Il
dramma delle parolacce del pappagallo
Totò
avrebbe detto “ogni limite ha la sua pazienza”, ma ci rendiamo
conto che oggi di limiti (e di pazienze) non ce ne sono più. I pappagalli sono
volatili ciarlieri, lo sappiamo tutti e ne abbiamo preso atto da
sempre. Ne dicono di tutti i colori ma non perché siano cattivi,
dipende dal padrone che più pirla è e più i Cocorito di turno
sparano bestialità. Non solo, fischiettano pure motivetti che
variano a seconda delle tendenze politiche dei padroni. Ne abbiamo
ascoltato uno con le nostre orecchie, bravissimo a eseguire con
piglio solenne l'Internazionale e altri, poverini loro, Faccetta
nera.
Per anni, il barbiere che aveva il negozio vicino la chiesa,
faceva esibire il suo pappagallo in Bandiera rossa mentre il prete,
meno spiritoso di Don Camillo, si faceva il segno della croce.
Le
battaglie proletarie per il progresso e la democrazia, passavano
anche attraverso il fischio dei pappagalli e ognuno combatteva la sua
come poteva. Una volta, un prete che si era stancato di sentire
Bandiera rossa, comprò un pappagallo e gli insegnò con una pazienza
certosina “Ti salutiamo vergine colomba tutta pura”, l'effetto
non era lo stesso ma la gente si divertiva tantissimo a sentire il
canto e il controcanto dei pappagalli e tutto ciò fino a quando il
sindaco, democristiano, non insegnò al suo “O bianco fiore simbolo
d'amore con te la pace che sospira il cor”: in quel momento fu il
delirio.
Purtroppo
però, non tutti si dimostrano spiritosi, non tutti accettano che un
uccello si rivolga loro con epiteti infamanti, non tutti hanno il
coraggio di farsi una sana risata e andare avanti.
Probabilmente
è quanto accaduto a Cagliari martedì scorso. Ignazio Frailis, un
quarantaseienne innamorato degli animali (aveva dieci gatti e tre
cani che accudiva personalmente), stanco delle parolacce che gli
rivolgeva tutti i giorni il pappagallo della signora Maria Bonaria
Contu, ha creduto di risolvere la faccenda uccidendo con un coltello
seghettato da caccia la padrona. Non ha pensato, Ignazio, di far
fuori il pappagallo magari avvelenandolo, si è rivolto direttamente
alla signora colpevole di avergli insegnato fior di parolacce e pure
qualche insulto.
La
conclusione della faccenda, è che il signor Frailis è stato
arrestato per omicidio volontario e rischia più di trent'anni di
galera con l'aggravante della futilità.
Sappiamo
che ormai tutti sono terribilmente incazzati con i politici, i preti,
gli avvocati, i geometri e i farmacisti e si sfogano come possono, ma
perché mettere in mezzo un povero pappagallo che, proprio perché
pappagallo ripete solo ciò che sente e di suo ci mette nulla? E se è
giusto l'arresto del signor Frailis per omicidio, ci sembrerebbe
altrettanto giusto almeno multare gli eredi della signora Contu per
circonvenzione di... volatile.
Nessun commento:
Posta un commento