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mercoledì 5 dicembre 2012

Mons. Fisichella, o' Contestualizzatore, bacchetta Bersani: “Però, quel pugno alzato!” per la serie bestemmie sì, comunisti no.

Passerà alla storia (delle cronache, ovviamente) come il Monsignore Contestualizzatore. Quello che: “Ci sono bestemmie e bestemmie, bisogna vedere in che contesto se ne spara una”. Quello che: “Si fa presto a dire minorenni”. Quello che: “Ci sono casi in cui il pentimento di un cattolico è talmente evidente che, anche se divorziato, può accedere ai sacramenti nella cappella di famiglia”. Mons. Salvatore Fisichella, detto “Rino”, è il vescovo che Santa Romana Chiesa ha delegato espressamente al salvataggio dell'anima di Silvio Berlusconi. Ogni volta che l'ex presidente del consiglio ne combina una, arriva lui e zac, lo assolve, giustificando le marachelle del Re con le più astruse arzigogolature teologiche. In questo è un vero e proprio maestro, e ci stupisce il fatto che non sia stato ancora promosso da arcivescovo a cardinale. Ospite fisso di “Porta a Porta”, la trasmissione condotta da quel raro esempio di giornalismo moderato che risponde al nome di Bruno Vespa, mons. Fisichella viene chiamato soprattutto quando c'è da assolvere Silvio dai peccati più inconfessabili, quelli che in altre parti del mondo, stroncherebbero la carriera anche al più mite dei frati minori conventuali. Ora, che la Chiesa cerchi di far passare tutti per grandi peccatori, mettendo, ad esempio, sullo stesso piano i pedofili che popolano le sue fila e quelli che siedono in Parlamento, ci può anche stare: la filosofia del tutti colpevoli, nessun colpevole è sempre in auge. Ma che, a fronte di vere e proprie nefandezze, se la prenda con il pugno sinistro dei fans di Piergigi Bersani durante i festeggiamenti delle primarie, ci è sembrata una cazzata. E tale meriterebbe di essere considerata, se il Monsignore non si fosse espresso pubblicamente dicendo: “Ieri sera, vicino a Bersani, c'erano due ragazzi e una ragazza. Bersani aveva le mani libere, ma chi era con lui salutava a pugno chiuso. Mi domando, e vi domando: cosa c'è di nuovo in questo?” Ora, abituato ad altri scenari, non abbiamo capito se mons. Fisichella ce l'avesse con i ragazzi che stringevano il pugno o con Bersani che, avendo le mani libere, non stava accarezzando il fondo schiena della ragazza. Ma ve la immaginate la scena, magari ripresa da un fotografo che si trovava per caso dietro il palco, e riprendeva l'istante in cui il segretario del Pd palpeggiava senza ritegno il culo della militante? Cosa avrebbe detto l'opinione pubblica abituata al “Mi scusi assessora, posso darle una tastatina?”, che questi politici sono tutti uguali, sono tutti dei maiali, maniaci inguaribili, festaioli gaudenti. Invece Piergigi aveva le mani libere, le avrebbe impegnate solo di li a un po' per spillare la birra. E mons. Fisichella, ci metteremmo la mano sul fuoco, avrebbe giustificato alla grande la palpatina di Bersani ma il pugno chiuso no, quello non si può, è un gesto osceno, immorale, antistorico, ateo e pure un po' da stronzi. Al Monsignore, difensore della civiltà contro gli attacchi dei bolscevichi, hanno risposto gli stessi giovani del Pd che, sul sito del partito, hanno riproposto le foto di alcuni grandi personaggi della nostra epoca nelle quali, da Obama a De Gasperi, dal cardinale Bertone a Nelson Mandela, da Angela Merkel al presidente Pertini allo stadio fino a Umberto Bossi, tutti stringono il pugno in segno di vittoria o di “forza, teniamo duro”. Fra tutte la più bella è quella del cardinale Bertone, che stringe il pugno felice di farlo. Che mons. Fisichella, visto che Silvio è condannato all'oblio, stia cercando di riposizionarsi?

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