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lunedì 10 marzo 2014

Renzi-Paperino. Ma non è detto che la 313 vada sempre a sbattere

Ce l'hanno tutti con lui e la cosa è quantomeno sospetta. I media non lo difendono né hanno intenzione di farlo. I sindacati, compresi quelli affini, già parlano di sciopero. I privilegi sono duri da abbattere, soprattutto se se ne gode. Matteo-Paperino sembra essere circondato da un'aura di sfiga, quella brezza che ti fa toccare le palle quando l'avverti spirare. Nell'Italia delle arti, dei mestieri e delle rendite di posizione, uno come lui fa paura. Lo sanno tutti che ha dovuto accettare compromessi così come parlamentari e boiardi, dirigenti e paradirigenti, primari e comprimari sanno che se dovesse andare avanti, beh, un po' di terreno sotto i piedi gli verrebbe a mancare. Lo sa perfino Beppe Grillo che, persa ogni battaglia sul fronte interno, intento a tappare i buchi di una dissennatezza senza confini, ha preso a parlare di ritorno al Regno Sabaudo, a quello Borbonico e al Granducato di Parma, per la serie, cervello vuoto-sinapsi in pappa. Noi un'idea ce la siamo fatta. Renzi ha iniziato a rompere i cabasisi a tutti, compreso Vittorio Feltri. E questo non è un male né una nota di demerito. Anzi. Si stanno rivoltando anche quelli che non troveranno una straccio di strapuntino nell'Italia che verrà: vecchi, sono vecchi. E vadano a fanculo.

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