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giovedì 4 maggio 2017

Cornetto&Cappuccino. Il dramma delle parolacce del pappagallo


Il dramma delle parolacce del pappagallo

Totò avrebbe detto “ogni limite ha la sua pazienza”, ma ci rendiamo conto che oggi di limiti (e di pazienze) non ce ne sono più. I pappagalli sono volatili ciarlieri, lo sappiamo tutti e ne abbiamo preso atto da sempre. Ne dicono di tutti i colori ma non perché siano cattivi, dipende dal padrone che più pirla è e più i Cocorito di turno sparano bestialità. Non solo, fischiettano pure motivetti che variano a seconda delle tendenze politiche dei padroni. Ne abbiamo ascoltato uno con le nostre orecchie, bravissimo a eseguire con piglio solenne l'Internazionale e altri, poverini loro, Faccetta nera
Per anni, il barbiere che aveva il negozio vicino la chiesa, faceva esibire il suo pappagallo in Bandiera rossa mentre il prete, meno spiritoso di Don Camillo, si faceva il segno della croce.
Le battaglie proletarie per il progresso e la democrazia, passavano anche attraverso il fischio dei pappagalli e ognuno combatteva la sua come poteva. Una volta, un prete che si era stancato di sentire Bandiera rossa, comprò un pappagallo e gli insegnò con una pazienza certosina “Ti salutiamo vergine colomba tutta pura”, l'effetto non era lo stesso ma la gente si divertiva tantissimo a sentire il canto e il controcanto dei pappagalli e tutto ciò fino a quando il sindaco, democristiano, non insegnò al suo “O bianco fiore simbolo d'amore con te la pace che sospira il cor”: in quel momento fu il delirio.
Purtroppo però, non tutti si dimostrano spiritosi, non tutti accettano che un uccello si rivolga loro con epiteti infamanti, non tutti hanno il coraggio di farsi una sana risata e andare avanti.
Probabilmente è quanto accaduto a Cagliari martedì scorso. Ignazio Frailis, un quarantaseienne innamorato degli animali (aveva dieci gatti e tre cani che accudiva personalmente), stanco delle parolacce che gli rivolgeva tutti i giorni il pappagallo della signora Maria Bonaria Contu, ha creduto di risolvere la faccenda uccidendo con un coltello seghettato da caccia la padrona. Non ha pensato, Ignazio, di far fuori il pappagallo magari avvelenandolo, si è rivolto direttamente alla signora colpevole di avergli insegnato fior di parolacce e pure qualche insulto.
La conclusione della faccenda, è che il signor Frailis è stato arrestato per omicidio volontario e rischia più di trent'anni di galera con l'aggravante della futilità.

Sappiamo che ormai tutti sono terribilmente incazzati con i politici, i preti, gli avvocati, i geometri e i farmacisti e si sfogano come possono, ma perché mettere in mezzo un povero pappagallo che, proprio perché pappagallo ripete solo ciò che sente e di suo ci mette nulla? E se è giusto l'arresto del signor Frailis per omicidio, ci sembrerebbe altrettanto giusto almeno multare gli eredi della signora Contu per circonvenzione di... volatile.


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