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mercoledì 30 aprile 2014
Zombi e paramafiosi. Scende in campo l'Italia dei morti e dei ridicoli
Insultare non paga più, almeno
se l'insulto viene reiterato. C'è il rischio che l'elettorato capisca che
l'insulto nasconde il nulla, e allora il risultato è
l'attuale 17 per cento con il quale Forza Italia diventerebbe il
terzo partito con un addio traumatico al bipolarismo. Il rischio che
corre Silvio è altissimo. Lui ha puntato tutto sullo scontro fra due
poli, quello di destra (il suo) e quello di sinistra (tutti gli
altri). L'arrivo del M5S gli ha scombinato i piani fino a far
apparire i forzaitalioti degli zombi e perfino un po' rincoglioniti.
A Grillo, almeno questo lo si deve. Negli ultimi giorni Berlusconi ha
insultato tutti ritrovandosi a camminare sul filo di un rasoio che
ancora non ha deciso se tagliarlo (arresti domiciliari) o scalfirlo
leggermente (richiamo e cartellino giallo). Certo, il rischio che
mandandolo ai domiciliari Silvio diventi un eroe c'è, ma continuare
a farlo straparlare, proprio lui, il cantore dell'amore e della
felicità, sarebbe comunque un'aberrazione perché un cittadino
normale che dicesse le stesse cose di Berlusconi, verrebbe
immediatamente sottoposto al TSO. Dall'altra parte, le comparsate
elettorali di Grillo sembrano invece dare i loro frutti. Beppe è un
insultatore relativamente nuovo e poi c'è da dire che usa la
strategia del “vaffanculo” che, come si sa, è efficacemente
liberatorio. Ma nel caso del Grillo furioso c'è da sottolineare che
come Silvio usa indifferentemente nazisti ed ebrei (a seconda
dell'uditorio che ha di fronte), per i suoi spericolati analogismi
storici, così Beppe tende a straparlare di mafia riducendolo a un
fenomeno in estinzione quando tutti sanno che non è propriamente
così. Lo ha fatto anche ieri all'assemblea del Monte dei Paschi
quando ha affermato “La vera mafia è qui. È qui che c'è il vero
voto di scambio e non in Sicilia dove non c'è più una lira”. A
questo punto le considerazioni da fare sono due. O Grillo, come
Silvio, quando parla non sa cosa dice, o c'è la voglia neppure
troppo nascosta di fare l'occhiolino ai mammasantissima. Ve lo
ricordate il 61 a 0 del 2001? Meditate gente, qualche volta è
necessario.
martedì 29 aprile 2014
Questa sera a casa di Silvio
Nelle motivazioni della condanna
a un anno (per sfruttamento della prostituzione) dell'avvocato
Salvatore Castellaneta, il giudice del tribunale di Bari descrive a chiare lettere
quello che avveniva durante le “cene galanti” di Arcore e di
Palazzo Grazioli nel periodo di total sex&rock and roll dell'ex
presidente del consiglio. Scrive il giudice: “A casa del Cavaliere
una fiorente attività di prostituzione,
oscenità e bassezza, mercimonio del corpo femminile e considerazione
delle donne come semplici oggetti suscettibili di commercio a scopo
sessuale”. In poche parole le residenze di Silvio erano dei veri e
propri bordelli. Per falsa testimonianza, andranno a processo anche
tutte le ragazze che avevano mentito in fase dibattimentale, così
come la troupe del lenone Tarantini che arruolava le stesse e che
pagava regolarmente dopo le prestazioni con il Capataz. Il beneficiario di tutto
questo puttanaio era uno e uno solo: Silvio Berlusconi, ex senatore,
ex presidente del consiglio, ex cavaliere della repubblica. E ieri
sera, questo galantuomo tutto d'un pezzo, durante Piazza Pulita, ha
accusato il Presidente della Repubblica di non avergli concesso la
grazia motu proprio, cioè senza che nessuno la richiedesse, per rispetto
dei grandi meriti che lo stesso Berlusconi vanta per aver ridotto
l'Italia a un paese di ignoranti funzionali sì ma clienti affezionati
dei suoi imperi industriali. Tutti gli osservatori dicono che le
uscite dell'ex Cavaliere sono frutto del tentativo di recuperare un
elettorato, quello di Forza Italia, smarrito e confuso, ma a noi
questa lettura non convince. Silvio è uno ripiccoso. Sotto
l'apparente leggerezza e bonomia, si nasconde un individuo astioso,
invidioso, portatore d'odio e di disinformazione pianificata a
tavolino, insomma, l'esatto opposto della personcina per bene che
spaccia di essere da venti anni a questa parte. Non pensiate che gli
costi una grande fatica insultare i tedeschi e il presidente della
repubblica perché lui la pensa veramente così. Al contrario di
Beppe Grillo che non pensa adattandosi a fare il megafono, Silvio ha
testa e convinzioni radicate nel tempo. È vero che avrà letto, al
massimo, un paio di libri in tutta la sua vita, ma resta il fatto che
da commerciante inarrivabile qual è, sa perfettamente quali corde
toccare per vendere la sua paccottiglia. E per raggiungere lo scopo,
Silvio non guarda in faccia a nessuno, l'importante per lui è
azzeccare le parole chiave che, nel caso di questa campagna
elettorale sono:
Tutto ciò è stato studiato rigorosamente a tavolino, e a Silvio non costa nessuna fatica mettere in pratica la strategia anche perché è esattamente ciò che pensa. Stasera andiamo tutti a casa di Silvio, magari una porzione di risottino allo champagne è avanzata.
