Il governo Trump |
Ma
quanti bei segreti, Madama Dorè
In
Italia i segreti e i complotti sono esistiti da sempre (e non hanno
nessuna intenzione di morire). Le stanze vaticane, così come i
palazzi della politica, hanno rappresentato la summa del vizio
nostrano di nascondere la polvere sotto il tappeto, per la gioia
infinita degli acari e la disperazione delle allergie. Sembra quasi
che noi italiani non possiamo fare a meno dei complotti e quando non
ci sono, li inventiamo di sana pianta. Pensiamo per un attimo a due
figure “colossali” della nostra Repubblica, a due giganti della
politica italiana, a due padri della patria, insomma, a Titti e Gatto
Silvestro: Giulio Andreotti e Francesco Kossiga. Eccoli gli esempi
insani di chi, avuto un segreto svelato (o creato di persona
personalmente) lo porta con sé fin dentro la tomba. Pensiamo, sempre
per un attimo, ai rapporti di Andreotti con la massoneria di Licio
Gelli e con la mafia, con Salvo Lima, con i cugini Salvo, con Vito
Ciancimino, con Totò “u curtu” e ricordiamo la sfinge che era
durante il processo di Palermo. Insomma, un vero uomo di tutto
rispetto, un senatore tutto d'un pezzo che piuttosto che parlare,
preferiva essere bruciato sul rogo. E Francesco Kossiga, depositario
e teorico della strategia della tensione in Italia, fedele custode
dei segreti di tutti gli attentati terroristici, abile a inserire
nelle pagine di storia sia il terrorismo nero che quello rosso, il
creatore di Gladio e il negazionista del forte senso eversivo che
Gladio aveva nella sua struttura. Sono morti senza che una parola
trapelasse, che un documento secretato venisse fuori, che l'affaire
Moro venisse finalmente chiarito nelle sue pieghe più nascoste.
Ecco, l'Italia ha avuto due grandi teorici dell'omertà mentre gli
Stati Uniti, gli esportatori armati della democrazia nel mondo, hanno
Donald Trump.
Succede
che Mr. President, saputo dall'intelligence israeliana dei possibili
attentati in volo grazie all'uso dei notebook e degli Ipad, alla
prima occasione utile lo abbia raccontato all'ambasciatore di un
paese che della democrazia non è propriamente depositario, la
Russia. Il ministro degli esteri Lavrov stentava a crederci. Il
presidente della più grande potenza mondiale, gli stava rivelando un
dato segreto e sensibile, una notizia che, rivelata, avrebbe messo in
allarme l'Isis e bruciato l'eventuale talpa che aveva fornito la notizia a Israele. Dicono che lo abbia fatto per la sua immensa
vanagloria, per far capire a Lavrov che era in possesso di notizie
che lui (e Putin) non poteva neppure immaginare. Resta il fatto che
mezzo mondo, Europa in testa, sta decidendo in queste ore se
condividere con gli Usa dati sensibili sul terrorismo oppure, visto
il colabrodo con cui hanno a che fare, tacere. Non solo, essendo
ignorante come una capra, all'indomani del siluramento del capo
dell'FBI, James Corney, lo minacciò di non rendere pubbliche le
registrazioni dei loro colloqui, avvalorando l'ipotesi che Trump
abbia tentato fine alla fine, di bloccare l'indagine sul Russiagate.
Questo presidente, che sarà pure stato eletto dal popolo ma il
popolo non sempre ci azzecca, si sta dimostrando uno sprovveduto
senza confini, un personaggio che fa di tutto per abolire l'Obamacare
salvo poi ammettere che la sanità è un grandissimo problema. Trump
è l'uomo del tutto e del suo contrario, se non fosse che nella sua
vita ha letto solo Topolino, ci sarebbe da chiedersi se non abbia
mutuato da Silvio il suo modo di fare politica. Ma il Silvio nostro,
almeno Erasmo da Rotterdam lo ha letto, anche se un solo testo e a
puntate, come le sue fiction.
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