale del PD.

Tutto ciò è stato studiato rigorosamente a tavolino, e a Silvio non costa nessuna fatica mettere in pratica la strategia anche perché è esattamente ciò che pensa. Stasera andiamo tutti a casa di Silvio, magari una porzione di risottino allo champagne è avanzata.

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