-
1) attacco
quotidiano al Presidente della Repubblica per elidere l'elettorato
dei 5 Stelle;
2) attacco a testa bassa alla Germania per acchiappare gli euroscettici;
3) definire Matteo Renzi un “non comunista” per far scappare gli elettori di sinistra e abbassare la percentuale del PD.
Tutto ciò è stato studiato rigorosamente a tavolino, e a Silvio non costa nessuna fatica mettere in pratica la strategia anche perché è esattamente ciò che pensa. Stasera andiamo tutti a casa di Silvio, magari una porzione di risottino allo champagne è avanzata.
lunedì 28 aprile 2014
Silvio: come offendere con una battuta 82 milioni 438 mila abitanti. L'intera Germania
È unico e, speriamo,
irripetibile. Invecchiato, motivatore di anziani ai servizi sociali,
ex leader di un partito che raggiunse percentuali bulgare e non
combinò un cazzo, tombeur de femmes come pochi, evasore fiscale
certificato dalla Corte di Cassazione, inventore di posti di lavoro e
di un sogno italiano tutto suo, Silvio Berlusconi c'è ricascato. In
un colpo solo, con una sola battuta, ha offeso la bellezza di 82
milioni 438 mila persone, l'intera popolazione tedesca. Ma cosa
diavolo ha detto Silvio di tanto grave? Lo scenario è quello che
preferisce, quando si sente padrone e sotto come se fosse impegnato
in una passatella e non in un discorso politico. Hotel Michelangelo
di Milano, presentazione dei candidati di Forza Italia del Nord-Ovest
alle Europee. Ovviamente Berlusconi continua a distruggere gli
avversari politici usando tutti i mezzi leciti e non leciti pur di
mascherare la pochezza delle sue proposte. Stavolta tocca a Martin
Schulz, candidato dei socialisti europei alla presidenza della
Commissione. Dopo avergli dato del “kapò” nel 2003, Silvio
decide che è arrivato il momento di bastonare tutti i tedeschi,
anche i suoi colleghi del PPE, anche la odiata Angela Merkel. E dice:
“Per loro (i tedeschi, nda) i campi di concentramento non sono mai
esistiti”, accusandoli apertamente di quel crimine odioso che si
chiama revisionismo. Ora, chi conosce appena la Germania, sa quanto
il dramma della shoah pesi sull'identità stessa di quel popolo,
tanto che di shoah si parla già dalle elementari per impedire che
possano rinascere sentimenti di quel tipo. Accusare i tedeschi di
revisionismo è per Silvio un gioco, esattamente come l'aver negato i
valori della Resistenza in Italia. Inguaribilmente ignorante in
Storia, Geografia e Scienze Economiche, Berlusconi spicca solo per
il cattivo gusto delle sue battute e per la leccaculaggine dei suoi
“bravi” che lo giustificano sempre proprio come un monsignor Fisichella qualsiasi che gli perdonò perfino le bestemmie. Silvio è
unico e, speriamo, irripetibile. In un colpo solo, con una sola
battuta, è riuscito a offendere intere comunità a partire da quella
afro-americana “C'è un presidente abbronzato che prende il sole
insieme alla moglie, infatti è abbronzata anche lei”, per arrivare
a quella omosessuale: “Meglio frequentare belle ragazze che essere
gay”. Lui è fatto così, moderato dentro quando non ci sono le
elezioni, si trasforma in un pericolosissimo ultrà quando sente odor
di urne. Continua a sparlare dei giudici e a offendere a ogni piè
sospinto il Presidente della Repubblica. Per noi sta cercando di
farsi mandare ai domiciliari, quale migliore propaganda del proporsi
come un martire?
domenica 27 aprile 2014
sabato 26 aprile 2014
Grillo, Renzi e Berlusconi. Come si può votare per i blablaisti?
Che lista! Che situazioni! Quanta
bella gente! Grillo va a Piombino. Non c'è mai andato, eppure la
situazione delle acciaierie Lucchini era nota da tempo. Quando
Berlinguer andava davanti ai cancelli della Fiat dentro lo
stabilimento si lavorava, a Piombino ieri hanno spento l'altoforno.
C'è modo e modo di fare sciacallaggio: aggredire un corpo morto e
cibarsi dei resti è il peggiore. Si chiama neo-populismo, a noi
sembra sciacallaggio e basta. Berlusconi, incurante dei moniti dei
giudici, bastona tutti. Lo fa da Vespa, praticamente a casa sua e
dice che i suoi esperti costituzionalisti lo hanno messo in guardia
sulla legittimità dell'Italicum. Ma santiddio, subito dopo il patto
del Nazareno, o addirittura prima di sottoscriverlo, non poteva
sentire il parere dei costituzionalisti amici suoi e risparmiarci una
filippica senza senso ma ad usum elezioni europee e crisi nera di
Forza Italia? Originale e democristiana doc, la lettura della
seratuni da Vespa del Silvio furioso da parte di Pierfy Casini.
