Il partito di Dudù
Fra
chi si definisce il novello San Francesco e chi vorrebbe farla
alzando la zampetta, la politica italiana si sta velocemente, e
pericolosamente, incanalando lungo il sentiero del mondo a parte. Gli
scandali ormai rientrano nel nostro costume, nessuno si indigna più
e la maggior parte s'incazza e basta per poi votare a pene di
segugio. Allora via verso la fantasy pura e i paragoni arditi come le
risalite di Lucio Battisti. Lasciamo stare il sacro concetto di
francescanesimo del Grillo, subito bocciato a scuola di catechismo dai
vescovi, quello che ci diverte di più è la nuova vena animalista di
Silvio, una svolta iniziata a Pasqua abbracciando un agnellino.
Silvio è tornato alla grande ma, invece delle barzellette sconce,
racconta lo stesso stupidaggini basandosi però, questa volta, sulla
realtà. Prima ha detto di Macron che si faceva accompagnare dalla
nonna (e lui di differenze di età se ne intende), poi ha
ridicolizzato i mariti italiani affermando che le mogli preferiscono
i cani. Che, fra i due, Francesca scelga Dudù crediamo sia un dato
di fatto, ma che per vincere il senso di frustrazione che lo ha
investito da qualche tempo debba trattare gli uomini come fossero
zerbini, ce ne passa. L'occasione è stata il battesimo del Partito
Animalista di Michela Vittoria Brambilla, Silvio dal palco ha
tuonato: “Abbiamo fatto un sondaggio che ci ha detto, avvalendosi
dell'anonimato, che tra marito e cane le signore scelgono per il 73
per cento, il cane”. Silvio (e il Grillo), al quale i cani hanno
sempre dato fastidio preferendo una specie ittica molto simile alla
sogliola, ci ha fatto capire ancora una volta che per vincere le
elezioni si ricorre a tutto. Sarà dura però prendere i voti dei
mariti e, questa volta, anche delle nonne che, ossequiosamente,
ringraziano.
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