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giovedì 13 dicembre 2012

Bufera planetaria su Silvio. Il New York Times: “Opportunismo senza vergogna”. E Guy Verhofstadt, leader dei liberal-democratici, ne chiede l'espulsione dal PPE. Casini: “Berlusconi è in evidente stato confusionale”.

Silvio è una tragi-commedia. Non esistono altri appellativi per un uomo che, giunto al logoramento dell'unica sinapsi reduce da una vita avventurosa, non solo non sa che pesci pigliare ma, al massimo, forse, potrebbe riuscire a staccare solo una cozza dallo scoglio. Ovviamente tagliandosi un dito. Questa aria di sfiducia totale che lo circonda, gli sta facendo perdere la trebisonda, per cui, capita che di uno stesso fatto dia tre versioni diverse, non aspettando il giorno dopo, ma proprio mentre il fatto avviene. Silvio va alla presentazione del libro di Bruno Vespa, l'occasione più mondana e “politicamente corretta” del nostro panorama editoriale. La presentazione è stata appositamente rinviata per mettere Silvio nelle condizioni di essere al meglio, di avere le idee chiare, di far parlare di sé e delle sue trovate geniali, e per regalare l'ennesimo scoop alla Vespa Nazionale. E infatti, l'inizio non è niente male: “Certo – dice Silvio – se Mario Monti si candidasse a premier di tutti i moderati, prenderei in considerazione il fatto di diventare solo il leader del raggruppamento. A questo punto potrei convincere la Lega a rientrare nella nostra area perché, senza la Lega, questo sarebbe un Paese ingovernabile”. Ci sono solo due piccoli problemi che si frappongono fra Berlusconi e le sue idee. Il primo è che Mario Monti non ci pensa manco pe' 'a capa a mettersi con lui. Il secondo è che la Lega vede Mario Monti come Belzebù e che a Silvio ha già risposto “di stare ancora con te non se ne parla proprio”. Quando Vespa prova a chiedergli se le sue parole stanno a significare un passo indietro, Silvio risponde piccato: “Ma che sei scemo!”. Poi candida ancora Angelino Alfano, al quale regala apprezzamenti che suonano come una solenne presa per i fondelli. Alfano, però, coglie la palla al balzo e dice: “Dell'Utri non lo ricandido”. E Marcellino gli risponde: “Io mi ricandido e basta”. Messo sul tavolo il ventaglio delle non-proposte, Silvio, ai giornalisti che gli chiedono lumi su quanto ha appena dichiarato, risponde: “La politica non è mica una cosa facile, altrimenti potreste farla anche voi”. Beccandosi la risposta di Marcello Sorgi: “Certo, è un discorso complesso, ma prima di notte riusciremo a capirlo”. Insomma, chi dalla presentazione del best-seller di Bruno Vespa, si aspettava dichiarazioni finalmente chiarificatrici di una linea politica, è rimasto profondamente deluso. Non altrettanto si può dire per gli ex An. Loro, le idee ce le hanno chiare: fuori dal Pdl, scissione e creazione di un nuovo gruppo denominato Centrodestra Nazionale. Così come chiare le hanno i leghisti: “Silvio, vai per la tua strada che alla nostra ci pensiamo noi”. Qualcuno ha provato a chiedere a Silvio chi saranno le forze nuove, giovani e coraggiose che intende arruolare, ma Berlusconi non è caduto nella trappola, anche se ha fatto capire che le new-entry saranno Fabrizio Corona al Ministero della Cultura, Walter Lavitola a quello per il Commercio Estero e Giampi Tarantini al Turismo, uno squadrone che il mondo tremare fa. A proposito di mondo. Sono di ieri le parole di fuoco usate dal New York Times a commento della ridiscesa in campo dell'ex premier. Il NYT scrive che, quello di Berlusconi, è un “opportunismo senza vergogna che fa male all'Italia, un paese che avrebbe bisogno di stabilità ma che, con Silvio ancora una volta al potere, sprofonderebbe nel baratro della ingovernabilità”. E sempre ieri, Guy Verhofstadt, capogruppo dei liberal-democratici al Parlamento Europeo, ha chiesto al capogruppo del PPE, Joseph Daul, l'espulsione di Berlusconi dal partito. Non è detto che la cosa non possa avvenire anche perché, nel PPE, occupa un ruolo per niente marginale Angela Merkel. Il fatto è che, a breve, si terrà il tradizionale pranzo di fine anno dei Popolari Europei, questa volta in Belgio, all'Académie de Royale; voci ben informate dicono che se Silvio dovesse tenere un discorso sopra le righe, scatterebbe immediatamente un processo contro di lui che lo porterebbe all'espulsione dal PPE. E questa è, forse, la ragione per la quale Silvio, a quella cena, non parteciperà mai.  

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