“Silvio ha fatto un favore a Renzi – ha detto Cocorito -. Ha
ripreso a fare campagna elettorale per non creare quello che sarebbe
uno strano bipolarismo Pd-M5S”. A dar fede alla parole del
segretario di Forlani, Verdini non avrebbe nulla di cui preoccuparsi.
Eppure Denis è molto preoccupato. Matteo Renzi dà 80 euro agli
italiani che non superano i 15mila euro l'anno di stipendio. A dire che
80 euro rappresentano una mancia sono i miliardari Berlusconi e
Grillo. Hanno ragione. Loro con 80 euro ci comprano il caviale per
gli animali domestici. Però, guarda caso, sembra che ci siano
problemi con gli assegni familiari e anche con i conti correnti
bancari che a fine anno costeranno agli italiani da 1 a 170 euro in
più. In arrivo aumenti sulle accise della benzina, delle sigarette,
dei tabacchi da rollo, degli alcolici, del panorama di Posillipo,
delle foto alle Tre Cime di Lavaredo, dell'accesso alla Piazzetta di
Capri, del tour delle cantine toscane e allo “sbircio” dei culi
delle turiste dell'Est sulle spiagge romagnole: guardi un culo
intensamente e il bagnino ti multa di un euro, è prevista un'entrata
nelle casse dello stato di 10 milioni di euro. Quella che potrebbe
sembrare un'intricata partita a scacchi a tre, è solo l'ennesima
farsa di una nazione di guitti in cerca di visibilità e di qualche
voto in più. E come ha detto Luciana Littizzetto, a volte un
“vaffanculo” non solo ci vuole ma è efficacemente liberatorio.
venerdì 25 aprile 2014
giovedì 24 aprile 2014
mercoledì 23 aprile 2014
Declassificate le stragi italiane. “Un atto dovuto”. “Una balla colossale”. Ma i segreti veri giacciono nelle tombe
Ustica, Peteano, Italicus, Piazza
Fontana, Piazza della Loggia, Gioia Tauro, Stazione di Bologna e Rapido 904. Sono queste le stragi per le quali il governo ha deciso
la desecretizzazione dei documenti. “Un atto dovuto alle famiglie
delle vittime”, ha detto Renzi, “una balla colossale”, hanno
risposto Grillo e Maroni, Giordano e Gomez. Magari non è nessuna
delle due “letture”. Magari da una parte è una manovra in vista
delle elezioni e dall'altra pure. Magari è il tentativo di rendere
un po' meno nebuloso un passato che purtroppo non ha concesso nessuna
soddisfazione a chi, in quelle stragi, ha perso familiari e amici.
L'accusa principale che viene rivolta a Matteo Renzi è quella che la
declassificazione degli atti sostanzialmente non esiste. Quelle carte
sono state viste e studiate e analizzate da diversi soggetti; magistrati e politici delle commissioni parlamentari hanno avuto
infatti la possibilità di leggerle e, da quello che si è saputo
nonostante Pulcinella sia un simbolo tutto italiano, non è venuto
fuori nessun nome; nessun colpevole figura in documenti che chi
doveva provvedere a ripulire ha certamente ripulito. Questa
argomentazione è sostanzialmente vera se non fosse che, ad esempio,
il ruolo dei servizi segreti in questo paese non è mai stato
chiarito fino in fondo, che i depistaggi di stato non sono mai stati
ufficializzati e che, infine, ai magistrati e alle commissioni
parlamentari, i documenti “classificati” non sono mai stati
consegnati tutti insieme ma a pezzi, a seconda delle tranche di
indagini e dei punti in discussione nelle aule. Scommettiamo che i
vari “bonificatori” che si sono succeduti nel tempo, qualche
foglio di carta non lo abbiano depurato fino in fondo e che a una
lettura da topi di biblioteca, emergeranno fatti, situazioni,
contesti e perfino personaggi finora sconosciuti proprio perché le
stragi non hanno mai seguito un filone unico d'inchiesta e le
magistrature non hanno mai lavorato in maniera coordinata. C'è
un'altra speranza, quella che i servizi segreti italiani, non essendo
il Mossad, si siano dimostrati i pasticcioni di sempre. Allora sì
che ne leggeremmo delle belle. Peccato che i segreti veri, quelli che
potrebbero dare risposte definitive alla strategia della tensione e
alle bombe, giacciano nelle tombe di Kossiga e Andreotti e lì
resteranno nei secoli dei secoli. Amen.
martedì 22 aprile 2014
lunedì 21 aprile 2014
Il super attico del Cardinale Carrozziere e l'ira funesta di Papa Francesco
Hai voglia di predicare contro i
preti “untuosi, sontuosi e presuntuosi”! Così come per i
politici la perdita dei privilegi rappresenta quasi un'offesa
personale, per gli altissimi prelati dell'era pre-Francesco,
l'eventualità di essere considerati preti di campagna qualsiasi deve
rappresentare una sorta di attentato al dono divino di considerarsi
“potenti”. Immaginiamo per un momento questa scena. Una mattina,
di buon'ora come consuetudine, Papa Francesco esce dal suo bilocale
di Casa Santa Marta (circa 70 mq). Il rumore dei piastrellisti, stuccatori,
muratori impegnati con i sottotraccia deve essere infernale. Lancia
un'occhiata al vicino Palazzo San Carlo e vede che l'ultimo piano è
completamente sottosopra. Chiede cosa stia accadendo e la risposta
deve averlo lasciato di sasso: “Santità è il nuovo attico del
Cardinale Bertone, 700 metri quadrati di casetta sobria e povera, con
vista sulla Città del Vaticano che di notte deve essere una figata”.
