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martedì 15 aprile 2014
Chi tenta di “revisionare” ancora la shoah è un cretino. Punto
Grillo sa benissimo che se tocca
alcuni temi sfiora fili ad alta tensione. A meno che non legga solo
il suo blog, sa cos'è successo quando Silvio si è lasciato andare a
battutacce sugli ebrei, il binario 21 della stazione di Milano, il
paragone dei figli con i deportati, il fascismo light nonostante le
leggi razziali. Eppure, convinto ormai di essere la controfigura del
Gabibbo, unico pupazzo parlante dello spettacolo italiano dopo il
corvo Rockfeller, Beppe c'è caduto come un accattone di voti
qualsiasi, soprattutto di quelli provenienti dalla destra estrema. Che
alcuni suoi deputati e senatori affondino le proprie radici culturali
nella destra casapoundina e forzanovista è un dato di fatto, ma che
anche lui approfitti sordidamente di un dramma di portata storica per
un pugno di voti non è solo una cazzata ma la dimostrazione che
anche il populismo e il malpancismo hanno limiti invalicabili. Beppe
lo sa che sulla Shoah non si scherza. Lo sa che le condanne, più o
meno coerenti, più o meno provenienti da fonti attendibili,
immacolate e prive di peccato, non tarderebbero ad arrivare eppure lo
ha fatto. Perché? Possibile che fare il portavoce del pensiero
gaiano e non dei cittadini, porti a compiere passi che più falsi non
si può? Si può, lo ha fatto e probabilmente porterà nelle sue
casse qualche decina di voti inutili se non a livello numerico,
perché di qualità, quando parliamo di croci “nere”, ce n'è
davvero poca.
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