Papa Francesco non si scompone. Prende carta e penna e verga di
proprio pugno un appunto da consegnare direttamente nelle mani del
Predicatore della Santa Sede che la sera, durante le cerimonie per il
Giovedì Santo, leggerà urbi et orbi. Possiamo solo immaginare
quello che sta accadendo in Vaticano da quando c'è il Papa argentino
ma, nello stesso tempo, ci rendiamo conto di quanto la magnificenza
del berlusconismo abbia contaminato nel profondo anche la struttura
politico-diplomatica della Santa Sede. E se il venir meno dei
privilegi fa star male da bestia il senatore Antonio Razzi,
figuriamoci l'ex Segretario di Stato della Chiesa cattolica.
Privilegi, affari loschi, pedofilia, lobby gay, riciclaggio, manca lo
“spaccio” e il quadro è completo. Ma Papa Francesco, un
assaggiatore di fiducia lo ha nominato?
sabato 19 aprile 2014
venerdì 18 aprile 2014
giovedì 17 aprile 2014
Europee 2014. Cosa non si fa per un pugno di voti, e sta arrivando Silvio. Quanto ci manca la vecchia, cara “Tribuna politica”
Ai tempi di Moro e Berlinguer,
Almirante e De Martino c'era Tribuna Politica. Ugo Zatterin,
mezzobusto storico della trasmissione elettorale della Rai, dice:
“Noi non potevamo neppure sorridere”. Guai, infatti, a mostrare
apprezzamento per ciò che veniva detto o non detto in trasmissione,
guai a dare 10 secondi in più a un politico piuttosto che a un
altro. Oggi è diverso. Se si da l'occasione a due competitor di
confrontarsi in diretta, ci scappano immancabilmente schiaffi e
vaffanculo. Il tono è sguaiato, i personaggi inguardabili, si
parlano addosso e parlano addosso agli altri. Il metodo Brunetta,
quello dell'interruzione sistematica dell'avversario con ripetizione
in loop di affermazioni senza senso, la fa ancora da padrone
nonostante la macchietta sia chiara, scoperta e ci abbia fracassato i
cabasisi. Oggi una campagna elettorale la si struttura in offese e
urla, comizi camuffati da tour e quindi a pagamento, comparsate
televisive da Fazio e alla Prova del cuoco. Ma il momento in cui si
rende al massimo, mettendo in campo il peggior repertorio
cabarettistico, è quello delle dirette televisive dei lavori di
deputati e senatori. Lì, in quel contesto così solenne, accade di
tutto e se fossero solo i cefali di Buonanno, potremmo farcene una
ragione. Invece no, c'è di peggio e il peggio sono le manifestazioni
eclatanti di protesta quando da protestare non c'è nulla o non ci
sarebbe nulla di così grave da dare fuori di testa come serial
killer in crisi di vittime. Ieri ad esempio, alla Camera e al Senato
è accaduto di tutto. Da una parte i grillini che prima approvano (in
commissione) la legge sul voto di scambio, poi, in aula, danno a
tutti dei mafiosi. Dall'altra i leghisti che sparano pallettoni dum
dum a Angelino Alfano che canta il de profundis della Bossi-Fini, la
legge dei mitragliatori e degli affondamenti dei barconi di
profughi. Il tutto, ovviamente, in diretta televisiva altrimenti
ognuno si farebbe i cazzi suoi. C'è da dire che Lega e M5S stanno
perseguendo lo stesso obiettivo, aumentare il bacino elettorale: la
Lega per non scomparire, i 5S per arrivare secondi e dare l'addio
definitivo al bipolarismo. Ma entrambi non hanno fatto i conti con un
avvenimento che potrebbe ancora una volta scompigliare il gioco e
mischiare le carte. Sta tornando in campo Silvio, l'uomo per il quale
la legge è uguale un po' di più. E quando Silvio gioca i risultati
diventano imprevedibili. Consola il fatto che le liste europee di
Forza Italia grondano novità: Toti, Fitto, Miccichè, la Gardini,
Tajani e, udite udite, Clemente Mastella, sì, proprio lui, non è un
omonimo. Spiccano due candidature dell'ultima ora, Alessandro Cecchi
Paone e Ylenia Citino, tronista di Uomini e donne e allora, vai con
Forza Italia... C'è da dire che la signorina Pascale sta imbottendo
Silvio di bromuro, ma non per paura di qualche corno (ormai... ndr)
ma per non fargli insultare i giudici durante gli infuocati, ultimi
comizi. Francesca sa che se Silvio lo facesse, se lo ritroverebbe
tutti i giorni a casa ai domiciliari. Pericolo da scongiurare
ricorrendo a tutti i mezzi, leciti e chimici.
mercoledì 16 aprile 2014
martedì 15 aprile 2014
Chi tenta di “revisionare” ancora la shoah è un cretino. Punto
Grillo sa benissimo che se tocca
alcuni temi sfiora fili ad alta tensione. A meno che non legga solo
il suo blog, sa cos'è successo quando Silvio si è lasciato andare a
battutacce sugli ebrei, il binario 21 della stazione di Milano, il
paragone dei figli con i deportati, il fascismo light nonostante le
leggi razziali. Eppure, convinto ormai di essere la controfigura del
Gabibbo, unico pupazzo parlante dello spettacolo italiano dopo il
corvo Rockfeller, Beppe c'è caduto come un accattone di voti
qualsiasi, soprattutto di quelli provenienti dalla destra estrema. Che
alcuni suoi deputati e senatori affondino le proprie radici culturali
nella destra casapoundina e forzanovista è un dato di fatto, ma che
anche lui approfitti sordidamente di un dramma di portata storica per
un pugno di voti non è solo una cazzata ma la dimostrazione che
anche il populismo e il malpancismo hanno limiti invalicabili. Beppe
lo sa che sulla Shoah non si scherza. Lo sa che le condanne, più o
meno coerenti, più o meno provenienti da fonti attendibili,
immacolate e prive di peccato, non tarderebbero ad arrivare eppure lo
ha fatto. Perché? Possibile che fare il portavoce del pensiero
gaiano e non dei cittadini, porti a compiere passi che più falsi non
si può? Si può, lo ha fatto e probabilmente porterà nelle sue
casse qualche decina di voti inutili se non a livello numerico,
perché di qualità, quando parliamo di croci “nere”, ce n'è
davvero poca.
lunedì 14 aprile 2014
domenica 13 aprile 2014
Silvio: “Dell'Utri l'ho mandato io in Libano su richiesta di Putin”. A riecco la teoria della nipote di Mubarak!
Credendosi ancora uno statista
della madonna, il pregiudicato Berlusconi si è autoconvinto di
essere sempre al centro dello scacchiere politico mondiale. Si
ripete, insomma, anche nel caso del fine tessitore dei rapporti Forza
Italia-mafia, il refrain della nipote di Mubarak. Siccome un indizio
è un indizio ma due indizi fanno una prova, Silvio a questo punto
non ci fa ma ci è. In possesso di un delirio di onnipotenza da
clinica psichiatrica, ha sostenuto davanti a un gruppo di forzisti
candidati alle europee che “Marcello a Beirut l'ho mandato io, su
richiesta di Vladimir Putin, per sostenere la campagna presidenziale
di Amin Gamayel”. A parte il fatto che mentre l'Europa sta mettendo
a punto una serie di misure contro la politica dello Zar in Ucraina
sarebbe meglio fare un passo indietro, Silvio dimostra ancora una
volta di sbattersene solennemente di qualsiasi regola che non abbia
stabilito lui. È convinto, insomma, che siccome sia il campo che il
pallone gli appartengono, può decidere in piena autonomia quali sono
le regole del gioco e a che punto interrompere la partita (di solito
mentre sta vincendo). Ci chiediamo, e chiediamo ai giudici di Milano,
se sia il caso di comminare l'affidamento ai servizi sociali a una
persona che, inviando un condannato a sette anni di galera per
contiguità mafiosa all'estero con passaporto falso, non rappresenti
di per sé un pericolo per la comunità. In chiara crisi di
visibilità, Silvio si attacca a tutto, perfino alla reiterazione di
deliri criminosi.
sabato 12 aprile 2014
La presentazione di UT L'Umiltà. Le piccole soddisfazioni per una grande rivista
In sette anni di vita siamo riusciti a creare davvero un mondo nel quale le differenze (anagrafiche, politiche, religiose, esistenziali, di pensiero) si annullano e creano un solo, grande gioco. Nonostante il 47 per cento della popolazione italiana dai 14 ai 65 anni appartenga all'analfabetismo funzionale, noi uttiani ci proviamo. Vogliamo che chi legge UT capisca ciò che c'è scritto. Siamo un po' difficili, a volte complicati, ma amiamo l'arte e la cultura. Non è una colpa, anche oggi.
venerdì 11 aprile 2014
giovedì 10 aprile 2014
L'eterologa e il matrimonio gay di Grosseto. Ancora una volta decidono i giudici dando ragione a chi dice che l'Italia ha una classe politica quacquareccia
Oggi è giovedì e non abbiamo
nessuna voglia di incazzarci. C'è il sole e la cupezza dei giorni di
pioggia ha lasciato il posto a 20 gradi di calore salutare per le
nostre ossa e soprattutto per la nostra testa. Ci alziamo dicendo:
“Meno male, un altro giorno”. Poi ci mettiamo davanti al pc per
la consueta rassegna stampa e le palle, come sempre, come
ogni maledetto giorno, iniziano a girare. È più forte di noi. Ormai
il contatto quotidiano con la politica italiota ci irrita, la
delusione l'abbiamo elaborata da un pezzo come i lutti e le
separazioni, però resta un retrogusto amaro per l'ignoranza dei
politici, l'insensibilità dei legislatori, il pressappochismo dei
boiardi di Stato. E ci rendiamo conto di essere un paese malato già
dalle fondamenta, minate da anni di irresponsabilità e da vergognose
slinguazzate senza bandiera e pro privilegi loro. L'Italia è un paese che
ha vissuto gli ultimi venti anni vedendo crescere tutto, povertà,
disoccupazione, debito pubblico, malaffare, corruzione, concussione,
vilipendi all'intelligenza, ignoranza, insensibilità, egoismo,
protagonismo e violenza meno che il Pil, l'unico fattore che poteva
interessarci. L'Italia è un paese che negli ultimi venti anni non ha
fatto un passo sul versante dei diritti civili anzi, li ha cancellati
sulla base dell'asse forte (e diabolica) Stato-Chiesa traducibile in B&B, alias Bertone/Berlusconi. Gli unici che
siamo riusciti a compiere (parliamo dei pochi, millimetrici passi
sulla strada della civilizzazione dello Stato), sono stati resi
possibili dalle sentenze della magistratura e, in primis, da quelle
della Corte Costituzionale. L'ultima, di ieri, è quella della
dichiarazione di anticostituzionalità dell'articolo 4 comma 3 della
legge 40, quello che vietava la fecondazione eterologa in Italia
costringendo le coppie sterili ai famosi viaggi della speranza di
avere un figlio all'estero. Questa legge vergognosa, che vide
all'epoca della sua approvazione l'astensione di Matteo Renzi e il
voto di “coscienza” di Francesco Rutelli, è stata cancellata
dalla Corte Costituzionale. Anche in Italia, quindi, una coppia
dichiaratamente e scientificamente sterile potrà mettere al mondo
un figlio, un salto di qualità e un adeguamento legislativo che
aspettavamo da 10 anni e che Famiglia Cristiana, solitamente un
organo di informazione attento ai cambiamenti dei tempi, ha bollato
come “ultima follia italiana”. Ce ne faremo una ragione. E non è
finita qui, fermo restando il discorso che sempre la Corte
Costituzionale ha dichiarato illegittimo il “Porcellum” spingendo
i legislatori de noantri alla formulazione di una nuova legge
elettorale. Sempre di ieri è la sentenza del tribunale di Grosseto
che ha ordinato all'anagrafe del Comune di trascrivere nel registro
dei matrimoni quello fra Giuseppe Chigiotti e Stefano Bucci,
regolarmente sposati a New York. La sentenza del tribunale toscano è
esemplare, e afferma che: “nel codice civile
non è individuabile alcun riferimento al sesso in relazione alle
condizioni necessarie al matrimonio”. In attesa degli strali
dell'Osservatore Romano, di Avvenire, di Famiglia Cristiana e della
CEI tutta, prendiamo atto che ancora una volta sono stati i giudici a
stabilire ciò che è legale e quello che non lo è, coscienza a
parte, sensibilità a parte come si usa in un normale stato laico.
Poi c'è Berlusconi. Oggi tre giudici donne decideranno come espierà
la pena. A difenderlo altre due donne. Ma cosa sarebbe il mondo di
Silvio senza le donne?
mercoledì 9 aprile 2014
Altre tegole per Silvio. La Corte Europea non esamina il suo ricorso e si profila l'assistenza agli anziani disabili. Quando dice male...
Non c'è che dire, sembra che
Silvio stia pagando la fortuna sfacciata che ha avuto in questi venti
anni. Vabbè che lui, come dice il noto proverbio, una mano a Dio nel
dargli una mano l'ha spesso data, però i “no” che caratterizzano
la fine della sua carriera politica sono davvero tanti, come infiniti
sono stati i “sì” (in tutti i sensi) che si è messo in tasca
dall'ormai lontano 1994. La Corte di Strasburgo ha rigettato il
ricorso d'urgenza presentato da Silvio contro la legge Severino. I
giudici europei hanno detto che lo esamineranno, ma anche che trovano
ingiustificata la richiesta d'urgenza. Si farà tutto ma nei tempi e
nei modi stabiliti dalla stessa Corte. Diciamolo, Silvio non ci
contava. Il ricorso alla Corte dei diritti dell'Uomo era stato più
che altro un modo per tentare di “sospendere” l'effetto della
legge Severino e i giudici di Strasburgo lo hanno capito
perfettamente. Non essendo la Corte composta da fuoriusciti del
Komintern né da esuli post-leninisti della ex Unione Sovietica, dare
dei comunisti anche a loro sarebbe una vera e propria impresa. Ma Silvio,
si sa, riuscirebbe a vendere un fallo di gomma anche a Sarah Palin, magari
facendolo passare per un thermos. Altra tegola, questa anticipata
addirittura da Avvenire quotidiano dei vescovi italiani, riguarda
l'eventuale settore di affidamento ai servizi sociali. In queste ore
sta montando sempre di più l'ipotesi che Silvio potrebbe occuparsi
di assistenza agli anziani disabili. Detta così potrebbe sembrare un
riconoscimento delle sue doti di barzellettiere e cabarettista al
servizio di anziani in crisi di sorrisi invece, quando si parla di
assistenza, ci si riferisce proprio a quelle cose lì: spazzolare
dentiere, cambiare pannoloni, correre con padelle e pappagalli in
mano, radere vecchietti e lavare ascelle. Avuta notizia
dell'eventualità, Silvio ha chiamato Ghedini per un'istanza urgente.
Meglio i domiciliari e la cacchina profumata di Dudù. Lui sì che è
un vero cane, mica Toti.
martedì 8 aprile 2014
Matteo: “Brunetta chi”? E Renatino risponde con l'unica arma che non possiede: l'ironia
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lunedì 7 aprile 2014
domenica 6 aprile 2014
sabato 5 aprile 2014
I secessionisti veneti si dichiarano prigionieri politici e all'Aquila affondano le new town. È tutto un delirio, fuori onda, berlusconiano
A volte può più un fuori onda
che decine di conferenze stampa ad usum fedelissimi. Maria Stella
Gelmini e Giovanni Toti parlano del padrone, e quello che ne viene
fuori è una sorta di de profundis difficile da giustificare in un
faccia a faccia. Silvio, a detta dei due forzisti di ferro, è un
leader azzoppato, metaforicamente e fisicamente. Terrorizzato da
quanto gli potrebbe succedere fra cinque giorni, il Capataz è
prigioniero delle sue angosce, fatto che si riflette inevitabilmente
sul partito. La Gelmini e Toti parlano espressamente di
“abbraccio mortale” con Renzi e di quel maledetto incontro al
Nazareno che, secondo le aspettative andate deluse di Silvio, doveva
essere una specie di lasciapassare per quella agognata agibilità
politica della quale Berlusconi ha un bisogno fottuto. Il fatto è
che, sondaggi alla mano, molti elettori di Forza Italia apprezzano
quell'abbraccio perché in Renzi rivedono quello che Silvio è stato
nel 1992. E siccome la storia si ripete, ma non a distanza di venti
anni, Il Sindaco ha dalla sua l'elenco lungo uno sproposito degli errori
del modello di riferimento, e se a fine maggio dovessero esserci sul
serio quegli 80 euro in più in busta paga, ne vedremo delle belle.
Siamo convinti che Renzi non avrebbe dato la stura ai movimenti
secessionisti ma li avrebbe cavalcati come sta facendo con Silvio. E
che quei movimenti siano un po' meno folkloristici di quelli di
qualche anno fa, ce lo dimostra il fatto che un secessionista, Luigi
Faccia, si è dichiarato “prigioniero politico”, proprio come i
brigatisti rossi che finivano in manette. E siamo convinti che Renzi,
al posto di Silvio, non avrebbe mai fatto costruire all'Aquila le new
town che oggi stanno affondando insieme ai sogni di grandezza di
Guido Bertolaso. Matteo non ha industrie né case a Montecarlo e
guardate come si è sgonfiato da solo lo “scandaluni” della
dependance renziana a Firenze. I capi dell'informazione berlusconiana
ci dovrebbero spiegare per quale ragione puntano sui beni immobili o
su presunti scandali sessuali degli avversari, forse perché sono le
materie che maggiormente conoscono e praticano. Comunque, niente
affatto ridendo e scherzando, domani saranno cinque anni dal
terremoto dell'Aquila. La città continua ad essere al buio mentre
stanno al loro posto, immote, le strutture di sostegno e
i ponteggi che costano un fottio di denaro e non producono nessun
effetto. 18 anni di berlusconismo sarebbero troppi anche per i
Papalagi, il popolo più pacifico della Terra.
venerdì 4 aprile 2014
giovedì 3 aprile 2014
E Silvio chiese l'aiutino
Se non si conoscesse
il soggetto in questione potrebbe sembrare di vivere in un paese
delle favole, magari uno di quei regni inventati (mica tanto), da
Ascanio Celestini in cui il grande Re Mafioso ciurla nel manico con
il piccolo Re Mafioso. In parte, in un paese delle favole scritte
male e raccontate peggio, ci viviamo davvero. E non solo perché
Silvio si è fatto ricevere da Roi Georges (diremo poi perché), ma
perché ventiquattro coglionazzi infoiati in vena di secessione da
ottenere con un carrarmato ricavato dal trattore, vengono difesi a
spada tratta da quello che indossa le felpe con il geo localizzatore
manco fosse uno sviluppatore di Google Maps. Siamo sotto elezioni.
Matteo Salvini deve portare il pane a casa. Se non piglia qualche
migliaio di voti in Veneto dove volete che li vada a prendere, a
Milano sotto scatto ciellino con cattolicissimi dirigenti che stanno finendo in
galera come le mosche nel barattolo aperto della marmellata? Il
professor Massimo Cacciari, ci dice che il Veneto sta per esplodere.
Ma di quello che dice Cacciari non ci preoccupiamo, visto che non ne
ha mai azzeccata una. Torniamo a noi. Silvio Berlusconi è salito al
Quirinale. “A fare che?”, direte voi. Che domanda, è passato
all'incasso della sua disponibilità a portare avanti le riforme che
servono al Paese. Silvio è sempre lo stesso, un commerciante nato.
Non puoi chiedergli mezzo favore che lui si comporta come un
cravattaro qualsiasi e chiede interessi insostenibili per averti
prestato un euro per un caffè. Insomma, è andato a chiedere
all'Innominabile l'agibilità politica per le prossime elezioni
europee, di poter andare liberamente in giro a fare campagna
elettorale. Di essere candidato non ci ha neppure provato, però il
resto sì. E siccome di chiedere la grazia non vuole saperne
“Dimostrerei di essere colpevole”, ha sempre detto il Capataz, si
sta comportando come il nostro amico Ciriaco che chiede l'elemosina
davanti alle chiese per un pacco di Fortuna da rollo e un litro di
vino in tetrapack. Voci bene informate dicono che O' Presidente ha
fatto orecchie da mercante. Lo ha lasciato parlare, sfogarsi,
imprecare contro la malasorte e alla fine non ha battuto ciglio. Le
cronache ci parlano di un muro di gomma contro il quale è andata a
sbattere l'assurda pretesa di Silvio di essere considerato innocente
perché lo votano sette milioni di italiani. Fino a poco tempo fa,
Roi Georges firmava tutto quello che Silvio gli portava al Quirinale,
oggi i tempi sono cambiati, c'è stata una sentenza della Cassazione
che neppure il Presidente della Repubblica può ignorare. Intanto
Silvio è disperato. Sta aspettando il 10 aprile come se fosse il
giorno del giudizio sulle note del Dies Irae. Non dorme più, non
mangia più, non beve più, non tromba più. Continuando di questo
passo, quando la buriana sarà passata, nulla potranno le Scapagnini
pills che aiutano sì organi riproduttivi ma vivi.
mercoledì 2 aprile 2014
martedì 1 aprile 2014
L'OAS secondo Razzi Antonio: “Quanto fà”? “50 euro più IVA, INPS, INAIL”. Nasce l'Operatrice Assistente Sessuale
Oggi, più di ieri e di sempre,
vorremmo incontrarlo per una intervista. Una specie di chiacchierata
core a core, perché Razzi Antonio, senatore di Forza Italia,
convertito berlusconiano sulla strada del vitalizio, è un
personaggio unico nel suo genere, dai risvolti psichiatrici profondi,
fine conoscitore della vita vera, umano anziché no. Travolto dalla
notorietà che gli ha dato Maurizio Crozza con la sua irresistibile
imitazione, Razzi Antonio, il più indisciplinato alunno di una
classe di somari, ha voluto dare la dimostrazione palese che lui, al
Senato, lavora sul serio e che tutte le accuse di paraculismo che gli
sono state rivolte fino a ieri, non avevano ragione di essere. E
allora carta e penna, con tanto di interprete di italiano al fianco,
ha buttato giù di getto il disegno di legge n. 1370, avente per
oggetto la “disciplina dell'attività remunerata di Operatrice
Assistente Sessuale”, in poche parole, la regolamentazione della
prostituzione. Mignotte di tutta Italia unitevi, il senatore Razzi
Antonio vuole darvi una dignità sociale, fiscale, politica e
culturale. Allora. Se il disegno di legge n. 1370 dovesse trasformarsi in
norma dello Stato, le signore e signorine dovranno sottostare a un
bel po' di impegni e, come un normale contribuente, ricorrere al
commercialista per il disbrigo delle pratiche quotidiane.
Innanzitutto c'è il riconoscimento della pratica. Scrive Razzi
Antonio nell'incipit: “l'attività di OAS può
essere esercitata da soggetti maggiorenni con soggetti maggiorenni
consenzienti all'interno di una privata dimora, in assenza di persone
minori conviventi, in appositi studi professionali o in locali
pubblici destinati a tale scopo esclusivo", insomma, via libera
alle sex house. E non solo. Le operatrici di cui sopra dovranno
osservare le seguenti disposizioni: "I proventi dell'attività
di OAS sono soggetti all'imposta sul valore aggiunto (IVA); nel caso
in cui l'attività è esercitata in forma individuale, sono
obbligatorie l'apertura di un'apposita partita IVA, l'iscrizione al
regime pensionistico autonomo obbligatorio presso l'Istituto
nazionale della previdenza sociale (INPS) e l'iscrizione presso
l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul
lavoro (INAIL)".
Ci piacerebbe sapere quali potrebbero essere gli infortuni sul lavoro
di una prostituta: un crampo al polpaccio potrebbe rientrare nella
casistica? e un torcicollo? un trauma pubico? una slogatura
mascellare? del pollice? Poi c'è anche il risvolto medico-sociale
perché nel caso in cui un preservativo dovesse bucarsi durante il
rapporto, l'operatrice dovrebbe darne tempestiva comunicazione alle
autorità sanitarie competenti (entro comunque il primo giorno
feriale) per una pronta denuncia alla ditta produttrice, sai la Durex
che risate! Detto ciò, colpiscono le motivazioni che hanno spinto
Razzi Antonio a presentare il suddetto disegno di legge, motivazioni
che prevedono la tutela dei minori e il decoro urbano. Scrive l'editor di Razzi:
“La presente proposta di legge vuole regolamentare anche i luoghi
di esercizio della prostituzione, con l'intento di eliminare
l'adescamento in strada, ovvero in luogo pubblico, dei clienti,
evitando ai cittadini di dover assistere e far assistere a propri
familiari minorenni sgradevoli visioni notturne e diurne di
prostitute vestite in maniera minima e volgare per adescare più
facilmente la clientela che, se in automobile, crea anche pericolo al
regolare scorrimento del traffico”. Acclarata la sensibilità
sociale del transfugo dall'Italia dei Valori, ci piacerebbe sapere
chi gli ha scritto in italiano il testo della legge. Dopo trent'anni
di autista, il suo eloquio ci sembra quantomeno sospetto.
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